Permessi disabili: ci deve arrivare il Prefetto?

Gabrielli

IL DIRETTORE TECNICO FURBETTO Nella relazione che il Prefetto Gabrielli ha inviato al ministro Alfano vi è un punto che è stato recentemente evidenziato dalle cronache; si tratta della scoperta che l’ex direttore tecnico del municipio di Ostia utilizzava sulla propria autovettura un permesso disabili intestato ad un notorio boss mafioso del litorale capitolino. Così riporta la relazione:

“Dalla perquisizione eseguita ai danni del citato dirigente è emerso addirittura il possesso del permesso di invalidità per la viabilità in aree a traffico limitato intestato al boss Carmine Fasciani utilizzato dal Papalini sulla propria autovettura”.

Ma guarda un po’! E chi l’avrebbe mai detto che i permessi disabili potessero essere utilizzati per transitare e sostare nelle ZTL???

Ironie a parte, questo degli abusi nell’utilizzo dei permessi disabili sugli autoveicoli è un malcostume che ormai a Roma è diffuso in maniera vergognosa. E quanto più l’amministrazione si impegna a fare aree pedonali o zone a traffico ridotto, tanto più il popolo dei furbi sfrutta i permessi disabili per fare il proprio comodo in totale tranquillità, certi che nessuno mai gli contesterà nulla.

Peraltro proprio a Roma c’è il precedente illustre del comandante in capo dei vigili, che nel 2007 l’allora Sindaco Veltroni dovette licenziare perché fu pescato utilizzare un permesso disabili di un’anziana signora. Diremmo quindi nulla di nuovo sotto il sole di Roma.

TUTELARE CHI NE HA DIRITTO Prima di andare più in dettaglio è però necessario fare una premessa. Chi scrive non vuole in alcun modo rendere la vita più difficile a coloro che al permesso disabili hanno diritto e soprattutto necessità; anche perché è un mio cruccio personale il vedere come questa disgraziata città discrimini in maniera vergognosa chi ha un qualsiasi problema deambulatorio. È però indubbio che se non si riuscirà a porre un freno ai troppi furbi, che mascherandosi dietro un permesso disabili fanno i loro comodi, il rischio concreto è che si finirà per dover restringere le prerogative di tali permessi e chi ne farà le spese saranno coloro che invece di quei privilegi ne hanno effettivamente bisogno.

Per dirla in termini più pratici, chi scrive non trova scandaloso che una persona con problemi motori arrivi in piazza di Spagna guidando il proprio veicolo e lì lo parcheggi nel luogo deputato. È invece scandaloso che quotidianamente sia pieno di gente senza disabilità che in piazza di Spagna ci arriva grazie al permesso di qualcun altro e lì parcheggi impunemente tutto il giorno. Ebbene se non si trova una soluzione che consenta di distinguere questi due casi, si dovrà probabilmente inibire il transito a tutti, ma chi ne farà le spese sarà solo il disabile vero, che il furbo si arrangerà in altro modo.

NESSUN CONTROLLO DEI VIGILI Tornando al merito dell’argomento, il problema di fondo è che le forze dell’ordine di fronte ad un permesso disabili semplicemente alzano le mani, incapaci di controllare o contestare alcunché. E se consideriamo che ormai in Europa vi è stata l’unificazione dei permessi disabili, parliamo di decine o forse centinaia di migliaia di veicoli che potrebbero fare di tutto in città con la certezza di non rischiare nulla.

Ovviamente non ci si aspetta che improvvisamente tutti gli autoveicoli europei con permesso disabili pensino di venire in vacanza a Roma, ma è chiaro che una tale possibilità verrà sempre più sfruttata da quelli con meno scrupoli e più possibilità per scorazzare e sostare illecitamente ma impunemente in ogni parte della città.

Comunque, anche senza arrivare agli ambiti criminali, il malcostume degli abusi nell’utilizzo dei permessi disabili è diffuso anche tra i cittadini più “normali”. Anzitutto il permesso disabili consente di ovviare al pagamento dei permessi ZTL, che da quando sono stati aumentati richiedono esborsi monstre (migliaia di euro); e basta avere una nonna o una zia con problemi deambulatori per farglielo assegnare e poi utilizzarlo senza che la titolare sia mai presente (sempre perché per i vigili è molto difficile controllare). Inoltre ad ogni permesso disabili possono essere associate 3 targhe di autoveicoli che così possono accedere all’interno delle ZTL (ma non avendo il tagliando non potranno sostare), anche in questo caso consentendo di ovviare al costo del permesso ZTL. L’esposizione del permesso disabili consente poi, come detto, di sostare tranquillamente in ogni luogo della città, aree pedonali e di pregio incluse, senza mai rischiare una multa e men che meno le ganasce o la rimozione.

 

Via Bocca di Leone, sempre grande concentrazione di permessi disabili
Via Bocca di Leone, sempre grande concentrazione di permessi disabili

 

AREE PEDONALI VIOLATE Per avere una qualche contezza di quanto esposto è sufficiente farsi un giretto per le zone pedonali del centro storico, piazza Farnese, ad esempio, ma soprattutto quelle in cui l’amministrazione ha cercato di ridurre ulteriormente il transito dei veicoli, come il Tridente. Qui è infatti possibile notare una percentuale di veicoli con permesso disabili del tutto anomala, con numerose aree pedonali che ormai sono nei fatti un parcheggio fisso per veicoli con permesso disabili (via Bocca di Leone intorno all’hotel Inghilterra, largo dei Lombardi, piazza di Spagna dal lato di via S. Sebastianello). Sarebbe davvero interessante verificare quanti delle decine di veicoli quotidianamente in sosta in quelle aree avrebbero effettivamente il diritto di sostare lì.

E per finire, ma ha davvero senso consentire di violare un’area pedonale a chi dovrebbe averne maggior vantaggio? Il paradosso del veicolo con permesso disabili che ostruisce un passaggio pedonale come decidiamo di risolverlo? Rimuovendo il veicolo, per far passare i pedoni, disabili e non, che ne hanno diritto, o lasciandolo lì per tutelare il disabile che evidentemente non ha trovato altro posto dove sostare?

Ragionamenti non facili da fare ma senz’altro è arrivato il momento di cominciare ad esercitarsi con essi e ben venga se ciò accade per una curiosa scoperta del Prefetto Gabrielli. E se le associazioni rappresentative della disabilità si facessero promotrici di tali ragionamenti farebbero un servizio meritorio ai loro rappresentati.

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