Il pasticcio della festa della Befana sotto inchiesta

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Neanche il commissario Tronca è rimasto indifferente alla lista dei vincitori del bando di Piazza Navona. Scorrere quel nome “Tredicine” e “Cirulli” che si ripete all’infinito non può essere messo sotto silenzio. E così ha avviato un’inchiesta interna che forse diventerà presto un’indagine della magistratura. Aver assegnato per 10 anni una manifestazione storica alle solite famiglie è la follia più grande che poteva essere fatta. La motivazione ufficiale è l’anzianità, usata come criterio premiante dal bando e che quindi ha privilegiato i soliti noti.

La motivazione reale però è l’insipienza di chi ha redatto il bando e di chi ha insistito per farlo, a partire dal Primo Municipio.

Nelle prossime ore torneremo sulla decisione di Tronca di aprire un’inchiesta e cercheremo di capire cosa accadrà adesso: sospensione del bando o prosecuzione.

Nel frattempo però una riflessione su questa storia assurda vogliamo farla assieme a voi. Anzitutto stiamo ancora aspettando che qualcuno ci spieghi che necessità c’era di rifare il bando per la festa, visto che quello dello scorso anno copriva tre anni, ossia fino al 2017. Forse il problema era che la gran parte dei vincitori dello scorso anno non hanno ritirato i titoli, volendo boicottare platealmente la festa? Scelta legittima la loro ma di cui sapevano bene quali erano le conseguenze, per cui non capiamo proprio perché il Municipio si è imbarcato in questa assurda storia solo per rimettere in gioco qualche decina di “soliti noti”.

Il primo problema è quindi che a Roma contano ancora di più gli interessi di qualche decina di esercenti piuttosto che quelli del resto della popolazione, che non aveva dato alcun segno di rimpiangere la festa stracciona di piazza Navona.

L’altro grande problema che questa storia squaderna è relativo alla stampa cittadina. Noi nel nostro piccolo è dal 23 settembre che ci sbracciamo per segnalare che si stava prospettando l’ennesimo disastro sulla festa della Befana, con tempi e modi sbagliati di intervenire. Poi hanno cominciato anche gli amici di Romafaschifo a sparare bordate, le loro senz’altro più rumorose, contro l’iniziativa del Municipio. E questo avrebbe svegliato almeno il Messaggero che a inizio ottobre era uscito con un bel pezzo descrivendo i problemi del bando.

Poi più nulla, il silenzio totale della stampa, quando si sapeva che in realtà la cosa stava andando avanti, verso un prevedibilissimo disastro (che noi avevamo paragonato a quello del Titanic). Peraltro i gravi ritardi nell’assegnazione delle postazioni avrebbe dovuto far insospettire le redazioni, ma invece niente, silenzio di tomba, mentre i blog continuavano ad avvertire del pericolo in corso.

Arriviamo infine ad oggi, quando le grandi testate si svegliano e registrano che i bellissimi proclami del Municipio in sede di presentazione del bando (“…prodotti di qualità, i prodotti tipici locali, biologici e per celiaci, riciclati e realizzati con materiali naturali.”) hanno dovuto fare i conti con i soliti operatori tradizionali della festa che ancora una volta l’hanno avuta vinta.

Ci arriva Il Messaggero, Il Corriere ed anche La Repubblica. Curiosamente poi tutti gli articoli riportano anche le dichiarazioni roboanti di un’associazione di residenti; peccato che sia la stessa associazione che all’annuncio del bando aveva espresso tutta la sua soddisfazione per la bella iniziativa del Municipio (!?!), ma anche questo fa parte dello schema classico di certo giornalismo romano: sentire il politico di turno, senza sognarsi neanche di incalzarlo, e poi sentire l’associazione amica, anche se questa non ha fatto neanche lo sforzo di leggersi una carta, tanto una dichiarazione generica appropriata al momento si trova sempre.

Il massimo lo raggiunge il Corriere che alla presidente dell’associazione fa dire: “Avevamo ragione quando, dopo il primo momento di contentezza, ci siamo resi conto che il bando avrebbe portato la sopravvivenza ai soliti noti fino al 2024 – afferma Viviana Piccirilli Di Capua, dell’Associazione abitanti centro storico – per questo mi auguro che coloro che possono, compreso il Commissario, rivedano questa situazione che non ha nulla di trasparente e va sicuramente a decremento di quanto era stato espresso dal I Municipio“. E certo, loro sì che avevano capito tutto, anche se solo dopo un “primo momento di contentezza”, ma chissà perché se lo sono tenuto per sé e ne danno notizia solo ora (chiaramente a Roma si è perso del tutto anche il senso del ridicolo).

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Tornando ai giornali, a noi viene spontaneo chiederci: a cosa serve una stampa del genere? A cosa servono i giornali se si limitano a dare la notizia del nuovo bando per la festa della Befana, senza chiedere al Municipio il perché del nuovo bando e senza verificarne minimamente i contenuti, che altrimenti si sarebbero accorti delle fregature in esso contenute. E ancora, a cosa servono se poi ignorano il proseguire della storia per farsi vivi solo alla fine a prendere atto, probabilmente sbirciando dai blog, che la fregatura si era consumata per di più senza minimamente incalzare i responsabili della stessa.

Non pensiamo di esagerare nel dire che una stampa del genere è parte integrante del grande problema romano. Come fanno i cittadini a farsi delle opinioni autonome se gli argomenti di cui parlare non sono decisi dall’attualità ma dalle redazioni dei giornali? Ce l’abbiamo ancora tutti fresca davanti la storia degli scontrini di Marino, e quella è stata solo l’ultima chiara dimostrazione di chi fa l’agenda a Roma.

Grazie al cielo c’è ormai internet che permette qualche voce discorde, voci che peraltro si stanno facendo sempre più largo. E lo fanno proprio a spese delle testate maggiori; ma se questo è un processo mondiale che nei paesi anglosassoni ha già portato a stravolgimenti in molte testate storiche, che pur assicuravano livelli di giornalismo che noi a Roma neanche ci sognamo, da noi c’è da augurarsi che arrivi quanto prima, per sperare di riformare alle fondamenta una stampa inutile, quando non dannosa, per i cittadini, e collusa col potere.

 

P.s.: nessuno degli articoli ha fatto menzione di un altro dei problemi sul tappeto, ossia il fatto che le risultanze della commissione sono arrivate tardi e quindi gli operatori vincitori non faranno a tempo a far realizzare i nuovi banchi del tipo previsto dal bando. Perciò, come abbiamo già segnalato, o ci sarà una deroga da parte del Municipio oppure gli operatori non potranno allestire i banchi. Ma anche di questo probabilmente i giornali si accorgeranno a cose fatte.

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3 risposte

  1. Bellissime le stoccate agli “storici cittadini del primo municipio” . Comunque se leggete bene tutti i giornali hanno evitato di fare considerazioni sul bando dell’anno scorso e da qui la completa uscita di scena del primo municipio. L’unico modo per sospendere il bando sarebbe quello di coinvolgerlo ma ho come l’impressione vogliano evitarlo tutti (tranne voi).

  2. Curioso infatti che nessuno abbia ancora pensato, o avuto il coraggio, di chiedere alla Alfonsi il perché del nuovo bando, per di più preparato in fretta e furia.
    Evidentemente I giornali hanno avuto l’indicazione di non scomodare il Municipio ma è proprio questo, e non il Commissario, l’unico che può fermare tutto. Ma ai giornali della realtà non importa molto …

  3. a Roma non è cambiato nulla: nè la politica ed i suoi rappresentanti, nè l’amministrazione comunale, neppure la stampa, e neanche “certe” associazioni di cittadini che erano prone ad Alemanno, hanno esaltato Marino ed ora appoggiano Marchini….. le bandierine sventolano di meno…..

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