Per una Commissione Mobilità anzitutto pedonale

Borgo pio cassonetti sul marciapiede

 

La III Commissione permanente dell’Assemblea Capitolina si chiama “Commissione Mobilità” e si occupa di (dal sito del Comune di Roma): “Mobilità – Mobilità sostenibile – Indirizzi gestionali  A.T.A.C.,  Roma Servizi per la Mobilità e Roma Metropolitane.”

 

La stragrande maggioranza di noi quando si parla di mobilità pensa istintivamente al traffico romano, a come districarsi con l’auto o con la moto oppure a come sopravvivere utilizzando il trasporto pubblico di Roma.

In realtà la primaria forma di mobilità per dei bipedi come noi è quella pedonale, quella che ci consente di uscire dal portone di casa ed andare a fare la spesa al negozio dietro l’angolo, oppure di recarci alla fermata più vicina per prendere l’autobus e poi terminare il tragitto a piedi fino alla nostra destinazione; ed anche quando andiamo a prendere l’automobile o la moto, lo facciamo camminando.

Com’è quindi possibile che quella che è la modalità principe per spostarsi non risulti mai essere stata considerata seriamente da una commissione che si chiama “Mobilità”?

Una spiegazione è senz’altro il fatto che il romano tipo è antropologicamente in simbiosi con il proprio mezzo di locomozione, automobile o moto che sia, per cui non trova scandalo a dover fare il salto ad ostacoli per camminare sui marciapiedi o attraversare le strade a piedi, ma guai a rendergli la vita difficile quando guida.

Essendo questa l’impostazione diffusa in città da sempre, non ci si è mai stupiti che la politica l’abbia adottata in toto, considerando i pochissimi a parlare di mobilità pedonale dei romantici fuori tempo, al meglio.

Con la nuova amministrazione sembra però che l’aria in alcuni settori sia decisamente cambiata, e la mobilità è senz’altro uno di questi. Merito indubbio dell’esponente M5S che fin dall’inizio è stato riconosciuto come il punto di riferimento del movimento per tutto ciò che concerne la mobilità. Ci riferiamo ad Enrico Stefano, consigliere capitolino che imparammo a conoscere ed apprezzare già nella passata consiliatura, quando si distinse per la presenza e l’impegno continuo e costante in Commissione Commercio a seguire la questione cartelloni pubblicitari.

Con Enrico Stefano a presiedere la Commissione Mobilità c’è la concreta possibilità che finalmente a Roma cambino le dinamiche che finora hanno sempre visto prevalere la mobilità con i mezzi privati, a scapito del trasporto pubblico, con la mobilità pedonale completamente ignorata.

Inoltre Stefano ha già dimostrato di non aver subito quella strana mutazione intervenuta in tanti suoi colleghi di schieramento, quella per cui gli eletti sono divenuti ormai irraggiungibili e sordi a qualsiasi sollecitazione provenga dal basso.

Nella speranza quindi di avere un ascolto migliore di quello riservatoci dal vicesindaco Frongia (uno dei più collaborativi con i cittadini nella scorsa consiliatura mentre ora non si vede, non si sente, ma soprattutto non risponde), chiediamo al Presidente Stefano di riconoscere nell’ambito della sua Commissione la primaria importanza della mobilità pedonale, dedicandole quel minimo di attenzione che merita e che permetterebbe di risolvere problemi annosi e vissuti da tutti.

Se infatti gli interventi sul trasporto pubblico e sul traffico in genere richiedono grandi progettazioni ed investimenti consistenti, la soluzione dei problemi della mobilità pedonale consiste essenzialmente nel dare indicazioni agli uffici, la Polizia Roma Capitale in particolare, affinché finalmente i diritti dei pedoni vengano anteposti a quelli di tutti gli altri attori del traffico.

Si tratterebbe quindi di smetterla di far finta di niente quando vi sono veicoli in sosta sulle strisce pedonali o ad ingombrare gli attraversamenti agli incroci, di cominciare a perseguire i veicoli che non danno la precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali, di smetterla di tollerare veicoli sui marciapiedi o nelle aree pedonali.

Nessun costo per le casse comunali ma anzi la possibilità di entrate aggiuntive da sanzioni sacrosante, comminate a chi penalizza gli utenti più deboli della strada, ossia i pedoni.

Peraltro, considerata la strettissima collaborazione che esiste tra il Presidente Stefano e l’assessore Meleo, il giusto riconoscimento alla mobilità pedonale potrebbe essere adottato anche da quest’ultima, con la possibilità di intraprendere interventi correttivi immediati nell’ambito della Giunta.

 

E se dopo aver dato un qualsiasi segnale di voler davvero riconoscere a quella pedonale la primazia su ogni altra forma di mobilità, la Commissione volesse esercitarsi su un caso emblematico di strapazzamento dei diritti del pedone, gli suggeriamo di dare un’occhiata ad un nostro vecchio post sui marciapiedi spariti intorno al Palazzaccio. A noi quella situazione continua ad apparire assurda e fuorilegge, ma chi avrà il coraggio di spiegarlo ai giudici della suprema Corte di Cassazione (che ha sede in quello stabile)?

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