L’appello di 16 associazioni a Tronca: sblocchi la riforma dei cartelloni

Mercoledì scorso, sedici associazioni e blog romani hanno spedito al Commissario Tronca un accorato appello affinchè sblocchi la riforma dei cartelloni. Nel mezzo del processo di partecipazione popolare, quando oramai l’iter stava per concludersi, il Tar ha sollevato una censura formale che ha arrestato il procedimento. I giudici hanno ritenuto valido l’impianto della riforma tranne per un piccolo passaggio che ora le associazioni chiedono a Tronca di sanare.

Qui di seguito il comunicato stampa e nel link in fondo alla pagina la lettera che è stata inviata a Francesco Paolo Tronca. icona180

 

Tronca

 

 

SEDICI ASSOCIAZIONI LANCIANO UN APPELLO AL COMMISSARIO TRONCA: “SBLOCCHI LA RIFORMA DEI CARTELLONI”

Una delibera del commissario può sanare un rilievo formale sollevato dal Tar. L’intero impianto della riforma è passato indenne al vaglio dei giudici. Manca solo una firma di Tronca nelle veci dell’Assemblea Capitolina

Dopo decenni di attesa della città e anni di lotta da parte di numerose associazioni cittadine, la riforma dei cartelloni è una realtà. Il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari e il nuovo Regolamento sono stati approvati nel luglio del 2014 e hanno quasi completato l’iter necessario alla loro entrata in vigore.
La sentenza del Tar n. 2283 del 22 febbraio 2016 ha respinto le eccezioni avanzate da alcune imprese del settore, confermando la bontà dell’impianto generale che prevede la riduzione della superficie pubblicitaria a 62mila mq (erano 223mila nel 2013), riduzione del formato massimo a 3×2, divieto di messaggi sessisti o razzisti, garantendo maggior decoro e maggiori introiti per le casse del Comune. Una rivoluzione per Roma, che è stata deturpata da un numero infinito di cartelloni piantati nei luoghi più disparati, causa perfino di incidenti stradali e vittime.
I giudici amministrativi hanno sollevato un solo rilievo, di carattere formale e non sostanziale: alcune parti della delibera 380/2014 e la Determinazione Dirigenziale del 27 luglio 2015 sarebbero dovute essere approvate dall’Assemblea Capitolina e non dalla Giunta. A seguito di questa censura, il percorso di partecipazione popolare, che era in dirittura d’arrivo, si è arrestato e ora la riforma rischia di essere rimandata a chissà quando. Ma il Commissario può sanare questo rilievo.
E’ sufficiente, infatti, che il dottor Tronca ratifichi quella delibera attraverso un proprio provvedimento preso nelle veci dell’Assemblea Capitolina.
Le associazioni firmatarie dell’appello temono che il lavoro svolto in questi anni vada vanificato e Roma perda per l’ennesima volta l’occasione di diventare una città normale. Questa riforma, infatti, una volta approvata porterà ai cittadini bike sharing, toilettes pubbliche, manutenzione del verde e molto altro. Servizi essenziali che in tutto il mondo vengono finanziati dalla pubblicità esterna.
Le associazioni, con l’appello che gli hanno inviato il 23 marzo, chiedono a Francesco Paolo Tronca di non permettere che anni di lavoro e speranza vengano gettati per una firma che può essere apposta in pochi minuti.
Roma 25 marzo 2016
———————————————————————————————————————————————-
Aderiscono: Vas – Verdi Ambiente e Società; Ass. Bastacartelloni-Franscesco Fiori; Cittadinanzattiva Lazio Onlus; Coordinamento Residenti Città Storica; Roma fa schifo; Comitato Cartellopoli; Ass. Italia Nostra; Roma Pulita; Osservatorio Ambientale Sherwood; Laboratorio Carteinregola; Diarioromano; Corviale Domani; CILD Centro Iniziative Legalità Democratica; Associazione Parte Civile; Ass. Questione Morale; Amare l’architettura

 

Per scaricare l’appello cliccare qui

Per il comunicato cliccare qui

 

 

 

 

 

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10 risposte

  1. Tronca, a mio avviso, non deve firmare. Anche se la condividesse. Il commissiario non è un politico e non deve fare scelte dettate da motivi elettorali. La giunta ha avuto la sua occasione ….ora aspettiamo la prossima giunta ! Nei paesi civili si fa cosi e non spetta certo ai commissari straordinari sanare vizi.
    E fin qui mi sono fermato alle ragioni di opportunità ma la cosa assolutamente inaccettabile è che voi vi siete messi in testa che il commissario straordinario debba sposare la decisione precedente . Ma scusate , perchè ? Potrebbe non condividere la scelta del duo leonori – marino . VIsto che ha i poteri di sindaco e consiglio potrebbe apporre delle modifiche.
    A volte non vi capisco.

  2. Fix stai sbagliando.
    Il Tar non ha detto che i provvedimenti sono illegittimi, ha solo statuito che vanno ratificati dall’organo consiliare.
    Anzi il TAR ha confermato in pieno la legittimità e correttezza sia formale che sostanziale dei provvedimenti citati.
    Pertanto, il passaggio al quale è obbligato Tronca (sottolineo: obbligato) è di mera ratifica, senza entrare nel merito dello stesso.
    Ove Tronca non provvedesse a tale ratifica si assumerebbe gravi responsabilità, anche personale, sanzionabili dalla Corte dei Conti e dall’ANAC.
    Spereano che la nuova amministrazione possa ribaltare e modificare il tutto è speranza vana.
    Infatti, per modificare il tutto dovrebbero revocarsi gli atti della precedente amministrazione (revoca di merito, cfr Legge 241/90 sul procedimento amministrativo), ma questa revoca è praticamente impossibile per diversi motivi:
    -l’impianto del PRIP è stato consolidato dallo stesso TAR e quindi motivare la revoca diventa un’esercizio giuridico (e politico) che sarebbe stroncato solo in sede di controllo di legittimità;
    -per il principio della non contraddittorietà dell’azione della p.a., la revoca è possibile solo se sopraggiungono nuovi motivi di interesse generale tali che l’atto diviene contra legem, o viene fatta una nuova valutazione dell’interesse pubblico che però deve essere fondata su validi motivi tecnici e di sostanza.
    Perciò, in questo caso una decisione politica non può mutare gli atti della precedente amministrazione.
    E questi nuovi motivi di interesse generale non ci sono proprio, ma nemmeno a volerli cercare con il microscopio……
    In conclusione, i cartellonari si mettano l’anima in pace: anche se non lo farà Tronca (e se non lo fa rischia in proprio…) la nuova amministrazione capitolina, da chiunque sarà composta non potrà che operare detta ratifica, con le buone o con le cattive…..

  3. Molto interessante la lettura che ha dato lor. Io temevo che una eventuale giunta Meloni o Raggi potesse tornare indietro. Invece mi sembra di capire che è quasi impossibile. Ora però tronca metta sta benedetta firma. Ci faccia il regalo che almeno domenica di Pasqua lo troviamo nell’uovo. Lo faccia per tutti quelli che vogliono il bike shargin.

  4. Fermo restando che non ho letto la sentenza, troppo lunga. In realtà i giornali riportavano che i lotti e i formati erano di competenza dell’assemblea capitolina e non della giunta. Tu stai Dicendo che Tronca dovrebbe ratificare la scelta della giunta ma il Tar non dice questo (in realtà sembra più un espediente). Il prossimo consiglio avrà competenza su lotti e formati e onestamente non escluderei che possa metter mano nuovamente sulla materia. Si tratta di atto amministrativo. L’interesse generale per cosa ?

    Sulla storia che Tronca dovrà risponderne alla corte dei conti mi sembra quanto meno assurda. La riforma è stata bloccata dal tribunale. Comuque semmai provate a denunciarlo, forse gli estremi ci sono.

  5. io l’ho letto la sentenza Fix, e il TAR non ha bloccato proprio nulla, anzi ha confermato la legittimità del PRIP.
    Il Tar può solo annullare un atto amministrativo o confermarlo, accogliendo o respingendo il ricorso.
    Il ricorso delle imprese è stato respinto, il Prip confermato: la causa i cartellonari l’hanno persa; il resto sono chiacchiere.
    La ratifica di atti resi dalla Giunta invece che dal Consiglio Comunale, è una mera conseguenza logica della sentenza del TAR.
    Mi spingo a dire che la sospensione del procedimento di approvazione dei Piani di Localizzazione è ingiustificato ed è un favore fatto ai Cartellonari: a mio parere non c’erano motivi per sospendere il procedimento ed il TAR non ha certo disposto questa sospensione, è stata una scelta degli Uffici Comunali che non mi sembra giuridicamente corretta.
    In ogni caso se perdurasse la sospensione dell’attuazione del PRIP (ratifica o meno), per inerzia dell’amministrazione, Tronca che attualmente ne è a capo, si esporrebbe all’eventuale azione di responsabilità contabile della Corte dei Conti: ogni ritardo provoca un danno alle casse comunali, per il quale il commissario potrebbe -un domani- essere chiamato a risponderne.
    Non solo: l’inerzia dell’iniziativa della p.a. è sanzionata dall’ANAC quale comportamento omissivo tale da generare non solo danno ma opacità di attuazione della normativa; ed anche l’ANAC, se sollecitato (ad esempio con richiesta di intervento inoltrata dalle associazioni) potrebbe intervenire.
    Le associazioni, a me sembra, hanno giustamente optato per una iniziale linea “morbida”: hanno sollecitato Tronca a procedere.
    Domani, rimanessero inascoltate, consiglierei loro di attuare qualche iniziativa più “ruvida”; l’arch.Bosi ci metterebbe 15 minuti a scrivere un esposto all’ANAC e/o alla Corte dei Conti…..

  6. @Mr Fixit – Per avere il senso pieno dell’importanza e della portata storica della sentenza del TAR n. 2283/2016 consiglio di andarsi a leggere l’analisi delle motivazioni di rigetto di tutte le censure portate dalle ditte pubblicitarie, che ho pubblicato il 29 febbraio 2016 sul sito http://www.vasroma.it (http://www.vasroma.it/con-una-sentenza-storica-la-seconda-sezione-del-tar-ha-posto-una-pietra-miliare-nel-settore-dellimpiantistica-pubblicitaria-di-roma-rigettando-quasi-tutte-le-censure-portate-da-certe-associ/): la sentenza costituisce una pietra tombale, perché ha scritto la parola “fine” a tutte le “pretese” delle ditte pubblicitarie.
    Quanto alla parte della sentenza che ha invece annullato alcuni dei criteri dettati dalla Giunta Capitolina per la redazione dei Piani di Localizzazione ed alle conseguenti “scelte” che dovrebbe fare il Commissario Straordinario, va detto anzitutto che in termini di “metodo” l’amministrazione comunale deve preliminarmente decidere se fare ricorso al Consiglio di Stato oppure ottemperare alla sentenza: risulta che il ricorso al Consiglio di Stato sia stato sconsigliato dalla stessa Avvocatura Capitolina, che avrebbe invitato il Commissario Straordinario ad approvare una apposita deliberazione nelle veci dell’Assemblea Capitolina.
    Sempre in termini di “metodo”, va messo in evidenza che per il caso in questione i “criteri” da dettare riguardano i Piani di Localizzazione degli impianti pubblicitari che costituiscono lo strumento di attuazione del PRIP e rientrano quindi nella piena competenza del Commissario Straordinario, senza comportare nessuna “scelta” di tipo “politico”: quand’anche così non fosse, ricordo per un opportuno confronto che l’allora Commissario Straordinario Mario Morcone nelle veci della Giunta Comunale ha approvato le deliberazioni n. 6 del 10 marzo 2008 e n. 38 del 22 aprile 2008, mentre nelle veci del Consiglio Comunale ha approvato la deliberazione n. 45 del 17 marzo 2008, tuttora valida.
    Restando sul piano del “metodo”, il Commissario Straordinario avrebbe potuto lavarsene le mani e rimandare ogni decisione al riguardo a chi vincerà le prossime elezioni soltanto se la situazione fosse rimasta ferma alla deliberazione n. 325 del 13 ottobre 2015 con cui la Giunta Capitolina ha approvato la proposta dei Piani di Localizzazione: in tal caso avrebbe potuto rimandare a chi vincerà le elezioni il compito di decidere al riguardo.
    Ma il Dott. Francesco Paolo Tronca ha avviato il percorso di partecipazione dei cittadini ai Piani di Localizzazione, promuovendo una serie di incontri pubblici per ogni Municipio, che è stato costretto dalla sentenza a sospendere quando si era arrivati al terz’ultimo incontro: NE DERIVA CHE NON PUÒ FAR FINTA DI NIENTE, PERCHÉ È ORA COMUNQUE COSTRETTO A DECIDERE SE ANNULLARE ANCHE TUTTI I PRECEDENTI 12 INCONTRI PUBBLICI CHE SI SONO FIN QUI REGOLARMENTE TENUTI O SE PROVVEDERE IN MODO DA FAR RIPRENDERE QUANTO PRIMA E CONCLUDERE I TRE INCONTRI PUBBLICI SOSPESI SUI PIANI DI LOCALIZZAZIONE DEL IX, V E XII MUNICIPIO.
    NELL’EVENTUALE PROSIEGUO RECIDIVO DI UNA TOTALE INERZIA AL RIGUARDO SI POTREBBERO RAVVISARE GLI ESTREMI DELLA OMISSIONE DI ATTI DOVUTO D’UFFICIO, OLTRE AL DANNO ERARIALE DERIVANTE DA UN PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO NON CONCLUSO, IN SPREGIO AI CITTADINI CHE VI HANNO PARTECIPATO.
    Sempre sul piano del “metodo”, il 1° caso dell’eventuale annullamento da parte del Commissario Straordinario di tutti e 12 gli incontri pubblici fin qui svolti assumerebbe l’implicita ammissione della loro natura illecita, in quanto riferiti a Piani di Localizzazione redatti secondo criteri “sbagliati”: ma allora in tal caso dovrebbe annullare anche le 6 Conferenze di Servizi che sono state tenute per acquisire il “parere” delle Soprintendenze interessate, illecite pur esse sempre perché riferite a Piani di Localizzazione redatti secondo criteri “sbagliati”, ma anche e soprattutto la deliberazione n. 325/20015 di approvazione di tutti e 15 i Piani di Localizzazione.
    Una tale grave decisione comporterebbe un danno erariale e comunque un danno all’interesse pubblico ben maggiore e soprattutto assumerebbe in termini di “merito” l’ammissione da parte del Commissario Straordinario che l’Assemblea Capitolina possa e debba approvare dei “criteri” diversi da quelli decisi dalla Giunta Capitolina di Marino.
    Ma una tale decisione deve scaturire dalla ponderazione dei tutti gli interessi in gioco che dovrebbero togliere al Commissario Straordinario Tronca ogni dubbio e incertezza riguardo alla decisione da prendere per ottemperare alla sentenza del TAR, perché ne derivano le seguenti considerazioni oggettive.
    La prima oggettiva considerazione riguarda il fatto che la contestata deliberazione n. 380 della Giunta Capitolina è stata approvata il 30 dicembre 2014, vale a dire 10 mesi prima dello scioglimento dell’Assemblea Capitolina che in tutto quest’arco di tempo non ha ravvisato alcun vizio di legittimità nelle parti del suddetto provvedimento in cui la Seconda Sezione del TAR del Lazio ha riconosciuto invece una incompetenza a “limitare ulteriormente la tipologia dei formati degli impianti SPQR ammessi” ed a “prevedere, per gli impianti privati che devono essere suddivisi in lotti, la composizione di ciascun lotto”.
    La seconda e ben più importante considerazione riguarda le conclusioni a cui si arriva, volendosi mettere per un attimo nelle vesti dell’Assemblea Capitolina, che deve ottemperare alla suddetta sentenza: cercando di capire fino a che punto siano da confermare oppure veramente da modificare i criteri annullati, chiedendosi in tale ultimo caso quali siano oggettivamente i criteri da bocciare e soprattutto con quali altri possibili criteri sostituirli.
    Dalla analisi tecnica da me effettuata si arriva alla conclusione che i criteri debbono esser gli stessi approvati dalla Giunta Capitolina (vedi http://www.vasroma.it/analisi-tecnica-dei-criteri-di-redazione-dei-piani-di-localizzazione-degli-impianti-pubblicitari-annullati-dal-tar-del-lazio/)

  7. La interpreto in maniera diversa. Comunque mi sembra assurdo pensar male di Tronca ! Su queste cose bisognerebbe prendersela con chi ha commesso l’errore e non con chi dovrebbe porne rimedio. Ammesso e non concesso che spetti a Tronca, ma poco importa.

  8. Comunque minacciare di scrivere un esposto all’anac è ridicolo. O lo si scrive oppure si fa più bella figura non dirlo. Quella dell’anac sarebbe una variabile interessante…!

  9. Ho visto solo ora il commento di Rodolfo Bosi. A parte tutti i tecnicismi che non conosco e non so valutare vorrei porre l’attenzione su questo passaggio
    “e soprattutto assumerebbe in termini di “merito” l’ammissione da parte del Commissario Straordinario che l’Assemblea Capitolina possa e debba approvare dei “criteri” diversi da quelli decisi dalla Giunta Capitolina di Marino.” .

    Ah ecco il perchè di tutti questi appelli da parte di ex assessori e del popolo del web. Per me Tronca non firmerà e non mi sembra uno che si lascia intimorire. Insomma ha licenziato in due minuti il capo dell’avvocatura e non penso perderà il sonno per i cartelloni. Ma forse mi sbaglio.

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