Elezioni Roma 2021: un ballottaggio con scelta obbligata

Le rassicurazioni di Gualtieri sul non voler imbarcare esponenti M5S in giunta fugano ogni dubbio su chi scegliere al ballottaggio. E gli eletti di Azione potranno avere un ruolo determinante

Parliamo ancora delle elezioni in corso, ma prima di tutto una considerazione: sono settimane che siamo tutti presi dalla contesa elettorale ma nel frattempo i problemi che affliggono Roma rimangono inaffrontati e si acuiscono.

In condizioni normali, con una città organizzata e un’amministrazione funzionante, le due settimane tra i due turni elettorali possono apparire come adeguate a dar modo agli elettori di farsi un’idea compiuta su chi votare al ballottaggio. Ma nella Roma del 2021, dopo molti anni di malgoverno, storie di corruzione e gli ultimi cinque anni di una delle amministrazioni peggiori mai viste, chi scrive trova assurdo che si perda così tanto tempo prima di concluderle queste elezioni e avere finalmente qualcuno che prenda seriamente le redini della città.

 

Parlando del ballottaggio per la carica di sindaco, da queste pagine non possiamo che vedere l’ipotesi Enrico Michetti come qualcosa di disastroso per Roma. Non è per la parte politica che Michetti rappresenta, auspicando noi di poter vedere un giorno a Roma una destra moderna e di qualità, ma per la pochezza del candidato, incapace di affrontare un qualsiasi confronto, l’assenza di un programma credibile (e non copiato) e soprattutto la totale mancanza di uno straccio di classe dirigente capace di occuparsi del governo di Roma (roba probabilmente da far rimpiangere il governo grillino uscente).

 

L’unica scelta possibile per noi è quindi Roberto Gualtieri, ma come tanti questa scelta è condizionata all’impegno di non fare accordi con la nomenclatura del M5S e soprattutto di non imbarcare nel governo cittadino esponenti del M5S che si sono resi responsabili di uno dei peggiori governi della storia di Roma.

A Gualtieri va riconosciuto che già il 30 settembre ha chiarito la sua posizione al riguardo:

Al ballottaggio parleremo con gli elettori di Raggi e Calenda ma non farò apparentamenti con M5S, con Azione e Italia Viva. Io mi presenterò con il mio programma e la mia giunta“.

E per fugare ulteriori dubbi, continuamente riproposti in rete, Gualtieri ha ribadito la cosa ieri in un’intervista a Il Messaggero: nessuna presenza di esponenti del M5S nella sua giunta.

 

La nostra non è acredine o voglia di vendetta, bensì consapevolezza che gli esponenti del M5S hanno fatto già abbastanza danni e non potranno che continuare a farli se rimessi in posizioni di comando che sanno esercitare solo per mantenere il loro potere, avendo un’incapacità antropologica a governare. Tra l’altro il totale fallimento di certi individui è certificato dall’esito di queste votazioni, se solo si considera che colui che per cinque anni è stato il dominus incontrastato del commercio cittadino, ovvero Andrea Coia, ha totalizzato la bellezza di 224 preferenze!?! Come dire che neanche i più sfegatati sostenitori del M5S tali figure le vogliono più vedere.

 

Discorso diverso è il rivolgersi da parte di Gualtieri agli elettori del MoVimento 5 Stelle, non vedendo come costoro possano pensare di votare un candidato inconsistente come Michetti. Non sarà facile convincerli a tornare a votare al ballottaggio per qualcuno che la Raggi ha cercato di ridicolizzare con la storia dei tweet quotidiani sulla discarica di servizio; è però possibile che più d’uno di loro metta da parte i pregiudizi e scelga colui che appare essere l’unica speranza per rimettere in sesto Roma.

 

Ritenendo quindi sufficienti le rassicurazioni di Roberto Gualtieri rispetto al ruolo del M5S, dedichiamo anche qualche considerazione all’altro candidato che pur ottenendo un buon risultato (la sua lista è risultata la più votata a Roma) non è arrivato al ballottaggio, ovvero Carlo Calenda.

L’europarlamentare proprio ieri ha dichiarato che personalmente voterà Gualtieri, giudicando Michetti essenzialmente una disgrazia per Roma, ma che tale sua scelta non vuole essere un’indicazione di voto per i suoi elettori.

Avendo infatti lui dichiarato in campagna elettorale di non voler fare accordi o apparentamenti per il ballottaggio, Calenda ha confermato questa sua volontà riservando ai suoi eletti un ruolo di opposizione, ma di opposizione costruttiva.

 

Ebbene a nostro avviso gli eletti di Azione potranno svolgere un compito molto importante sia sostenendo la maggioranza nell’attuazione di un programma che non è poi così diverso da quello proposto da Calenda, sia opponendosi ad eventuali iniziative consociative che una parte della maggioranza volesse eventualmente prendere.

Non va dimenticato infatti che una parte del PD romano che appoggia Gualtieri è la stessa che mancò di fare la necessaria opposizione ad Alemanno, che si rese responsabile della cacciata del sindaco Marino per via notarile e che anche nei cinque anni di governo grillino non ha mai svolto un minimo compito di opposizione.

All’interno dello schieramento di centrosinistra ci sono già forze, come Roma Futura, che hanno preso un impegno esplicito a contrastare quelle vecchie dinamiche, ma l’aiuto in ciò degli eletti di Azione, anch’essa dichiaratasi contraria a quelle pratiche, sarà senz’altro molto utile.

 

Senza esagerare in ottimismo, ad avviso di chi scrive si può dire che l’opzione Gualtieri appare sufficientemente credibile per dare una svolta in positivo al governo di Roma, invertendo il declino e imboccando una strada di progresso.

Ci sarà da vigilare, come al solito, ma sembra che le tante forze positive presenti in città si stiano in qualche modo predisponendo a lavorare tutti insieme per riprendere il controllo di Roma. Come abbiamo scritto più e più volte, è solo coinvolgendo tutte le risorse sane della città che si può sperare di farla uscire dal pantano in cui è finita.

 

La pretesa di poter governare Roma in assoluta solitudine, dall’alto di una torre d’avorio inaccessibile, è stato l’errore più grande di Virginia Raggi e del M5S.

Lo schieramento che, se il ballottaggio va come previsto, si appresta a governare Roma sembra non correre quel rischio e questo è già un grosso passo avanti che potremo fare.

 

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2 risposte

  1. trovo che siate estremamente ingenerosi nei confronti di Michetti: quali frecce portate all’arco di Gualtieri per poterlo definire migliore? Capire come funziona e dirigere una macchina amministrativa non è facile. Gualtieri non lo ha mai fatto, mentre Michetti da anni, fa le consulenze ai Comuni, anche su procedimenti complessi e fondi statali ed europei.
    Sempre a proposito di Michetti e del paventato ingresso della classe politica di FdI nelle stanze comunali, non vedo il perchè essere così preoccupati: il PD romano è ancora lo stesso che andò dal notaio contro Marino ( e l’elezione di Casu alle suppletive ritengo che ne sia è l’esempio) e non è detto, nè dimostrato, che la sua classe dirigente sia migliore di quella che porterà Michetti.
    Parlate poi di Gualtieri come se fosse dominus incontrastato della sua coalizione ma non credo che potrà avere i voti di Calenda e M5S senza scendere a patti con loro.
    Ad ulteriore repulsione verso Gualtieri e la sua parte poltica ricorderei anche che non si è mai speso per la ri-negoziazione del debito del Comune nè mi rircordo di leggi a favore di Roma per concederle lo status speciale che merita.
    Ed ancora riguardo al PD: vogliamo parlare dell’assurda melina e dei millemila milioni di euro sbandierati per la Roma-Lido da Zingaretti (segretario nazionale fino all’altro ieri)? Milioni che finora non si sono visti? Che la Raggi sia stata una sventura è fuor di dubbio, ma che le abbiano messo i bastoni fra le rutoe per screditarla sulla vicenda è fuor di dubbio.
    Resta la mia stima per il Vostro lavoro di inchiesta e pungolo.
    Dissentendo cordialmente, vi auguro il meglio

    1. Grazie del commento e degli apprezzamenti.
      Riguardo Michetti, per quanto mi riguarda è sufficiente ascoltare il suo ragionamento (si fa per dire) svolto sui fondi del PNRR:
      https://youtu.be/9MnQOfWRgog?t=202

      “… non si può predefinire a monte quanto ti costerà una cosa …”(!?!)
      Inoltre la classe dirigente del centrodestra continua ad essere inesistente e infatti Michetti rappresenterebbe la sua punta di diamante, figuriamoci gli altri (ci viene in mente il solo Davide Bordoni, una nostra vecchia conoscenza i cui disastri in materia di cartelloni pubblicitari la città li sta ancora scontando dopo 12 anni).

      Rispetto invece ai pericoli rappresentati dall’immutabile PD romano, se ci segue sa quanto non perdiamo occasione per sottolinearli, così come abbiamo fatto in questo articolo.
      Siamo però convinti che Roma non sopporterebbe altri cinque anni di incapacità totale (dopo Alemanno e Raggi) per cui non vediamo alternativa a tirare fuori il meglio da Gualtieri. Ci sono elementi in Assemblea Capitolina che questa volta dovrebbero controllare che il PD non ricominci con le vecchie storie (su tutti Roma Futura e Azione) e questo dovrebbe consentire di riprendere un cammino virtuoso per Roma.

      Grazie ancora e un saluto cordiale.

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