La più grande sospensione della legalità dell’occidente

Noi romani ormai ci siamo abituati e praticamente nessuno ci fa più caso, ma quello che succede la sera in centro storico ed in altre zone della cosiddetta movida non ha probabilmente eguali in tutto il mondo civilizzato.

Praticamente dopo una cert’ora, tipicamente le 20, quando i vigili terminano il loro turno, vengono come sospese le norme del codice della strada e comincia la gara a chi parcheggia peggio la propria autovettura. Ogni metro quadrato utile per sostare viene occupato, a prescindere dalla necessità di lasciare lo spazio per il transito pedonale e spesso impedendo la manovra o anche il transito di eventuali mezzi di soccorso. Ecco alcune immagini prese in centro la sera di qualche giorno fa.

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Via dei Bergamaschi (di fronte a palazzo Chigi) – divieto di sosta

 

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Piazza Capranica – area pedonale

 

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Piazza Capranica – area pedonale

 

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Via delle Colonnelle – divieto di sosta

 

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Piazza delle Maddalena – area pedonale

 

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Via degli Orfani – divieto di sosta

 

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Piazza del Parlamento – sosta su marciapiede

 

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Piazza di Pietra – divieto di sosta

 

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Via del Pozzetto – divieto di sosta

 

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Via di S. Claudio – divieto di fermata e sosta sul marciapiedi

 

Reportage simili si potrebbero fare tutte le sere in molte altre zone del centro storico, praticamente tutte. Senza che nessuno, o quasi, gridi allo scandalo.

Eppure le norme del codice della strada non sono solo dei suggerimenti, bensì delle prescrizioni pensate per proteggere l’incolumità degli utenti deboli della strada, tipicamente i pedoni, così come per consentire sempre l’eventuale movimentazione dei mezzi di soccorso nelle situazioni di emergenza.

In una breve intervista recentemente il responsabile delle relazione esterne e della formazione professionale del Comando di Roma dei Vigili del Fuoco, Giorgio Orfino, dichiarava: “Le auto in doppia fila o in sosta abusiva nei passi carrabili possono impedire l’apertura dell’autoscala, oppure ostruire il passaggio del mezzo. Tutto questo può determinare gravi conseguenze, perché spesso si tratta di salvare vite umane”.

Quindi tutti i giorni a Roma, in ampie zone della città, si accetta tacitamente il rischio che qualcuno ci rimetta la vita per l’impossibilità da parte dei mezzi di soccorso di giungere con tempestività dove serva.

La gran parte dei veicoli in sosta selvaggia sono di coloro che vanno in centro a passare la serata ed ormai sembra essere passata la regola che in questi casi si può sostare un po’ dove capita, che mica si vorrà privare la gente di godere delle bellezze di Roma!?! Evidentemente a nessuno viene in mente che il centro storico si godrebbe di più se venisse risparmiato dall’invasione di lamiere ammonticchiate un po’ ovunque. Basterebbe cominciare a far rispettare le norme del codice della strada anche di sera e la notte e parallelamente predisporre un servizio di trasporto pubblico adeguato a gestire il popolo della movida, a partire dal prolungamento dell’orario delle metropolitane e proseguendo con l’introduzione di navette che coprano l’area del centro storico (magari sovvenzionate dagli innumerevoli locali che senza il colossale lassismo delle istituzioni vedrebbero diminuire enormemente i loro affari).

Ovviamente vi è anche una parte consistente di veicoli appartenenti agli abitanti del centro storico, che però per i parcheggi fuori posto hanno l’alibi di dover sopportare una concorrenza esorbitante da parte di chi non avrebbe diritto di sostare in zona (va infatti considerato che i parcheggi con strisce bianche all’interno della ZTL sarebbero riservati nelle 24 ore ai titolari di permesso ZTL, previsione che non viene mai fatta rispettare dai vigili). Anche un tale alibi andrebbe però eliminato, procedendo con la creazione delle cosiddette “isole ambientali” sul genere di quella istituita (male, ahinoi) nel Tridente. Il Piano Generale del Traffico Urbano prevede infatti che il centro storico venga suddiviso in aree dove sia consentito il transito e la sosta solo ai residenti della zona, impedendo così che, ad esempio, chi risieda nel rione Parione possa andare a scorrazzare col proprio veicolo per le stradine del rione Monti.

Insomma, c’è bisogno di un concerto di provvedimenti che alleggeriscano il centro storico e le altre zone della movida dal traffico eccessivo e dalla sosta selvaggia, ma nell’immediato quello che si può fare è smetterla con la sospensione della legalità la sera e di notte per non continuare a mettere a repentaglio vite umane ogni giorno.

Peraltro i recenti avvenimenti di Parigi hanno dimostrato quanto importante sia che le strade siano tenute sgombre per il passaggio dei veicoli di emergenza. Per chi non l’avesse notato, la stradina dove dava l’uscita di sicurezza del Bataclan era sgombra di veicoli. Come si sarebbe presentata la stessa strada a Roma? E quali sarebbero state le conseguenze di una strada ingombra di veicoli in sosta per chi fosse dovuto scappare da una strage in corso?

Ci starà meditando il commissario Tronca su queste cose? Ed il prefetto Gabrielli?

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3 risposte

  1. Ma chi te lo dice che nessuno grida allo scandalo?

    Ok i romani saranno incivili, ma facciamola anche finita di dare sempre tutta la colpa alla gente.
    Qui è questione di 1) mancata applicazione delle norme. 2) vita facile ai trasgressori (niente multe, niente arredo urbano).

    Chi si fa eleggere si assume una responsabilità verso la collettività. Se non è capace di applicare le norme, vuol dire che i nostri politici sono cialtroni, incapaci o complici.
    L’inciviltà esiste dovunque. Ma altrove le pene sono applicate, e nessuno ridurrebbe mai le isole pedonali a parcheggio.

    La verità è che la città è senza un vero governo da ormai una decina d’anni.

  2. “Senza che nessuno, O QUASI, gridi allo scandalo”.
    In quel “o quasi” ci mettiamo noi, altri blog anti-degrado, Massimo, qualche altro sparuto cittadino e basta. Un po’ pochino per una città di circa 3 milioni di abitanti.
    O no?

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