Il presidente Diario sul bike sharing: ignoranza o malafede?

Angelo Diario è un consigliere M5S in Assemblea Capitolina nonché presidente della commissione “Sport, benessere e qualità della vita”.

In un suo recente post su facebook ha fornito il suo punto di vista sul bike sharing a Roma e noi non possiamo esimerci dal commentarlo (chi ci segue sa che per il bike sharing abbiamo una vera e propria fissazione). Eccolo:

 

Rinunciate, a Roma il bike sharing è irrealizzabile… Ci hanno provato tutti e non c’è mai riuscito nessuno.

Così ci dicevano tre anni fa.

E, in effetti, in passato i tentativi di portare il bike sharing nella Capitale sono sempre falliti, sia quelli di iniziativa comunale sia quelli di iniziativa privata.

Poi è arrivato Jump by Uber.

Eh ma è troppo caro…

Ora è in arrivo anche Greta by Helbiz, che ha tariffe molto più basse.

Eh ma il Comune non ha investito niente…

Appunto! Oggi a Roma sta avvenendo qualcosa di incredibile.

Un servizio che fino a poco tempo fa era “impossibile” persino con investimenti a carico del Comune, oggi è realtà senza che il Comune spenda un centesimo.

E così, dopo Uber, anche Helbiz ha annunciato l’avvio nella Capitale del suo nuovo servizio di bike sharing. L’obiettivo è arrivare a una flotta di 2.500 unità entro il 2019.

#coraggio

 

Lo stile è quello solito del presidente Diario, beffardo e canzonatorio come se fosse lui l’unico ad aver capito come funzionano le cose.

E invece anche questa volta pare proprio che sia il Diario a sbagliarsi.

 

Anzitutto saremmo curiosi di sapere dal presidente Diario chi mai gli avesse detto che il bike sharing a Roma è irrealizzabile. Immaginiamo non sia stato il suo collega Frongia o lo stesso sindaco Raggi, visto che entrambi nel 2014 avevano votato a favore della riforma degli impianti pubblicitari che prevedeva un sistema tradizionale di bike sharing.

È vero che a Roma in passato i tentativi di introdurre sistemi di bike sharing sono falliti, ma è anche vero che mai è stato provato il sistema che ha dimostrato di funzionare in tutte le grandi città europee, ossia il bike sharing pagato dagli impianti pubblicitari.

Così come è vero che la passata amministrazione Marino quel sistema l’aveva predisposto nella riforma degli impianti pubblicitari, approvata dall’Assemblea Capitolina nel 2014 col voto favorevole dei quatrro consiglieri M5S allora all’opposizione (De Vito, Stefàno, Frongia e Raggi). Peccato però che quella riforma sia stata messa in un cassetto dal sindaco Raggi e così si sia preclusa la strada maestra per fornire Roma di un vero sistema di bike sharing.

 

Poi è arrivato Jump by Uber” scrive Diario, puntualizzando che è troppo caro e fornendo come soluzione il nuovo operatore Greta che, dice “… ha tariffe molto più basse“.

Peccato che evidentemente il presidente Diario non deve avere la più pallida idea di quali siano delle tariffe normali per un bike sharing che sia utilizzabile dalla generalità dei possibili utenti.

Se infatti con Jump la prima mezzora di noleggio costa 6,50 euro, con Greta stiamo 2,35 euro, pur sempre troppo per poterne considerare un utilizzo quotidiano per chi, ad esempio, ne abbia bisogno per coprire l’ultimo miglio per arrivare al lavoro.

I veri sistemi di bike sharing, quelli che vogliono rappresentare una possibile alternativa al mezzo privato nella quotidianità, prevedono la prima mezz’ora gratuita o a costo fortemente ridotto, in genere ben al di sotto dell’euro.

A Roma un sistema del genere continua a mancare ed è per questo che per Jump e Greta è più corretto parlare di servizio di noleggio bici che di bike sharing. Anche perché servizi del genere si posizionano nelle zone più centrali della città, per intercettare più utenti possibile, mentre un vero bike sharing dovrebbe coprire la gran parte del territorio cittadino.

 

A Roma quindi non sta avvenendo nulla di incredibile, come dice Diario, bensì ci sono delle società private che stanno investendo nelle zone più redditizie della città per i loro legittimi scopi commerciali. La cosa che sfugge al presidente Diario è che queste società probabilmente stanno investendo a Roma proprio perché qui non esiste alcun vero servizio di bike sharing, il quale potrebbe rappresentare per loro un concorrente troppo forte. Non è quindi a caso che Roma sia la prima città italiana scelta da Uber e non ci sarà da stupirsi se non ve ne saranno altre.

 

L’unica cosa incredibile che sta avvenendo a Roma è che l’amministrazione in carica ha la possibilità immediata, da quando si è insediata, di fornire la città di un servizio di bike sharing come ce ne sono a Parigi o Milano ma per motivi sconosciuti non procede a farlo.

Chissà se questa cosa il presidente Diario la sa o ne è all’oscuro. Nel caso la conoscesse, perché non ci fa sapere il motivo per cui Roma deve rimanere l’unica città europea senza un vero bike sharing?

 

Infine, è notizia degli ultimi giorni che i vigili abbiano cominciato a sanzionare le bici di Jump in sosta sui marciapiedi. Perché solo l’insipienza dell’attuale amministrazione poteva non far considerare che diverse migliaia di biciclette ammassate nell’area centrale della città senza spazi riservati avrebbero rappresentato un problema. E questo è un altro motivo per cui un sistema di bike sharing tradizionale è preferibile per Roma. Ma questo il presidente Diario può non saperlo, d’altronde lui dovrebbe occuparsi di sport e benessere; la domanda allora è perché scrive con saccenza di cose di cui non sa?

 

L’ultima curiosità che abbiamo riguarda l’hashtag con cui il Diario chiude il suo post: “#coraggio“.

Non sappiamo cosa volesse dire ma noi lo interpretiamo nel senso che ci vuole davvero un bel coraggio a scrivere tante castronerie!

 

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4 risposte

      1. quindi fanno business senza versare niente.
        Se sei negoziante devi pagare pure la tassa sull’ombra; se hai una bancarella o un ristorante con tavolini devi pagare l’OSP; se ti fermi sulle strisce blu paghi la sosta; se hai 2000 biciclette ad occupare i marciapiedi e ad intralciare i pedoni, invece non versi un centesimo.
        gèni

        1. Non solo, il Sindaco e mezza Giunta si sono anche offerti di sponsorizzare il servizio, presenziando attivamente all’inaugurazione.

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