Proprietà della Regione Lazio, occupata e in malora


Del palazzo di proprietà della Regione Lazio sito in via Maria Adelaide, giusto dietro piazza del Popolo, ne abbiamo parlato a più riprese. La prima ad agosto 2015 e l’ultima a maggio scorso, quando, trattando dell’iniziativa dell’elemosiniere del Papa nell’occupazione di via Santa Croce in Gerusalemme, ricordammo lo scandalo sempre attuale di via Maria Adelaide.

 

In estrema sintesi, questo stabile è occupato illegalmente da alcune famiglie dal 2005 e nel 2007 questa occupazione è stata in qualche modo riconosciuta dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma con un contratto che prevede, nel caso di vendita dell’immobile, il diritto per gli occupanti di ottenere un anno di affitto gratuito da qualche altra parte.

Niente male, si converrà, per poter vivere a due passi dal centro storico e con le bollette tutte pagate. Un vero schiaffo in faccia a tutti coloro che per far quadrare i conti dell’affitto o del mutuo e delle bollette sono costretti a trovarsi casa in estrema periferia, accollandosi lunghi tragitti quotidiani per andare a scuola o al lavoro.

 

Vogliamo oggi tornare su questa brutta storia per mostrare in che condizioni si trova lo stabile, soprattutto i suoi infissi, persiane in legno in avanzato stato di disfacimento che rischiano di finire sulla testa di qualche malcapitato passante.

 

 

 

 

 

 

Stupisce che queste persone non ci provino neanche a mantenere le persiane e lo stabile nel suo complesso in maniera decorosa e sicura. Non dovendo infatti sostenere spese di sorta per la casa, immaginiamo che non dovrebbe essere impossibile impegnarsi per fare un minimo di manutenzione al posto in cui si vive. Ma evidentemente costoro, abituati a ricevere tutto dallo Stato, penseranno che sia un loro diritto ottenere anche la manutenzione dello stabile, e magari ci saranno pure politici che riterranno la cosa sensata.

 

Si veda nelle foto che seguono la differenza tra il pericoloso degrado del palazzo della Regione e l’ordine con cui viene tenuto il palazzo al suo fianco, dove ci saranno pure benestanti ma non è improbabile che ci viva anche qualcuno con possibilità modeste, avendo ad esempio ereditato l’appartamento di famiglia, e sia costretto a fare qualche rinuncia per mantenere e poter vivere nella sua proprietà.

 

 

 

È anche facile immaginare la soddisfazione dei proprietari del palazzo di fianco che da anni sono costretti a sopportare il degrado ed i rischi del palazzo della Regione con la complicità delle istituzioni.

 

Da notare infine le unità esterne dei condizionatori in alcuni appartamenti, che tanto non dovendo pagare la bolletta della luce ci si può permettere di stare al fresco giorno e notte, mica come i comuni mortali che per non far esplodere la boleltta della luce devono limitare i consumi.

 

 

Di qusta scandalosa situazione che si trascina da 14 anni dobbiamo ringraziare in gran parte il presidente Zingaretti, il quale, pur non avendola creata ma bensì ereditata dalle precedenti amministrazioni, non ha mosso un dito per provare a portarla a conclusione, riprendendo il controllo di una proprietà regionale di grande valore.

Curiosamente di questa occupazione non se n’è mai parlato recentemente, nonostante la grande attenzione a casi come il CSOA di via Santa Croce in Gerusalemme o lo stabile occupato da Casapound a via Napoleone III. La situazione qui è sicuramente più complicata, a causa dello scellerato contratto firmato da Regione e Comune, ma nonostante ciò a nostro avviso il caso dovrebbe essere affrontato in via prioritario, costituendo un pericoloso precedente per tutte le altre occupazioni abusive di immobili.

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2 risposte

  1. È un vero peccato che un immobile pubblico in una zona con alto valore immobiliare si trovi in quelle condizioni. La vendita potrebbe consentire di destinare il ricavato all’edilizia pubblica, a favore di tutti i cittadini che ne hanno diritto e non solo a favore dei pochi occupanti.

  2. La Regione Lazio, dismetterà alcune sedi distaccate in cui paga l’affitto e trasferirà molti suoi uffici sulla via Anagnina, oltre il GRA,dove comunque pagherà un affitto. Quindi anzichè liberare gli edifici di proprietà e metterci i suoi uffici, continuerà a mazziare il contribuente 2 volte: gli farà pagare gli affitti della nuova sede di via Anagnina e continuerà a pagare le utenze (e le tasse sul’edificio) degli occupanti in zona di pregio. Non si potrebbe fare il contrario? Gli okkupanti all’Anagnina e gli uffici a Piazza del Popolo? Vuoi mettere il prestigio……Ah no scusate, i poveri okkupanti mica possono andare ad abitare così lontano…….

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