Dopo l’infelice uscita del Sindaco Raggi su un possibile complotto per disseminare la città di Roma di frigoriferi, con l‘assessore Muraro che incredibilmente le è andata dietro come l’ultima arrivata nel settore, sarebbe facile ironia segnalare che nel frattempo i “complottisti” devono aver finito i frigo e sono passati a scaldabagno e lavatrici (come da recenti foto che seguono).

 

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La verità è invece che ben lungi dall’esserci un complotto in atto, i romani continuano a comportarsi come gli dice la testa e quindi possiamo sinteticamente individuare le seguenti macro-categorie:

  • gli ecologisti integralisti, che avvertono la produzione di ogni singolo rifiuto come una piccola sconfitta personale, arrivando a riutilizzare all’infinito il tovagliolo di carta avuto in pizzeria o a rifiutarsi di acquistare qualsiasi cosa abbia un incarto; costoro fanno del riuso una ragion d’essere e producono una quantità irrisoria di rifiuti, tutti rigorosamente differenziati;
  • i cittadini consapevoli, che si rendono conto di quanto la produzione di rifiuti non sia un male ineluttabile ma dipenda molto dai piccoli gesti quotidiani di ciascuno; costoro cercano di adottare qualche pratica per ridurre i rifiuti e si sforzano di fare una buona differenziata, cercando di conferire secondo le regole dettate dall’AMA, ingombranti inclusi;
  • gli inconsapevoli o incoscienti, quelli che credono non sia possibile una civiltà senza produzione di rifiuti, che non deve essere poi così complicato disfarsene visto che finora si è sempre fatto e che non sono convinti dell’utilità della differenziata; gli incoscienti cercano di differenziare i rifiuti ma senza convinzione, obbligati a farlo laddove costretti dalla raccolta porta a porta, ma sempre alla ricerca di modi per buttare i rifiuti alla vecchia maniera (approfittando ad esempio dei cassonetti dove presenti); costoro evitano in genere di lasciare i rifiuti in terra, a meno che non vi siano proprio altre alternative e per i rifiuti ingombranti o cercano di portarli in discarica, oppure si affidano a qualche trasportatore a bassissimo costo, non essendo un loro problema se poi quest’ultimo i rifiuti li lascerà per strada da qualche parte;
  • gli zozzoni, ovvero coloro che il problema dei rifiuti non se lo pongono neanche, non avendo idea di cosa sia il riuso, la riduzione o la necessità di differenziare i rifiuti per un loro possibile riciclo; gli zozzoni buttano tutto dove capita, in genere preferendo le modalità più comode anche se più invasive; non si fanno problemi a conferire i loro rifiuti rigorosamente indifferenziati nei cassonetti, senza alcun riguardo per il colore (per loro nei cassonetti bianchi della carta può andare qualsiasi cosa, che tanto sono convinti che alla fine l’AMA mischia tutto), o anche a lasciarli per terra se i cassonetti sono pieni, non passandogli neanche per la testa di andare a cercarne altri disponibili; e se c’è da disfarsi di rifiuti ingombranti, per gli zozzoni le discariche AMA hanno orari e modalità troppo difficili, per cui l’alternativa è andare a scaricarli in qualche angolo remoto della città oppure seminarli nottetempo vicino ai cassonetti, che tanto qualcuno poi li raccoglierà.

A livello numerico, di ecologisti veri a Roma ve n’è ancora un numero sparuto, benché in sicuro aumento, mentre di zozzoni devono essercene senz’altro di più, per quanto sempre di minoranza debba trattarsi (fortunatamente).

Il grosso della popolazione romana si divide probabilmente tra le altre due categorie, con gli inconsapevoli che hanno buon gioco a rimanere nella loro comoda ignoranza ed i virtuosi costretti a vedere i loro sforzi spesso vanificati dallo zozzone di turno.

La coesistenza a Roma delle suddette categorie fa sì che la raccolta dei rifiuti in città avvenga in maniera caotica ed estremamente invasiva. Laddove è presente la raccolta porta a porta, i cittadini sono costretti a differenziare i rifiuti ed a conferirli ad orari ed in luoghi prefissati, ma per chi non è disposto c’è sempre la possibilità di lasciare i rifiuti in strada nottetempo (ma anche di giorno), che tanto prendere una multa è praticamente impossibile. Il paradosso è che nella raccolta porta a porta sia facile essere multati nel caso di errato conferimento (basta qualche pezzo di carta nell’indifferenziato per far scattare la sanzione), essendo semplice per l’AMA elevare la multa al condominio.

 

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In centro storico chi vuole lascia il suo sacchetto vicino al cestino, tanto mai nessuno lo multerà

 

 

Dove invece sono ancora presenti i cassonetti il conferimento dei rifiuti è lasciato al buon cuore del singolo, non rischiando nulla se si conferisce nel cassonetto sbagliato oppure in strada, ingombranti inclusi.

 

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Sono spesso gli esercenti a devastare i cassonetti con i loro rifiuti, con la certezza dell’impunità

 

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Cosa ha fatto l’attuale amministrazione per incidere su una situazione come quella appena descritta? Praticamente nulla, se si esclude uno sforzo esagerato per aumentare la raccolta dei rifiuti su strada in modo da evitare gli enormi cumuli che si iniziarono a vedere durante l’estate. Ma agire solo con l’intensificazione della raccolta rifiuti è oltre che sbagliato anche insostenibile, equivalendo a voler svuotare una barca piena di falle. Se infatti non si agisce anche sulla produzione dei rifiuti ma soprattutto sul loro conferimento, non si potrà mai avere una città minimamente decente, essendo sufficiente un singolo stupido zozzone per sporcare un’area magari appena ripulita.

Così come continuando a pretendere di fare la differenziata con i cassonetti in strada in assenza di qualsiasi controllo, si potrà anche continuare a dichiarare di aver raggiunto il 45% o anche più di raccolta differenziata, ma in realtà ci si sta solo prendendo in giro, perché il contenuto dei cassonetti bianchi o blu a Roma è quanto di più inaffidabile si possa immaginare, altro che “carta e cartone” e “rifiuti plastici e metalli”.

Con la stampa che pare averne abbastanza di prendersela con la Muraro, l’unica novità reale al momento sui rifiuti è l’annuncio fatto settimane fa dal Sindaco che entro dicembre sarebbe stato presentato un piano per “rifiuti zero”. Come è già stato fatto notare, che quello dei rifiuti fosse uno dei principali e più urgenti problemi cittadini era notorio a tutti fin dall’ultima primavera, per cui è imperdonabile che Raggi e compagnia non avessero qualcosa di pronto fin dal loro primo insediamento. Inoltre a Roma già è in vigore una normativa “verso rifiuti zero”, approvata dall’Assemblea Capitolina nel 2014, e buon senso, oltre che rigore istituzionale, vorrebbero che la si tenesse presente prima di approvare qualcosa di nuovo, che a Roma il problema maggiore è l’attuazione delle norme, non tanto la loro approvazione. Ma evidentemente anche in questo il M5S ha deciso di non differenziarsi dai vecchi partiti, preferendo partire ogni volta da capo invece che cercare di cogliere il buono che già c’è.

In attesa comunque che venga fatta chiarezza sulla strategia a “rifiuti zero” del M5S, è indispensabile che l’amministrazione prenda provvedimenti immediati per reprimere i conferimenti fuorilegge dei rifiuti.

Nelle aree più periferiche della città vanno montate videocamere che riprendano chi sversa in strada così da sanzionare sistematicamente.

Vanno istituite pattuglie di ispettori che multino chiunque conferisce in strada o nei cassonetti sbagliati, coinvolgendo in questo agenti della Polizia Locale adeguatamente sensibilizzati (e magari incentivati).

Infine va emanata senza ulteriore indugio un’ordinanza che vieti il rovistaggio dei cassonetti, individuando sanzioni efficaci per i derelitti e senza-fissa-dimora che normalmente lo effettuano.

Senza iniziare a sanzionare con sistematicità i comportamenti devianti in materia di conferimento dei rifiuti la pretesa di mantenere la città pulita non potrà che configurare una sorta di delirio d’onnipotenza dell’assessore Muraro. Scenda finalmente dalla sua tecnocratica torre d’avorio l’assessore e cominci a confrontarsi col romano medio che continua a considerare i rifiuti un suo diritto inviolabile, sia come produrli che come e dove buttarli.

E a questo romano medio, a noi romani medi dobbiamo purtroppo dire, c’è solo un modo per farci cambiare idea ed è il colpirci efficacemente nel portafogli. Purtroppo ci vuole gente tosta e preparata per farlo e non sembra proprio che chi stia guidando il Campidoglio al momento sia di questa pasta.

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