No alle nuove bancarelle in centro storico!

Apparentemente siamo gli unici a scandalizzarci per l’annunciato bando dei cosiddetti “librai”, ossia la decisione presa dalla Giunta Capitolina del 23 gennaio u.s. di procedere con l’assegnazione di 37 nuove bancarelle in centro storico, dando attuazione ad una delibera del 2011 approvata dall’Assemblea Capitolina dell’era Alemanno (l’intera storia è spiegata qui).

Ne abbiamo parlato subito dopo l’atto di Giunta, e oggi ci torniamo per ribadire la nostra ferma contrarietà a qualsiasi nuova concessione ambulante in centro storico (ma anche in tutto il resto del territorio cittadino) e preannunciando di voler valutare un possibile ricorso alla giustizia amministrativa una volta che il bando per le nuove postazioni verrà pubblicato.

Come abbiamo imparato sulla nostra pelle ai tempi della lotta contro i cartelloni abusivi, vi sono a Roma fenomeni deleteri per la città che però non vedono nessuna forza politica porsi in loro contrasto, come se tutti in qualche modo ne traessero qualche vantaggio diretto o indiretto. Quando infatti nel 2009 scoppiò l’invasione indiscriminata dei cartelloni pubblicitari, in gran parte a causa della famigerata delibera 37/2009 dell’allora assessore Bordoni, non ci fu nessuno in Assemblea Capitolina che si schierò a favore del decoro cittadino ed a diretto contrasto di quell’invasione. Furono i cittadini che si rimboccarono le maniche e cominciarono a contrastare gli impianti abusivi, a volte anche fisicamente, mettendo in campo una pressione continua nei confronti delle istituzioni che iniziò con la presentazione della delibera d’iniziativa popolare e più o meno terminò con la positiva approvazione del PRIP (Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari) fatta nella passata Assemblea Capitolina grazie soprattutto alla collaborazione dell’assessore Leonori.

Con le bancarelle stiamo assistendo ad una storia simile. Dopo l’esplosione che anche questo settore ha visto in era Alemanno, nessuna forza politica ha voluto mai esporsi per ricondurre il commercio ambulante entro limiti da capitale europea. Anche gli indubbi sforzi che l’amministrazione Marino mise in campo, e che portarono alla ricollocazione di numerose postazioni delle zone centrali, furono fatti senza nessun appoggio chiaro del proprio schieramento che anzi quando poté si oppose all’aumento delle tariffe per l’occupazione del suolo da parte dei camion bar (viene anche il sospetto che tanto interventismo di Marino sul commercio ambulante sia stato uno dei motivi per cui è stato defenestrato dal proprio stesso partito).

Venendo ai giorni nostri, della necessità di cogliere l’applicazione della direttiva Bolkestein come opportunità unica per ristrutturare e migliorare drasticamente il commercio ambulante a Roma pare esserne convinto il solo assessore Meloni (e forse il consigliere Onorato), mentre tutto il resto del M5S, quel poco di destra presente in Assemblea Capitolina e la sinistra di Fassina sono fortemente contrari ed il PD appare tiepido sul tema.

Sulla questione specifica delle nuove bancarelle per i “librai” vediamo poi che nessuno ha preso una posizione decisamente contraria (con la solita solitaria eccezione della consigliera del Municipio I Nathalie Naim, che ha seguito ed informato della storia fin dagli inizi), con lo stesso assessore Meloni che, convinto o meno della cosa, ha dovuto procedere per dare attuazione alla sentenza del TAR.

In realtà la cosa più semplice e ragionevole da fare era, ed è ancora, cancellare la delibera del 2011, viziata senz’altro dal clima di estremo favore che al tempo godeva il commercio ambulante a Roma (ricordiamo che al tempo il rampollo della più famosa famiglia di ambulanti romani era capogruppo in Assemblea Capitolina del partito di maggioranza relativa) e riconsiderare da zero l’opportunità di rilasciare nuove licenze ambulanti per una fantomatica “promozione del libro e della lettura”.

 

librai
Esempio di bancarella di “librai” alla romana

 

Assistiamo invece al M5S che prende la delibera 8/2011 come fosse la Bibbia, ossia un testo immutabile ed incancellabile, atteggiamento curioso da parte di coloro che, ad esempio, non si sono fatti problemi a cancellare la candidatura di Roma alle Olimpiadi. Ma vediamo che anche il PD non pare fare una piega all’esistenza di quella delibera, non stupendo solo l’atteggiamento favorevole della destra che ne fu allora promotrice.

Per quale astruso motivo siamo noi i soli a stupirsi che si stia procedendo ad assegnare nuove licenze ambulanti che valgono cifre stratosferiche (che possono arrivare a centinaia di migliaia di euro se non addirittura oltre il milione) al solito ristretto cerchio di privilegiati che in molti casi potranno vantare un’anzianità di servizio fatta di occupazioni abusive del suolo pubblico?

È normale, soprattutto di questi tempi, che il Comune faccia regali milionari a poche decine di “fortunati” già noti ricevendo in cambio il solito piatto di lenticchie (poche centinaia di euro annui da ciascuna bancarella)?

 

Anche in questo caso, così come al tempo dei cartelloni, non si vede alcun interesse pubblico nell’iniziativa ma è molto chiaro l’interesse di pochi privati. Eppure non c’è un consigliere che sia uno che prenda l’iniziativa e proponga l’abrogazione della delibera 8/2011 chiedendo la riconsiderazione dell’intera materia.

Ecco perché in questa storia abbiamo pensato di riprenderla noi l’iniziativa, come ai tempi di Bastacartelloni, provando ad essere quelli che cercano di fare gli interessi della città e dei cittadini. Non appena verrà resa nota la delibera che istituirà il bando per le nuove postazioni la studieremo alla ricerca di possibili rilievi da sollevare in sede amministrativa. Nel caso ne trovassimo, ci sarà da coinvolgere uno o più legali per fare il ricorso al TAR e si andrà incontro alle relative spese. Non godendo noi di introiti di alcun tipo da questo blog dovremmo autotassarci ed al momento giusto ne valuteremo l’opportunità e la possibilità.

Ci piacerebbe però che, nel caso decidessimo di intraprendere una tale iniziativa, i tanti che ogni volta insorgono con noi contro lo strabordante commercio ambulante cittadino si facessero parte attiva dell’iniziativa, sostenendone insieme a noi i costi e cercando di promuoverla con tutti i loro amici e conoscenti.

In assenza di una qualsiasi parte politica disposta a frenare i sempre maggiori eccessi del commercio ambulante, sta infatti ai cittadini farsi sentire utilizzando i mezzi legali a disposizione. Vedremo se da questa storia si riuscirà a far partire un’inversione di tendenza che riporti il commercio ambulante a Roma entro i limiti di una moderna capitale europea.

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3 risposte

  1. Perchiarire alcuni punti,
    con Alemanno non c’è stata nessuna esplosione. Anzi non ne è stata data neanche una ! Sottolineo neanche una…tutto facilmente dimostrabile.
    In secondo luogo da quello che so ormai per i librai è tutto in mano al commissiario….lo ha deciso proprio il Tar dopo due anni di inattività del comune. Forse sbaglio….non lo metto in dubbio!

    1. Sul fatto che con Alemanno non sia stata data neanche una licenza ci permetta di dubitare fortemente, anche se ci affidiamo alle sole esperienze e percezioni personali.
      Sulla questione librai, a noi risulta che il Comune abbia preso l’iniziativa della delibera di Giunta per non far subentrare il commissario.

  2. Quanto meno dovreste indicarmi una sosta data da Alemanno…altrimenti parliamo di niente.

    Sui librai mi limito a riportare il corriere che indica sentenze e commissari.

    il 17 maggio il tar intima il comune entro tre mesi ad adempiere
    http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/16_maggio_17/librai-tar-comune-entro-tre-mesi-faccia-bando-748b51cc-1c56-11e6-86d1-c1e2db24bea0.shtml

    il 13 gennaio il TAR “commissaria” il campidoglio e nomina i 2 commissari
    http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_gennaio_13/piazza-navona-tar-commissaria-comune-due-dirigenti-mibact-decideranno-manuale-d-uso-ac994450-d99a-11e6-9668-96e09f069892.shtml

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