Patané: nuove tariffe per la sosta e più strisce blu. Entro sei mesi il piano merci

Colloquio con l'assessore alla Mobilità che spiega le strategie per la zona di Casalotti. E su Atac: l'azienda ha perso competenze e know how. Da 15 anni non si fa manutenzione dell'armamento tramviario

 

Sarà pronta in poche settimane una delibera che modificherà la sosta tariffata. L’assessore Eugenio Patané ha previsto l’aumento del numero di stalli sulle strisce blu e una rimodulazione delle tariffe orarie. Durante l’amministrazione Alemanno furono eliminati circa 16.000 posti auto blu e sostituiti con posti bianchi che adesso si vuole reintrodurre a pagamento. Inoltre il costo di un euro l’ora (che sale a 1,20 euro solo nelle aree più centrali) subirà un ritocco verso l’alto mentre altre aree dove c’è meno rotazione costeranno di meno. Nella stessa delibera sarà prevista una rimodulazione dei costi nei parcheggi di scambio. Molti di questi, ormai, vengono utilizzati come garage dai residenti e hanno perso la loro originaria funzione di scambio tra auto e mezzi pubblici.

 

Questo ed altri argomenti sono stati oggetto di un colloquio che diarioromano ha avuto con il responsabile della Mobilità, Eugenio Patané. Romano, 49 anni, Patané ha acquisito esperienza nel campo prima come responsabile del Dipartimento Mobilità del Pd Lazio, poi a fianco di Mario Di Carlo dal 2002 al 2005. Da novembre del 2021 ha assunto su di sé l’onere (molto più che l’onore) di far muovere il traffico e i trasporti della città.

Tanti i dossier sul suo tavolo a partire dalla soluzione del problema Casalotti dove la precedente amministrazione avrebbe voluto costruire una funivia. “Con un flusso di 3/4 mila passeggeri l’ora, lì una metropolitana non sarebbe giustificabile – spiega l’assessore – mentre sarebbe più idoneo un tram. Ma la presenza del Raccordo Anulare che divide i quartieri di Casalotti e Boccea, rende complessa la realizzazione del tram”. Per questo Patané immagina tre differenti strategie. Una di breve periodo che prevede un servizio di autobus di grande dimensione molto più efficiente dell’attuale grazie alla realizzazione di corsie preferenziali che permettano di superare gli incroci più trafficati. Poi una strategia di medio periodo che immagini o la realizzazione di un tram che parta da Battistini, passi per la Boccea e poi abbia un percorso dedicato fino a Casalotti oppure il cosiddetto People Mover, una sorta di funicolare terrestre che però potrebbe avere diverse criticità, non ultima la gestione e la manutenzione. Nel lungo periodo invece la metro arriverà all’incrocio tra la Boccea e la Torrevecchia e da lì si potrà servire meglio Casalotti.

A proposito di tram, Patané si sta concentrando sulla realizzazione in tempo per il Giubileo della nuova linea Verano-Tiburtina, del rifacimento completo della Roma-Giardinetti (il cosiddetto trenino giallo) e dell’acquisto di 50 nuovi tram che vadano ad integrare la flotta attualmente piuttosto malconcia e delle funivie di Magliana e Casalotti. “Tutti e cinque questi progetti sono già finanziati dal Ministero delle Infrastrutture con una convenzione e non li perderemo”, rassicura l’assessore sebbene sia consapevole della sfida che lo attende. Il parco tram oggi è ridotto malissimo soprattutto per la mancata manutenzione dei binari, della mancata sostituzione delle traversine, degli scambi. Negli ultimi 15 anni, ammette sconsolato Patané, a Roma non ci si è presi cura dell’armamento e il risultato è che i mezzi si sono via via fermati perché i carrelli si sono scardinati. Una mancata manutenzione dovuta a scarse capacità di previsione. L’Atac di oggi – secondo Patané – non ha più le capacità, le competenze e il know how dell’Atac di venti anni fa. “E’ necessario che la dirigenza riprenda il controllo dei processi industriali”, è il suo richiamo soprattutto in vista della creazione di sette nuove linee tramviarie che richiederanno un impegno gestionale non indifferente.

C’è poi il tema del piano merci che sta diventando una vera urgenza, soprattutto con il boom degli acquisti on line e i furgoni dei corrieri che corrono da un capo all’altro della città. “Contiamo di approvarlo e mandarlo a regime entro sei mesi”, dice l’assessore mentre ci spiega che si sta già lavorando alla parte infrastrutturale: si tratta di integrare il trasporto su ferro con quello su gomma e per farlo occorre la fattiva collaborazione di Ferrovie dello Stato. Ad esempio l’area della Casilina dove arrivano le merci su rotaia dovrà essere nettamente separata da quella dei passeggeri. Poi si dovranno sfruttare i piazzali di smistamento di Ferrovie per renderli degli hub. Il piano, in sostanza, prevede quattro hub principali nei 4 punti cardinali di Roma. Qui arriveranno i mezzi pesanti e da qui partiranno quelli medi che potranno raggiungere le prime fasce della città, mentre in centro storico dovranno accedere solo furgoncini elettrici. Senza dimenticare quello che oggi può sembrare il futuro ma che è molto più vicino di quanto si pensi e cioè la consegna via drone di piccoli pacchi, magari urgenti. Patané ci insegna la parola “vertiporti”, luoghi cioè dove decollano e atteranno in verticale piccolissimi velivoli.

Il nostro colloquio sarebbe andato avanti a lungo anche per l’affabilità dell’assessore e la sua voglia di raccontare i progetti in corso ma il tempo non è sufficiente ad affrontare i mille argomenti che investono questo delicato assessorato. Ecco perché un appuntamento ricorrente con i cittadini e i mezzi di informazione potrebbe essere utile a far conoscere il lavoro e per ascoltare proposte dal basso.
Ci ripromettiamo una seconda puntata, anche per valutare il procedere dei progetti.

 

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