Il Tribunale di Roma sospende le udienze per i reati più gravi. Arretrato dovuto alla cattiva gestione del Covid

Per almeno sei mesi non saranno esaminati i processi per omicidio e rapina. Il problema non è solo la carenza di personale

 

Durante i lunghi lockdown Covid del 2020 e del 2021, il Tribunale penale di piazzale Clodio ha trattato solo le udienze con misure cautelari. Tutte le altre furono sospese accumulandosi in maniera abnorme. Ora le stanze di magistrati e cancellieri traboccano di fascicoli non affrontati e per questo il presidente del Tribunale Roberto Reali ha deciso una sospensione di tutte le udienze collegiali fino al 15 aprile 2023.

Gli altri mezzi di informazione vi dicono che la motivazione di questo stop senza precedenti è la carenza di giudici ma non è così. La carenza è la stessa da molti anni, solo che mai in passato erano stati forzati blocchi di mesi.

Su queste pagine, abbiamo scritto in tempi non sospetti che la cattiva gestione del Covid avrebbe avuto conseguenze drammatiche che ci saremmo portati appresso per molti anni. Abbiamo visto cosa sta accadendo nella sanità e ora la giustizia sulla quale avevamo riferito dell’appello di avvocati e operatori a riprendere il lavoro già a giugno del 2020. Appello purtroppo inascoltato e ora le conseguenze sono che tutti i processi per omicidio, rapina, associazione mafiosa, criminalità organizzata, estorsione sono rinviati alla primavera del 2023 (che probabilmente per le singole udienze diventerà autunno o fine 2023).

Si tratta delle cosiddette “udienze collegiali”, quelle cioè che devono essere trattate da più di un giudice. Altri tipi di reati sono affidati al giudice monocratico.

Comporre questi collegi è complicato per via della carenza di organico, è la scusa ufficiale ma il pretesto traballa se si esaminano i dati: le toghe mancanti a Roma sono il 14%, un numero rilevante ma non tanto da paralizzare gli uffici. La vera motivazione e cioè la pessima gestione del Covid, non viene citata per non darsi la “zappa sui piedi”. Come fa un presidente di Tribunale a dire blocco tutto oggi perché ieri non ho permesso la ripresa del lavoro? Intendiamoci, la ripresa lentissima fu una scelta romana perché altre grandi città del paese furono molto più rapide e efficienti.

Protesta l’avvocatura che annuncia un ricorso. “Dubitiamo sull’efficacia di questo provvedimento“, dice all’Agenzia Agi il presidente dell’Ordine, Antonino Galletti che aggiunge: “Difficile che in sei mesi vengano assunti 100 magistrati. Perché ce ne sono così pochi? Perché l’esame è complicato, le tracce spesso improbabili e chi l’azzecca non è detto che sia migliore degli altri“. Insomma i concorsi sono da rivedere così come le modalità di accesso alla magistratura che sono le stesse da decenni.

Ma il tema dei processi sospesi non è questione che riguarda solo il mondo giudiziario perché interessa tutta la città, la sua efficienza, la capacità di essere attrattiva. Anzi, secondo il presidente della Corte d’Appello, Giuseppe Meliadò, è un problema nazionale perché gli arretrati di Roma incidono sui numeri dell’intera Italia.

Ovviamente a piazzale Clodio erano ben consapevoli della drammaticità della situazione già dall’estate del 2020 quando provarono a ridurre le ferie di giudici e avvocati per smaltire l’arretrato. Ma fu un tentativo velleitario soprattutto alla luce dei nuovi blocchi imposti in autunno. La ripresa fu talmente lenta che a fine 2021 al tribunale penale si tenevano tre o quattro udienze per sezione, contro le 10 o anche 20 dei periodi normali. Questi numeri rendono l’idea di cosa abbia significato paralizzare l’attività per mesi.

Che visione miope e timorosa quella che sta impedendo una effettiva ripresa dei lavori“, diceva nell’autunno del 2020 Cesare Placanica, presidente della Camera Penale di Roma. Aveva ragione e oggi a pagarne le conseguenze è tutta la città.

 


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2 risposte

  1. Articolo perfetto.
    Ma c’è anche lo scandalo del civile, dove le udienze sono collegiali, ma
    1) è fondamentale il parere del relatore, ossia quello dei tre che studia a fondo il fascicolo e riferisce agli altri, che, salvo marchiani errori, lo seguono
    2) i fascicoli sono telematici:quindi ognuno dei tre membri del collegio può esaminare gli atti da casa;
    3)sono stati inseriti i giudici onorari, a cui ovviamente, è demandato il lavoro di stesura
    4) le udienze salvo rare eccezioni sono da remoto e per iscritto
    5)le sezioni sono passate da 4 a 8, quindi otto presidenti di sezione …ecc
    Nonostante tutto ciò
    Per oltre un anno. Il 2020 si è vegetato.
    Dopo di che pensate che abbiano sfruttato i tre mesi di blocco assoluto per studiare i fascicoli?
    Manco per niente!!!
    Arrivano tuttora comunicazioni come “fascicolo cartaceo non reperito, rinvio con appello del 2016!!!!!!
    “Richieste di perdurante interesse alla decisione”!!!!!
    Rinvii al 2025 alla sezione imprese( quella celere!!!)
    Il grosso delle cause in appello ha ruolo( inizio in appello) 2017-2018 ma con punte 2014-2015!!!!
    Perché non pubblicano le statistiche delle decisioni e delle entrate/uscite anni 2019/2020/2012?

    1. Molto interessante il suo commento Fauno. Abbiamo scritto questo articolo sulla base di nostre fonti dirette interne al Tribunale penale, mentre non abbiamo le stesse fonti in quello civile. La sua testimonianza conferma che il 2020 e parte del 2021 sono stati gettati al vento nonostante in altri tribunali del paese l’attività fosse ripresa. Ora non dobbiamo sorprenderci dell’arretrato “monstre”. Dispiace che gli altri giornali si limitino a riportare i comunicati ufficiali che parlano di carenza di organico. Ad ogni modo anche grazie al suo aiuto possiamo continuare a seguire da vicino la situazione della giustizia a Roma.

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