La routine delle baby rom: fermate, scappano e tornano a rubare dopo 20 minuti

baby rom

 

Alcuni giorni fa abbiamo ripreso l’inchiesta firmata da Federica Angeli su Repubblica sul tema degli svuotacantine e dei roghi tossici. Nonostante fosse un argomento che i lettori dei blog ben conoscono da anni, il nostro articolo ha raggiunto numeri record (oltre 22mila accessi solo su Facebook). Segno che molti romani stanno scoprendo adesso quanto sia dannosa l’economia del degrado e lo fanno anche grazie al lavoro dei grandi quotidiani. Ecco perché oggi abbiamo deciso di riprendere un altro articolo, questa volta pubblicato sul Messaggero da Davide Desario, che racconta l’assurda storia delle baby rom, scippatrici di professione e intoccabili dalle autorità.

Anche di questo si è parlato decine di volte sulle nostre pagine, su quelle di Riprendiamociroma, di Romafaschifo ma – e la cosa non può che farci piacere – l’agenda che i blog hanno dettato negli ultimi 10 anni, è diventata l’emergenza di oggi.

fuga baby rom

 

Le baby rom scappano dopo 20 minuti. Con una telecamera nascosta, la troupe de il Messaggero ha seguito il percorso abituale di alcune scippatrici che ogni mattina escono dal campo di Castel Romano e depredano i passeggeri come se fosse un lavoro qualsiasi. Questa volta, però, vengono fermate dalla Polizia di Roma Capitale che chiede loro i documenti. Le ragazze, tutte di età compresa tra i 12 e 15 anni, sanno bene che non debbono mai avere con loro la carta di identità in modo da rendere difficile l’identificazione. Vengono così portate in Questura dove forniscono nomi diversi, ognuna sembra ne abbia tre o quattro. Quando finalmente, tramite le impronte digitali, vengono riconosciute si scopre che alcune di loro erano state già fermate 16 volte e che tutte hanno precedenti.

Come mai siano ancora libere di commettere i reati lo si capisce poche ore dopo. Infatti le giovanissime vengono portate in un centro di accoglienza comunale (che il Campidoglio paga a peso d’oro: 100 euro al giorno per ospite). E appena gli agenti si allontanano, dopo solo 20 minuti, le ragazzine scappano dal centro e riprendono la loro attività di scippo. Una beffa che non farà altro che spingere le loro coetanee a intraprendere lo stesso “mestiere”. Certezza dell’impunità e guadagno facile.

Il video realizzato dal Messaggero lo trovate cliccando qui ed è significativo che segua di soli 13 giorni un altro filmato nel quale viene documentato un episodio molto simile: tre baby borseggiatrici vengono fermate a metà mattinata mentre scippano in metro e si scopre che solo due ore prima erano state già fermate per lo stesso motivo e poi rilasciate.

baby rom2

 

Non imputabilità del minorenne. Il problema non sta dunque negli scarsi controlli. Arrestarle è facilissimo, basta appostarsi in una qualsiasi stazione metro del centro di Roma per vederle in azione. Il difficile sta nel trattenerle. Ecco dunque che servirebbe un intervento del legislatore nazionale per modificare le norme sull’imputabilità. Secondo il nostro codice penale, il minore di 14 anni non è mai ritenuto responsabile di un reato in quanto si presume che egli lo compia non essendo in grado di intendere e di volere. Per il soggetto che ha tra i 14 e i 18 anni, il giudice deve valutare caso per caso se ritiene imputabile il minore ma comunque la sua pena verrà ridotta notevolmente rispetto a quella che sarebbe inflitta ad un adulto. E al minore si applicano tutte le attenuanti.

Nel caso specifico delle borseggiatrici già è complesso stabilirne l’età vera, ma – una volta accertata – l’unica opzione prevista dalla legge per coloro che hanno meno di 14 anni è affidarle ad un centro di accoglienza (dal quale appunto fuggono subito).

Il fenomeno del borseggio non riguarda solo la metropolitana di Roma. Venezia e Firenze, le altre due città con maggior numero di presenze turistiche, sono prese di mira dai baby scippatori. Ecco dunque che si fa pressante la necessità di una legge più severa. Sarebbe necessario permettere le perquisizioni dei minori colti in flagrante (oggi non possibili) per sequestrare loro il provento dei furti. E poi un sistema che consenta di trattenerli in strutture sicure per alcune settimane. E’ probabile che in questo modo il fenomeno verrebbe notevolmente ridotto se non addirittura stroncato.

La giunta capitolina non può fare nulla a livello legislativo, ma può fare molto a livello politico. Coinvolgere il governo nella persona del Ministro dell’Interno e sollecitare i parlamentari 5stelle a farsi promotori di una legge che riporti legalità e sicurezza.

 

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