La Raggi ha dimenticato la questione Imu per il Vaticano

In questi giorni siamo presi dalla scadenza delle tasse sugli immobili. Proprio oggi è l’ultimo giorno per pagare Imu e Tasi su seconde case, uffici, negozi, magazzini e così via. Un esborso molto pesante per le famiglie e le imprese. Ma qualcuno esentato c’è ed è la Chiesa Cattolica, o meglio una buona parte degli edifici di proprietà di enti religiosi non dovrà mettere le mani al portafoglio.

Sia durante la campagna elettorale che nello scorso mese di gennaio, la Sindaca Raggi aveva espresso la volontà di far pagare l’Imu a tutti gli edifici non di culto. Ma di quei buoni propositi si sono perse le tracce.

In verità sarebbe sufficiente applicare la legge che nel 2012, durante il governo Monti, precisò che l’Imu è dovuta per tutti gli immobili di proprietà religiosa che abbiano fini commerciali: alberghi, negozi, strutture aperte al pubblico etc. Prima di quel decreto, bastava che in un grande palazzo dedicato agli affari vi fosse una cappella per considerarlo esentato. Da allora le cose sono cambiate e in alcune città, i sindaci hanno cominciato a riscuotere Imu e Tasi. A Roma nulla si è smosso, nonostante le strane dichiarazioni dell’assessore Meloni che nel gennaio scorso riferì di un colloquio tra la Raggi e il Papa, durante il quale il Santo Padre si sarebbe detto disponibile a pagare quanto richiesto dal Campidoglio.

La Sindaca gelò il suo assessore invitandolo a non mettere in bocca al Papa parole che avrebbe in caso pronunciato da solo, fatto sta che da quel momento una sorta di trattativa tra Vaticano e Roma Capitale sarebbe iniziata. La procedura non è affatto facile in quanto occorre stabilire quali immobili vadano assoggettati all’Imu e quali no. Alcuni sono situati in zona extraterritoriale e quindi sarebbero esentati, altri svolgono realmente finalità caritatevoli e dunque non devono pagare. Proprio per questo il Messaggero riferì che l’Apsa (l’ente che gestisce il patrimonio immobiliare vaticano) avrebbe atteso un elenco dal Campidoglio necessario a fare chiarezza. Ma quell’elenco non sarebbe mai arrivato oltre Tevere, tanto è vero che della questione non parla più nessuno.

Nel nostro articolo del 21 gennaio scorso, portavamo ad esempio la sede dell’Opus Dei di viale Bruno Buozzi, una sorta di business center nel cuore dei Parioli che si è espansa negli anni acquisendo l’intero isolato.

sede opus dei roma

 

Quest’oggi vi mostriamo un altro caso che onestamente non si comprende perchè dovrebbe essere esonerato dalla fiscalità. La Domus Sessoriana, un ex monastero addossato alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, è un hotel a tutti gli effetti. Vende le proprie camere su Booking a 170 euro a notte, pubblicizza i propri servizi alberghieri eppure pare che abbia arretrati Tarsu, Imu e Tasi notevoli

albergo chiesa

albergo chiesa2

 

Gli esempi potrebbero continuare all’infinito. Sono 280 le strutture che il Comune ha già registrato come “alberghiere” facenti capo al Vaticano o altri enti religiosi. Di queste, 152 non hanno mai pagato tasse o lo hanno fatto in maniera irregolare, mentre le restanti versano il loro contributo Imu.

Secondo i Radicali Italiani, i numeri sarebbero ancora maggiori: 297 strutture alberghiere, molte delle quali applicano tariffe di mercato ai loro ospiti, mentre la legge prevede agevolazioni sull’Imu se i clienti pagano la metà del prezzo praticato dalla concorrenza. I Radicali riportano il caso della Congregazione delle Mantellate Serve di Maria che ha un contenzioso col Comune di 1.163.000 euro. In tutto, l’ammontare dovuto dalle varie congregazioni religiose supera i 19 milioni. Si tratta dunque di cifre importanti sulle quali la Raggi aveva evidentemente gettato l’occhio.

Nonostante lo stesso Grillo avesse giudicato giusto che la Chiesa paghi questo tipo di imposte, la Sindaca pare aver dimenticato la questione. Una dimenticanza che fa il paio con le affermazioni di questi giorni sulla quantità di migranti ospitati a Roma, giudicata eccessiva. Insomma a pensar male si direbbe che il M5S romano si stia buttando a destra, nel tentativo di recuperare quei voti che sarebbero svaniti nel test elettorale di domenica scorsa. E dunque parlare di immigrati e mettere a tacere la questione Imu alla Chiesa è sicuramente conveniente.

Magari ci sbagliamo e chissà………tra poche settimane avremo una sorpresa dalla Giunta che tornerà a battere su Imu e Vaticano. Per ora quello che è certo è che la legge dello Stato non viene applicata dai “legalitari” grillini e quella di Dio (“date a Cesare quel che è di Cesare”) non viene applicata dai “dirigenti” ecclesiastici.

 

 

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