Il “tanto peggio tanto meglio” del Municipio I

L’area del cosiddetto Tridente, quella delimitata dalle direttrici via Ripetta, via del Corso e via del Babuino, è una delle più frequentate del centro storico, con flussi pedonali che spesso occupano l’intero spazio di strade e piazze, come ad esempio in via Condotti, piazza di Spagna o via del Corso.

Proprio in considerazione di questa consistente presenza pedonale, nel 2014 fu istituita la prima, e finora ancora unica, Isola Ambientale (IA) del centro storico. È questa una sorta di super-ZTL con orario di chiusura maggiorato (alle 19 invece che alle 18 come la ZTL del centro storico) e transito consentito solo ai veicoli dei residenti della zona, motocicli inclusi. Peccato che la disciplina stabilita per questa IA preveda che i varchi siano spenti la domenica ed i giorni festivi, ossia che nei giorni di maggior afflusso pedonale sia consentito a tutti i veicoli del globo di transitare per le strade del Tridente liberamente (oltre che parcheggiare allegramente ovunque, stante la sistematica assenza di ogni controllo). Inoltre il resto della disciplina dell’IA fa acqua da molte parti ed è praticamente disattesa, come abbiamo descritto qualche tempo fa.

Dello stato marcilento della mobilità e sosta in un’area così rappresentativa del centro storico al Municipio I non appare interessare molto, ma, si dirà, in fondo i municipi non hanno praticamente poteri in tale materia, essendo tutto in mano al Dipartimento comunale ed alla Polizia Locale. Vero, benché in quanto istituzione di prossimità il governo del Municipio potrebbe fornire indicazioni alla Polizia Locale perché certi malcostumi sistematici vengano repressi, ma per chissà quale motivo (non toccare i presunti interessi del commercio locale?) ciò non avviene mai.

Il fatto poi che anche il degrado di questa zona del centro storico venga automaticamente attribuito dal cittadino medio alla non-azione della Raggi non può che far piacere al Municipio I, unico insieme al Municipio II ad essere governato dal PD. Quanto peggio quindi vanno le cose, tanto meglio è per Alfonsi e compagnia, stante l’estrema difficoltà di distinguere tra competenze municipali e comunali.

 

Dove invece il Municipio ha competenza quasi completa è in materia di commercio, dove c’è la “vera ciccia”, direbbe qualcuno. In effetti considerato che una percentuale enorme del commercio cittadino è localizzata nel territorio del Municipio I, le cifre d’affari che si muovono in tale ambito sono enormi, tali da aver da tempo attirato le diverse versioni della criminalità organizzata, interessate a ripulire i soldi dei proventi illeciti.

Purtroppo la maggioranza attuale del Municipio I ha interpretato questa competenza non nel senso di governare il commercio coniugandone le esigenze con quelle di luoghi spesso molto particolari, o con quelle degli abitanti, che poi sono gli elettori del Municipio stesso, magari cercando di privilegiare un certo tipo di commercio a spese di altre tipologie più invadenti e problematiche. Al contrario l’impostazione data dal Municipio I è stata fin dall’inizio, anzi fin dalla scorsa legislatura, nel senso di lasciare quanto più possibile campo libero al commercio, di qualsiasi tipo, anche il più deteriore.

In materia di occupazioni di suolo pubblico (OSP) ad esempio, vi è lo strumento dei Piani di Massima Occupabilità (una sorta di mini-piano regolatore dei tavolini per una strada o piazza) che ha dimostrato di poter ben governare le OSP laddove redatto. Ebbene l’attuale maggioranza non ne ha approvato neanche uno di PMO, né in questa legislatura né nella precedente.

Tornando al Tridente, con particolare riguardo proprio alle OSP, negli ultimi 10-15 anni si assistito all’esplosione del numero di tavolini presenti in strada. Laddove un tempo vi erano due o tre timidi tavolini poco apprezzati, ora ve ne sono a decine, la stragrande maggioranza dei quali spesso illeciti per vari motivi (perché senza alcuna autorizzazione o perché posizionati in eccesso rispetto alla concessione).

Per cercare di porre un freno a questa vera e propria invasione indiscriminata del suolo pubblico, nel 2013 l’allora Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio emanò il cosiddetto “vincolo del Tridente del Centro Storico”, escludendo completamente l’utilizzo del suolo pubblico a fini commerciali su una serie di strade del Tridente. Del vincolo e delle sue vicissitudini ne parlammo approfonditamente circa un anno fa.

In estrema sintesi possiamo ora dire che il Municipio I si decise solo nel 2015 ad applicare quel vincolo, facendo decadere tutte le OSP sulle strade interessate, una su tutte via della Croce che effettivamente rifiorì, dopo anni in cui era stata ricoperta all’inverosimile di tavolini in gran parte abusivi. All’applicazione del vincolo seguì l’immancabile ricorso al TAR di qualche esercente che si vide dare ragione, con la motivazione che il Municipio non aveva confezionato i provvedimenti di decadenza nella maniera corretta (come non pensare che certe volte gli errori possono essere commessi intenzionalmente?). Ovviamente i tavolini rispuntarono sulle strade più numerosi di prima ma la cosa grave è che il Municipio non si diede pena di rimediare all’errore commesso, in buona fede o meno, dando quasi per scontato che fosse il vincolo posto dal MiBACT ad essere fallato.

Chiaramente per il Municipio questa è la situazione migliore, non dando fastidio agli esercenti che possono continuare a mettere i tavolini in strada a piacimento e potendo attribuire la colpa di ciò ad un cattivo provvedimento dellla Soprintendenza.

 

Peccato per il Municipio I che le cose non stiano affatto così e che invece sono sempre loro ad essere inadempienti rispetto all’attuazione di un provvedimento di tutela emanato dal MiBACT. L’immagine che segue dimostra ciò, riproducendo un estratto della comunicazione inviata qualche settimana fa al Municipio I da parte della Soprintendenza:

 

DaSoprint

 

In sostanza, dice la Soprintendenza, il TAR ha sì sospeso l’efficacia dei provvedimenti del Municipio, ma ha riconosciuto legittimo il vincolo del 2013, per cui quello che va fatto è rivedere le modalità applicative di tale vincolo per assicurare il decoro e tutela coniugando al contempo gli interessi degli operatori economici. Per questo la Soprintendenza già nel dicembre 2016 aveva chiesto al Municipio I di istituire un apposito tavolo di lavoro e, vista l’assenza di risposta, oggi reitera la richiesta segnalando anche la disponibilità dellìAmministrazione regionale a cooperare in tale materia.

Insomma MiBACT e Regione Lazio sono pronte a trovare una sistemazione decorosa e che tenga presente le esigenze del commercio nell’area del Tridente ma il Municipio I non appare smuoversi dalla propria inerzia.

In questo caso poi il beneficio del “tanto peggio tanto meglio” è addirittura doppio. Non solo infatti il degrado causato ai luoghi da OSP ipertrofiche e del tutto fuori controllo va a discapito dell’amministrazione Raggi, ma il Municipio I può anche vantarsi con gli esercenti di lasciargli mano libera.

 

Al di là poi della stucchevole contrapposizione tra tavolini sì e tavolini no, la realtà dei fatti è che in alcuni luoghi la situazione è oggettivamente ignobile ed indecorosa, con gli stessi agenti della Polizia Locale che, quando si ricordano di fare qualche intervento specifico contro le OSP abusive, sono costretti ad utilizzare toni apocalittici.

 

Chi potrebbe sbloccare una tale situazione di stallo?

Il Comune potrebbe subentrare al Municipio I, preso atto della sua mancanza di iniziativa, ma anche in Comune le sirene del commercio si fanno sentire molto forte ed un’iniziativa del genere pesterebbe molti piedi.

In realtà l’istituzione nella posizione migliore per intervenire in questi casi è il MiBACT, che dovrebbe essere massimamente interessato al decoro ed alla tutela dei luoghi ed al contempo sufficientemente lontano dalle dinamiche commerciali per poterle ignorare, almeno in parte. Noi già un anno fa provammo a sollecitare il ministro Franceschini su questo tema specifico, ma senza alcun successo. Pur capendo il suo maggior interesse per questioni di più ampio respiro, non ci riusciamo però a capacitare come egli possa tollerare che il provvedimento di tutela di un suo ufficio venga ignorato da oltre quattro anni nel pieno centro di Roma. Per di più da un’amministrazione guidata da una sua collega di partito.

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