Raggi contro Alfonsi: torti da entrambe le parti

Un articolo di ieri de La Repubblica dà notizia degli stracci volati in settimana tra il Sindaco Raggi e la Presidente del Municipio I Sabrina Alfonsi. Tra dichiarazioni pubbliche e missive al vetriolo le due figure istituzionali hanno infatti battibeccato su temi relativi al decoro, quali i tavolini abusivi e “l’intollerabilità delle emissioni acustiche causate dagli artisti di strada”.

 

Cominciamo col dire che da diverse settimane entrambe le signore non danno grande prova di sé, impegnate come sono in una campagna elettorale che in qualità di figure istituzionali dovrebbero vivere con estremo distacco. Da una parte infatti il Sindaco Raggi rilancia sul suo profilo facebook, quello che lei stessa ha assunto come mezzo comunicativo primario ai cittadini, alcuni post del candidato Di Maio; dall’altra assistiamo ad una vera e propria scesa in campo della Presidente Alfonsi per il candidato alla Regione Lazio Zingaretti, con presenze agli eventi, post a ripetizione su facebook e messaggi di propaganda politica via posta elettronica.

Qualcuno a costoro dovrebbe ricordare che sono il Sindaco e la Presidente di tutti, non solo di coloro che le hanno votate o che si riconoscono nei partiti a cui appartengono. Purtroppo è anche questo un segno dei tempi ed un segnale di quanto in basso è sceso il rispetto per le istituzioni, a partire proprio da coloro che dovrebbero rappresentarle.

 

Venendo al merito delle polemiche, senza false modestie pensiamo di essere nella posizione migliore per poterne parlare, essendoci occupati ripetutamente proprio del cosiddetto “tavolino selvaggio” e del degrado causato dagli artisti di strada “alla romana” (che ben poco hanno a che vedere con i veri artisti di strada).

Diciamo subito che tra Sindaco e Presidente è una battaglia tra torti, non essendo possibile rintracciare un minimo di ragione da nessuna delle due parti.

 

Riguardo ai tavolini abusivi, se dopo anni di presunte battaglie per la legalità siamo ancora nella situazione di un probabile 70% di abusivismo a vario titolo, la responsabilità non può che essere condivisa tra Municipio e Comune, con un maggior peso che va senz’altro attribuito al Municipio. Quella sul commercio è infatti la maggiore competenza dei municipi; sono loro che rilasciano le concessioni di Occupazione di Suolo Pubblico (OSP) e loro che dovrebbero controllarle, col l’ausilio della Polizia Locale, sanzionando gli abusi. Ebbene si può dire senza tema di smentita che il Municipio guidato dalla Presidente Alfonsi ha negli ultimi 4 anni circa (considerando sia il mandato dell’era Marino che quello attuale) fallito clamorosamente sia dal lato di una regolamentazione accettabile delle OSP che da quello dei controlli.

Senza addentrarci troppo in tecnicismi, per il centro storico da diversi anni si sono cominciati ad adottare i cosiddetti Piani di Massima Occupabilità per cercare di disciplinare le OSP di una certa strada o piazza; si tratta essenzialmente di mini-piani  regolatori che indicano dove e come le OSP possono essere concesse senza che esse intralcino la viabilità o costituiscano motivo di degrado. Ebbene questi PMO hanno dimostrato di aiutare nel disciplinare e controlalre le OSP, resistendo anche a diversi ricorsi davanti al TAR. Ma se con il predecessore della Alfonsi, Orlando Corsetti, il Municipio I aveva predisposto e approvato oltre un centinaio di questi piani, con la attuale Presidente si è fermi allo zero: nessun nuovo piano approvato!

A suo tempo la Presidente, interrogata su questa anomalia, si è difesa dicendo che i piani devono essere approvati dal Consiglio municipale e che quindi non è una sua responsabilità. Ma da una parte i PMO vanno predisposti dagli uffici del Municipio, e negli anni curiosamente le risorse dedicate alla redazione dei PMO si sono sempre più assottigliate fino quasi a sparire, dall’altra la Presidente è espressione della maggioranza in Consiglio e se non c’è accordo su una materia così cruciale o si interviene o se ne tirano le conclusioni.

Un altro segnale del disinteresse del Municipio per la questione “tavolini” è il perdurare della mancanza d’iniziativa in un’area del centro storico, il cosiddetto “Tridente”, dove anni fa la Soprintendenza appose un vincolo complessivo la cui applicazione fu bocciata dal TAR. Come abbiamo avuto modo di illustrare a novembre dello scorso anno, la Soprintendenza continua a sollecitare il Municipio affinché si trovi una sistemazione definitiva alla materia ma trovandosi sempre un muro davanti.

Riguardo infine il contrasto all’abusivismo in materia di tavolini, anche sotto la Alfonsi il Municipio si è barcamenato tra un’estrema tolleranza di ogni genere di abuso e periodici, ancorché inutili, interventi di rimozione. Ricordiamo infatti come già ad aprile 2016 la Alfonsi issò bandiera bianca contro “tavolino selvaggio”, reclamando regole diverse per reprimere gli abusi.

 

Se quindi il Municipio ha responsabilità enormi nel caos commerciale in centro storico, il Comune non può certo fare la parte della verginella. Pur considerando infatti l’indubbia ambiguità di un Municipio che appare sempre più proteso a difendere le esigenze di un certo commercio anziché quelle del decoro e degli abitanti del centro storico, ci sono senz’altro problemi normativi che rendono la repressione degli abusi commerciali del tutto inefficace, problemi che sta all’amministrazione comunale ed all’Assemblea Capitolina risolvere. Come scrivevamo già ad aprile dello scorso anno:

Quanto ci metterà l’assessore [Meloni] a capire che una modifica normativa è indispensabile per rendere efficaci le sanzioni per gli abusi in materia di OSP? A quando un’ordinanza del Sindaco che metta fine a queste rimozioni inutili e costose solo per l’amministrazione?

Tenendo presente che addirittura Alemanno emanò un’ordinanza che temporaneamente inasprì le pene per le OSP abusive, perché anziché battibeccare sterilmente il Sindaco non emana un’ordinanza simile e dà mandato all’assessore Meloni o al Presidente Coia di proporre all’Assemblea Capitolina modifiche normative che possano mettere fine a “tavolino selvaggio”?

 

Con riferimento invece ai fastidi causati a residenti ed attività produttive dall’arte di strada, abbiamo il fondato sospetto di aver dato un contributo decisivo affinché il Sindaco Raggi prendesse conoscenza della cosa (sarà stato l’articolo del Corriere o il servizio su France2?). Peccato per il Sindaco però che su questo tema la responsabilità per il far west presente a Roma dipenda soprattutto dall’incapacità dell’ammnistrazione da lei guidata più che da mancanze del Municipio.

Che il vigente regolamento sull’arte di strada necessiti di essere riscritto è comune sentire, avendo esso dimostrato, anche a causa di una sentenza del TAR che ne ha smontato pezzi rilevanti, di essere del tutto inapplicabile ed inefficace a garantire il decoro dei luoghi e la tutela della salute dei cittadini. Già nella precedente consiliatura c’era stato un tentativo ed all’inizio di quella attuale l’iniziativa era stata presa dalla presidente della commissione cultura dell’Assemblea Capitolin, Eleonora Guadagno. Peccato però che di quell’iniziativa si siano perse le tracce, come documentammo dettagliatamente alla fine dello scorso anno, e che anche recentemente la stessa presidente Guadagno abbia dichiarato al Corriere che un nuovo testo è quasi pronto e che si sta cercando di mediare, che in politichese significa “calende greche”!

Oltre alla drammatica incapacità della commissione cultura di produrre un nuovo regolamento dopo quasi due anni, le responsabilità dell’amministrazione guidata dal Sindaco Raggi risiedono anche nell’ignorare situazioni eclatanti come quella del Pantheon, dove una macroscopica mancanza normativa consente concerti rock quotidiani a volume altissimo.

Anche qui non è alla Presidente Alfonsi che deve scrivere il Sindaco Raggi, bensì al suo assessore alla cultura o alla Presidente Guadagno, chiedendogli di farsi immediatamente promotori di una modifica in Assemblea Capitolina che includa piazza della Rotonda nell’elenco dei luoghi tutelati del centro storico ed a seguire di mettersi all’opera seriamente per approvare un nuovo regolamento per l’arte di strada.

 

Si può quindi dire che riguardo l’arte di strada il Municipio non abbia responsabilità? Ma neanche per sogno! Se infatti la normativa è totalmente da riscrivere, quella attuale consente proprio al Municipio di intervenire drasticamente in luoghi in cui l’arte di strada risulti incompatibile con altre esigenze. In altri termini, la Presidente può autonomamente vietare l’arte di strada in vie e piazze che risultino “non idonee”. Ma non solo la Alfonsi si è guardata bene dall’adottare una misura del genere, bensì ha addirittura ignorato una mozione approvata a marzo 2017 dal Consiglio del Municipio I che la impegnava proprio ad inibire l’arte di strada in una serie di vie e piazze.

 

Desolante no? A nostro avviso decisamente. Dobbiamo quindi prendere ancora una volta atto che al vertice delle istituzioni cittadine non vi sono statisti che abbiano a cuore le sorti della città e con le capacità per promuovere il benessere dei cittadini. Sembra piuttosto di assistere ad un combattimento di wrestling mud dove le prime a rimetterci sono le istituzioni ed i cittadini.

 

mud

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