Ritorno al futuro! Il sottopasso dell’Ostiense permette un viaggio nel tempo e nel degrado

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Chi di noi non ha sognato almeno una volta  di viaggiare avanti e indietro nel tempo? Rivivere il proprio passato e conoscere il proprio futuro è forse il più grande sogno dell’uomo dopo la ricerca dell’immortalità.

Oggi vi segnaliamo un tunnel, a Roma, in grado di offrirvi tutto questo, di farvi viaggiare letteralmente nel tempo, un’emozione di cui potrete godere quotidianamente.

Avete presente il film di Christopher Nolan, Interstellar? Proprio come il protagonista, potrete attraversare una sorta di buco nero fino a oltrepassare quel qualcosa di indefinito che vi permetterà di decidere in che tempo vivere.

Parliamo del sottopasso che collega la stazione ferroviaria di Roma Ostiense all’ingresso della metropolitana Piramide della linea B. Questo tratto è diviso in due parti: la prima, partendo dalla stazione Ostiense, è di pertinenza delle Ferrovie italiane, la seconda invece ricade sotto la gestione di Atac. Questa divisione è di facile intuizione visto che è marcata da un grande cancello che indica l’inizio della metropolitana. Veniamo così al nostro viaggio interstellare.

Arrivati alla stazione ferroviaria e scesi sotto il binario 1 decidiamo di compiere questo salto, e come il film Ritorno al futuro di Robert Zemeckis, per testimoniare ai nostri amici e parenti la veridicità di questo viaggio, per far sì di non essere internati, ci fermiamo alla prima edicola utile e fotografiamo il numero di questo mese della rivista “Quattroruote”. Perfetto, siamo nel 2020.

Una volta usciti dalla moderna edicola, ci incamminiamo lungo il tratto di competenza delle Ferrovie: un tunnel nuovo, moderno, rifatto da pochi anni, con luci e segnali adeguati, tutto indica che siamo nel nostro futuro.

 

 

Poi, di improvviso, ci avviciniamo al buco nero, la luce inizia a diradarsi, i colori sbiadiscono, percepiamo che la forza di gravità del buco è così potente (come nel film Interstellar) tanto da fagocitare il tempo, frenarlo fino ad arrestarlo definitivamente.

Siamo quindi entrati nel tratto metropolitano. Le scale mobili sono ferme, il soffitto cade a pezzi, tratti di pavimento sono divelti, la luce funziona a intermittenza, ma non dobbiamo lamentarci, è il buco nero che sta distruggendo lentamente tutto, quindi non possiamo fare altro che accelerare e uscire il prima possibile.

 

In pochi minuti, usciamo dal secondo tunnel e tiriamo un sospiro di sollievo: niente ha potuto arrestare il nostro viaggio, abbiamo evitato le buche, i detriti del soffitto non ci sono caduti addosso e quello che ci sta  intorno dice che abbiamo viaggiato nel tempo. Ma noi abbiamo bisogno della prova! Per fortuna, appena usciti dal sottopasso troviamo una vecchia edicola e cerchiamo così il mensile “Quattroruote” per fotografarlo. Evviva! In un batter d’occhio siamo tornati indietro di otto anni e 7 mesi. La copia mensile indica “Luglio 2012”. C’è l’abbiamo fatta.

Ora bisogna conservare a tutti i costi la nostra prova e portarla di nuovo nel futuro.

 

Bene, per quanto tutto questo possa sembrare divertente, e scriverlo lo è stato, di divertente non c’è proprio nulla.

Perché il sottopasso che abbiamo descritto, più che un buco nero immaginario, sembra veramente un mostro, simbolo dell’incuranza e della sciatteria in cui versa la nostra città.

Nessuno si cura del suo degrado, del suo totale stato di abbandono. La fermata metropolitana di Piramide è uno degli snodi più importanti della città, perché accoglie non solo la tratta di Ostia Lido, ma soprattutto la stazione ferroviaria di Roma Ostiense, con collegamenti diretti verso Roma TerminiRoma Tiburtina, l’aeroporto di Fiumicino e il porto di Civitavecchia, per un deflusso di migliaia e migliaia di pendolari.

La struttura del sottopasso, come si evince dalle foto, è totalmente fatiscente, nonché pericolosa: ogni giorno infatti i pannelli del soffitto cascano a terra e sono i pendolari stessi a raccoglierli e depositarli sulle scale mobili bloccate.

Questo perché il gabbiotto del personale Atac è perennemente vuoto e abbandonato, e nessuno degli addetti ai lavori vigila e segnala le anomalie della struttura, come la stessa edicola. Il suo corpo antistante i tornelli della metropolitana fu abbandonato nel 2012, a fronte degli onerosi affitti di Atac e della noncuranza della società nei confronti dei suoi beni dati in concessione. Molte edicole infatti (escluse quelle che hanno chiuso per fallimento), in diverse stazioni metropolitane, nel corso degli anni, hanno deciso di rompere il contratto con Atac e posizionarsi appena al di fuori delle fermate, rendendosi così autonome in tutto e per tutto.

Ma in questo gioco di forza, di sopravvivenza e di scarica barili, a pagare le spese sono  i cittadini che quotidianamente sono costretti a vivere in queste condizioni. La città si merita di più, i romani si meritano di più e trovare un’edicola abbandonata con ancora i giornali al suo interno, da ben otto anni, è una gravissima mancanza di rispetto. Possiamo solo tornare al futuro, sperando di dimenticare al più presto il passato. Un passato difficile da cancellare.

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