La scorsa settimana il Sindaco Raggi ha comunicato via facebook l’inizio della riapertura dei nasoni a Roma.

Come si ricorderà le fontanelle che a memoria d’uomo mai erano state chiuse a Roma, lo scorso anno lo sono state per fronteggiare il periodo di eccezionale siccità.

Fin da subito bollammo la decisione come l’ennesimo affronto ad uno dei simboli di Roma, perpetrata da chi evidentemente la città né la conosce né la ama veramente. Come scrivemmo, la soluzione lo scorso anno non doveva essere la chiusura delle fontanelle bensì l’installazione di rubinetti.

La siccità è passata da quel dì, quasi un anno, ma le fontanelle sono rimaste in gran parte chiuse per motivi che non sono stati comunicati. Solo ora, a ridosso dell’estate, l’ACEA sta provvedendo alla loro riapertura, col rischio che tra un mesetto dovranno rifare l’operazione opposta nel caso di nuova straordinaria siccità. Misteri di quel carrozzone chiamato ACEA che solo il Sindaco Raggi ed il presidente De Vito riescono ancora a magnificare.

 

Il comunicato del Sindaco suona comunque curioso, per non dire contraddittorio. Ella infatti sottolinea più volte la necessità di non sprecare l’acqua:

 

L’acqua è il bene più grande. Una risorsa preziosissima che va tutelata. Per questo dobbiamo fare tutto per non sprecarla.

[…]

Avere un accesso facile all’acqua potabile deve essere un diritto universale, non può essere un privilegio, ma è necessario non sprecarla. Per questo nei prossimi giorni lanceremo una campagna per l’uso responsabile della risorsa.

 

Anzitutto salta agli occhi la contraddizione tra l’affermare che l’accesso all’acqua potabile è un diritto universale ed il fatto che per quasi un anno questo diritto è stato negato a romani e turisti.

Ma poi verrebbe da chiedere al Sindaco come si concilia la necessità di non sprecare l’acqua con la riapertura delle oltre 2000 fontanelle che, nel perdurare l’assenza di rubinetti, giorno e notte ricominceranno a buttare acqua nelle fogne.

Come una contraddizione del genere possa far bella mostra di sé sulla pagina del Sindaco di Roma è cosa che sfugge alla comprensione. Ci arriverebbe anche un bambino al solo leggerla ed invece per il Sindaco è un motivo di vanto.

 

Finisce qui il nostro ennesimo esercizio retorico perché già sappiamo che né il Sindaco ne tantomeno l’ACEA riterranno il caso di fornire qualche spiegazione sulle tante stranezze intorno ai poveri nasoni.

 

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