Quale bici per la città? Gli accessori indispensabili per un ciclista a Roma

In questa puntata della rubrica dedicata alla biciletta, un viaggio tra i modelli più diffusi e l'elenco di ciò che serve per pedalare in sicurezza e comodità

Non è facile orientarsi nel variegato mondo delle biciclette. Marco Latini spiega la differenza tra i vari modelli e ci consiglia quegli strumenti che non possono mancare a chi ha scelto la bici come mezzo di trasporto principale. Twitter @marcolatini19 

 

 

di Marco Latini

Oggi parliamo di bici e di accessori. La borsetta, un contenitore per gli attrezzi, le catene, le luci e molto altro sono da considerarsi essenziali per spostarsi in sicurezza.

Cominciamo dai modelli di bicicletta per provare a capire qual è il più adatto alla città. In realtà tutte le tipologie possono essere usate anche se occorre considerare che per Roma serve qualcosa di robusto. Per cui meglio evitare per tutti i giorni una bici da corsa in carbonio, sia per il prezzo che per i frequenti terreni difficili da affrontare.

Pieghevoli. Molti, spinti da problemi di spazio, preferiscono quelle pieghevoli che si contraddistinguono per le ruote di taglia da 16, 20 o 24 pollici e diventano davvero compatte grazie ad un meccanismo sul tubo obliquo. Spesso si trovano a buon mercato quelle con ruote da 20” ma risultano pesanti e, tranne quelle di alta gamma, possono guastarsi facilmente: la componentistica (cambio, cerniera o manubrio) con le sollecitazioni dell’asfalto sconnesso potrebbe registrare problemi più o meno seri dopo alcune centinaia di km. E’ comunque possibile trovare dei buoni compromessi qualità/prezzo e dimensione. Sconsiglio a chi non sia sicuro di un uso quotidiano di acquistare subito bici di marca il cui costo supera i 1000€, è bene  non entusiasmarsi se non si è prima superata almeno una stagione primavera/autunno in bici.

Bici a pedalata assistita possono essere comode per chi debba effettuare salite importanti (per esempio Monte Mario, Portuense o Gianicolo) o è un po’ fuori forma. Utile anche per coloro che sono costretti a trasportare pesi importanti (computer, vestiario, attrezzatura per lavoro). Ce ne sono di vari tipi con motore alla ruota o sotto ai pedali. Si distinguono poi tra quelle già pronte o con kit da montare; ovviamente ci sono diverse tipologie anche di batterie, elettronica e motorizzazioni, ma normalmente aiutano nella fase iniziale della pedalata o in salita e staccano il motore al raggiungimento della velocità di 25km/h, dopo di che si dovrà procedere solo con la spinta delle gambe. La batteria e il motore appesantiscono la bici, quindi se si scarica la batteria si sarà costretti senza aiuto a spingere un peso relativamente maggiore rispetto ad un mezzo tradizionale.

 

La mountain bike si distingue perché dotata di ammortizzatori e di gomme tassellate e più larghe. La tipologia gravel  ha invece il  manubrio da corsa ed è senza sospensioni. Entrambe spesso sono equipaggiate con freni a disco e sono robuste. Quelle con ammortizzatori (frontale e/o posteriore) sono più comode da condurre su strade sconnesse e nei parchi se durante il percorso ci si trova a doverli attraversare.

Le olandesi, dette anche city bike, sono solitamente più robuste e maneggevoli e in alcuni casi più corte.  Spesso, grazie alla mancanza del tubo orizzontale, sono più agevoli nello scendere e nel salire e di solito hanno dei comodi parafanghi.

Il difetto dei modelli da corsa è che portano a dover assumere una posizione non proprio comodissima in città. Il vantaggio è che sono piuttosto leggeri e quindi più veloci anche se fossero di diversi anni fa. Spesso devono essere equipaggiate con una maggiore larghezza degli pneumatici per avere un po’ di confort e di resistenza in caso di avvallamenti.

Fin qui le tipologie più diffuse anche se esistono molti altri modelli. Avvertenza importante riguarda i furti: chi dovesse lasciarla per diverse ore all’aperto sarà meglio che si orienti su un ‘cancello’ (come viene definita una bici pesante, non all’ultima moda e non del tutto ben verniciata) piuttosto che verso una fiammante di fabbrica. Meglio ridurre il rischio.

 

Nell’aprire il capitolo degli accessori, iniziamo proprio dagli strumenti che possono far desistere un ladro. Fondamentali sono la catena, il blocco o un antifurto solido. Sebbene spesso i ladri distruggano il palo o la rastrelliera ai quali avrete attaccato  la bici, un sistema antifurto di buona qualità è un deterrente rispetto a catene troppo facili da tagliare.

In questi video in italiano e in inglese  potrete osservare diversi tipi di blocchi, mentre in questi altri vengono suggerite le modalità più affidabili per legare la bici (cliccare qui e qui)

Per essere davvero protetti si dovrebbero usare dispositivi che hanno un costo di almeno il 10% del valore della bici. Meglio ancora applicarne due: uno per ruota – telaio anteriore e l’altro per ruota-telaio posteriore legati ad un posto solido che non dia intralcio.

Non lasciate la bici di notte fuori se possibile e chiedete assieme ad altri colleghi uno spazio tecnico anche al lavoro (questo non sempre è possibile, ma se c’è un mobility manager in azienda cercatelo/a e mandate richieste scritte per chiedere spazi dove poter lasciare al chiuso biciclette e monopattini).

Obbligatorie per legge sono le luci anteriore e posteriore. Personalmente mi trovo bene con quelle ricaricabili che sono facilmente smontabili ed è sempre prudente portarne una di scorta, soprattutto quella posteriore. Molto intelligente la tipologia sensibile al movimento che si illumina durante la frenata, come farebbe lo stop di un’auto. Per chi fa un uso quotidiano la consiglio perché gli automobilisti sono distratti e non percepiscono una bici che sta frenando.

Per comprendere l’importanza delle luci e del vestiario rimando al datato ma pur sempre ottimo video della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta).

Se circolate su strade buie (e ACEA a rotazione spegne l’illuminazione di diverse vie) consiglio anche una doppia luce anteriore (ce ne sono da pochi euro), meglio ancora una intermittente e una fissa (vale anche dietro). Fondamentale che siano ben fissate e che non possano cadere a causa di buche e sobbalzi (ne ho lasciate in giro diverse non ben posizionate). Vestirsi con colori chiari aiuta a rendersi più visibili agli incroci. Lateralmente sono utili i  catarifrangenti sulle ruote, ne esistono anche da applicare direttamente sui raggi.

Parafanghi sono presenti nelle city bike ma non nelle MTB, sulle bici gravel o da corsa. Senza parafango arriverete a destinazione con una striscia posteriore nero-marrone e aloni di sporco diffuso sul resto del corpo. Funzionali anche i parafanghi di plastica sotto sella oppure da attaccare al tubo obliquo anteriore: riparano poco ma sono ottimi in emergenza, meglio se riuscite a montarli fissi. Chi usa la stessa bici anche per le scampagnate meglio si orienti su tipologie che si montano e smontano solo con elastici. Anche in questo caso la scelta è enorme. Fatevi consigliare dal negoziante, non eccedete nella spesa però controllate la qualità degli attacchi.

 

Borse, borsini e zaini servono per portare con voi il necessario che può essere un cambio d’abito, il portatile, il pranzo, l’attrezzatura per pioggia e molto altro (e, perché no, la spesa). Ci sono tantissime soluzioni. Se la bici è dotata di un portapacchi posteriore consiglio borse laterali facilmente smontabili e ben impermeabili, sono capienti e non fanno sudare come lo zaino. Le borse da “bike messenger” sono di varie dimensioni, mono spalla e hanno la cinta lunga per essere poggiate al limite della schiena proprio per non aumentare il sudore. Hanno la grande praticità di poter essere portate sicuramente con voi. Ci sono varie borse sotto sella (da viaggio) che si smontano con facilità, sono stabili e possono alloggiare delle luci. Unico neo che sono comunque poco capienti e a forma cilindrica (non adatte a un PC). Ci sono dei modelli anteriori, anche questi cilindrici, che si attaccano al manubrio e contengono molte cose (anche in queste il PC non entra), però le avrete sempre sottocchio e si sfilano lasciando una parte attaccata al manubrio. Lo zaino è la soluzione meno indicata: va scelto impermeabile, con chiusura di tipo marino e con delle imbottiture dietro la schiena che assorbano il sudore e si possano pulire con facilità.

Un ciclocomputer si attacca facilmente al manubrio e monitora molti dati oltre a fungere da GPS. E’ una soluzione preferibile rispetto allo smartphone posizionato in modo precario. Il ciclocomputer è più compatto, con attacchi solidi e in caso di sosta meno attraente per i ladri. Chi invece preferisse fissare lo smartphone al manubrio avrà a disposizione diverse soluzioni più solide di qualche anno fa. La consultazione del telefono però dev’essere poco frequente e limitata alle indicazioni stradali, perché distrae. Occorre usare questi strumenti con molta attenzione e saggezza.
Infine se dovete usare delle cuffie scegliete quelle che lasciano un orecchio libero, ovvero non coprano interamente entrambe le orecchie (da scartare quelle che entrano nel dotto uditivo per ridurre rumori). E’ molto importante percepire ciò che è intorno e ascoltare i rumori della bici. Isolarsi può rendere tutto molto più pericoloso.

 


Muoversi in bici in città. Gli articoli precedenti

Muoversi in bici in città. Riflessioni e suggerimenti di un ciclista convinto – Diarioromano

Le varie tipologie piste ciclabili e il loro uso più corretto – Diarioromano

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Una risposta

  1. Dalla mia esperienza, in una città come Roma la migliore bici è una buona Mtb front, dotata di portapacchi che funge anche da parafango.
    Per l’uso del telefono, segnalo l’esistenza di ottimi caschi dotati di microfono che trasmettono il suono per conduzione ossea. Si collegano al telefono via Bluetooth e hanno un piccolo comando che si fissa sul manubrio. Li consiglio caldamente

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