Ed ora si torni al progetto originario dello Stadio della Roma

Virginia Raggi e Luca Lanzalone

 

La giunta Raggi non cadrà per lo scandalo Stadio della Roma, di questo siamo certi. Quello che accadrà dopo la tempesta e gli arresti di ieri sarà una sospensione dell’iter amministrativo. La variante urbanistica – che si sarebbe dovuta votare entro luglio per permettere il via ai lavori ad inizio 2019 – non sarà più portata in Assemblea Capitolina. Mettere ai voti un provvedimento che forse è frutto di pressioni e corruzione non è consigliabile per nessuna giunta, figuriamoci per quella degli Honesti.

Ecco che si apre una nuova finestra temporale durante la quale si può, anzi si deve ridiscutere l’intero progetto voluto da Virginia Raggi e Luca Lanzalone. Un progetto che regala al costruttore Parnasi milioni di euro in opere pubbliche non più a suo carico; un progetto che non prevede né il ponte di Traiano né un vero trasporto su ferro rendendo l’area un budello da quale sarà impossibile uscire; un progetto che porta ad un consumo di suolo ben maggiore di quanto non fosse previsto in quello precedente licenziato da Marino e Giovanni Caudo. Ed è a questo che occorre tornare, certamente uno dei migliori piani di sviluppo mai realizzati nella Roma del dopoguerra. Per la prima volta, il meccanismo messo in piedi dall’ex assessore all’Urbanistica Caudo, imponeva al privato di farsi carico di tutte le infrastrutture della zona: strade, metro, verde, servizi. Circa il 30% dell’intero investimento sarebbe andato a finanziare opere per i cittadini, liberando il Campidoglio dal dover realizzare tutto a proprie spese.
Il progetto della Raggi, invece, ha ribaltato l’onere a favore dei Parnasi: se nel progetto Caudo/Marino i privati avrebbero investito 350 milioni in opere pubbliche, in quello Raggi/Lanzalone a loro carico sono rimasti solo 143 milioni. Un regalo da 200 milioni. 

Luca Parnasi

 

Occorre ricordare che a settembre del 2017, la Raggi inviò un tweet ancor prima che si tenesse la Conferenza dei Servizi affermando che ogni problema era stato risolto. Quel tweet poco tempestivo fu cancellato un paio di ore dopo ma il risultato non cambiò: il governo Gentiloni aveva messo sul tavolo 100 milioni per costruire il Ponte di Traiano, senza il quale la Conferenza non avrebbe dato il via libera. Insomma i soldi pubblici arrivarono e Parnasi cantò vittoria. Raccontammo questa assurda vicenda che i 5Stelle si vendevano come un successo, nel dicembre del 2017.

 

Il tweet del dicembre 2017 poi cancellato dallo staff della Raggi

 

E veniamo a quanto accaduto ieri. Premesso che a diarioromano le soluzioni per via giudiziaria non piacciono, che le manette ci fanno paura e che riteniamo chiunque innocente fino alla condanna definitiva, ci resta il sospetto che Parnasi per risparmiare 200 milioni di opere pubbliche ne abbia spesi 500 mila in mazzette. Tutto da provare, intendiamoci. Ma è importante sottolineare quello che dice il Pubblico Ministero Paolo Ielo e quello che si legge nell’ordinanza firmata dal Gip, Maria Paola Tomassello.

– Al coordinatore di Forza Italia Palozzi, Parnasi avrebbe erogato fatture per operazioni inesistenti per 25 mila euro;
– all’ex assessore Pd Civita avrebbe promesso l’assunzione del figlio in una delle sue aziende;
– al capogruppo di Forza Italia Bordoni, avrebbe versato una somma di denaro;
– all’assessore 5stelle del X° Municipio Gianpaolo Gola, avrebbe promesso un posto al Coni o all’As Roma;
– a Daniele Piva, candidato 5Stelle alla Camera avrebbe fatto altre promesse di denaro o consulenze;
– stessa cosa a Mauro Vaglio, anche lui candidato 5Stelle al Senato e presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

Ben più grave è la posizione di Luca Lanzalone, presidente di Acea e incaricato direttamente da Virginia Raggi di seguire il dossier Stadio della Roma. Lanzalone era stato inviato a Roma da Casaleggio in persona per “consigliare” alla Raggi alcuni candidati per la direzione generale di Ama. Fedelissimo del M5S, girava per le stanze del Campidoglio senza un preciso incarico fino a che la Sindaca gli affidò formalmente le mansioni di responsabile per la giunta nella vicenda Stadio della Roma. Lavoro che gli fruttò ad aprile del 2017 la nomina alla presidenza dell’Acea con una retribuzione di 240 mila euro l’anno. Secondo i magistrati, Lanzalone avrebbe ricevuto da Parnasi 100 mila euro in finte consulenze, somma che si potrebbe configurare come una tangente.

C’è poi Paolo Ferrara, capogruppo grillino in assemblea capitolina, una figura che politicamente non piace ai blog antidegrado. Avrebbe strappato a Parnasi il rifacimento di un tratto del lungomare di Ostia che gli serviva come moneta di scambio politica presso il Movimento e i suoi elettori. Ferrara si è sospeso dai suoi incarichi e dal M5S in attesa di chiarire la propria posizione.

Ripetiamo che sarà la magistratura a fare chiarezza e ci auguriamo che questi esponenti politici possano uscirne a testa alta, ma nel frattempo ci sembra logico ripensare al progetto fortemente voluto da questa giunta con quello che abbiamo chiamato “regalo” al costruttore Parnasi. 200 milioni in meno di opere pubbliche solo per avere tagliato le due torri di Liebeskind che tra l’altro erano state giudicate eccellenti dal punto di vista architettonico da diverse commissioni di esperti, è sicuramente un regalo. E – se per l’ottenimento di questo regalo – Parnasi si è mosso corrompendo o promettendo……………beh il progetto è viziato.

Lo Stadio si deve fare a nostro avviso: porta sviluppo, posti di lavoro e attrae nuovi investimenti. Ma si deve fare come era stato previsto nell’impostazione della precedente giunta. Tante opere pubbliche a favore dei cittadini, infrastrutture di trasporto e bell’architettura. La Raggi darebbe un segnale importante se valutasse il ritorno a quella impostazione. Allora davvero potrebbe dire che la sua è la giunta dell’honestà!

 


Sulla vicenda leggi anche i precedenti articoli di diarioromano che lanciavano allarmi nel 2016/2017

Sullo Stadio della Roma c’è poco da cantar vittoria 

Raggiungere lo Stadio della Roma sarà 10 volte peggio di un centro commerciale la domenica

Sullo Stadio della Roma si rischia grosso

Anche sullo Stadio della Roma, trasparenza e partecipazione a 5Stelle

 

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