“Inoltre manca una delle emergenze più gravi di questa città: il decoro. Non una riga è stata dedicata alle bancarelle, alle scritte sui muri, ai vagoni della metro devastati, ai manifesti affissi ovunque, al verde totalmente abbandonato. Una mancanza gravissima per una Roma che è finita sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo proprio per la sua condizione di degrado senza pari. Sembra quasi che chi ha redatto il documento viva in un altro pianeta, fatto di una città bella, ordinata, priva di degrado.”

Non è elegante autocitarsi, lo sappiamo, ma ci perdonerete perché quell’articolo ci costò decine di insulti da parte di lettori grillini che ci hanno bollato come nemici senza capire che è solo dalle idee e dal confronto che nasce il buon governo e che plaudire il capo per fede porta diritti contro un muro.

Sono trascorsi due anni e Roma è ridotta peggio di sempre, i 5Stelle registrano un crollo dei consensi e la Raggi ancora prosegue con i “faremo”, “vedremo”…! Ecco allora che il ruolo di Retake e la sua esperienza maturata sul campo dovrebbero essere considerati seriamente dalla Sindaca.

Retake ha incontrato la Raggi a marzo e poco dopo le ha inviato un documento contenente 8 azioni per Roma. Ma nessuna risposta è mai arrivata. Eppure Retake conta 70 gruppi di quartiere, 40 mila iscritti ed è la rete di volontariato civico più importante in Italia. Se non risponde neanche a loro, la giunta a chi deve rispondere?

Il documento indica 4 emergenze (scritte vandaliche, affissioni abusive, aree verdi e aree giochi) e elenca una serie di azioni da compiere insieme. La Onlus, infatti, offre la propria collaborazione per la soluzione di ciascuna emergenza.

SCRITTE. Lamenta che dal 2016 non esiste più un servizio di Ama per la loro cancellazione. Che non si registra mai un impegno per individuare gli autori che sarebbe molto facile rintracciare dato che a ciascuna firma corrisponde un nome e cognome pubblicati su Facebook. Che non si fa alcuna attività di informazione e prevenzione nelle scuole. Che la Sovrintendenza è sorda sui deturpamenti di beni storici (per esempio Ponte Cestio) e che Atac si disinteressa dei treni della metropolitana ridotti ad una lavagna per graffitari. Retake offre alcune idee interessanti.

AFFISSIONI ABUSIVE. Anche in questo caso lamenta il totale disinteresse delle istituzioni per le migliaia di adesivi di traslocatori che nascondono un business illecito di sversamento di rifiuti nelle campagne di Roma. E poi le affissioni dei circhi (ai quali andrebbe concessa la licenza solo se rispettano le norme in tema di manifesti), l’applicazione del Prip (Il Piano Regolatore della Pubblicità) e le plance elettorali da rinnovare o eliminare.

AREE VERDI. Retake chiede una procedura più snella per i propri volontari che vogliano curare parchi e giardini (oggi occorrono permessi che si impantanano nella burocrazia) e l’assegnazione degli spartitraffico delle periferie per i quali è scaduta la convenzione e che oggi non sono seguiti né dai Municipi, né dal Servizio Giardini.

AREE GIOCHI. La gran parte – denuncia il documento – è chiusa e in abbandono. Retake si offre di riparare i giochi guasti e installare quelli presenti nei magazzini del Comune, a patto che vi sia un piano di manutenzione e vigilanza da parte dell’amministrazione.

Il documento poi prosegue chiedendo una serie di punti di collaborazione con Ama, con le partecipate (Atac, Acea, etc), una partnership con imprese private e l’entrata in vigore di un Regolamento per i beni comuni.

Insomma una serie di proposte concrete e offerte di collaborazione davvero interessanti per le quali il silenzio della giunta è davvero imbarazzante e, forse, offensivo.

C’è da dire che anche diarioromano e l’associazione bastacartelloni avevano ricevuto un trattamento simile. Il documento antidegrado presentato in campagna elettorale a tutti i candidati fu ignorato totalmente dai 5stelle (mentre Roberto Giachetti lo fece proprio inserendolo in parte nel suo programma). Senza voler mettere in concorrenza i due documenti, quello di Retake è certamente più orientato al volontariato mentre quello di bastacartelloni è più organico, rivolto a soluzioni concrete che l’amministrazione deve prendere da sola. Entrambi i documenti chiedono che la Sindaca nomini un responsabile per il decoro che risponda direttamente a lei.

In dettaglio il testo di Retake dimentica uno degli aspetti fondamentali del degrado romano che è quello delle bancarelle presenti sui marciapiedi di ogni strada commerciale. E forse manca una visione complessiva del movimento antidegrado. Fare pressione sul Campidoglio insieme ai blog e alle altre associazioni può mostrare un fronte compatto che rappresenta istanze avvertite da tantissimi che però non riescono ad organizzarsi.

La nostra stima per Retake è grande e la loro azione è stata davvero encomiabile ma, come abbiamo scritto altre volte, non può limitarsi ad organizzare eventi di pulizia. Senza “fare politica” non si otterranno risultati: è come svuotare il mare con un cucchiaio. E alla fine il rischio che i volontari si stanchino è molto concreto. Ecco perché azioni come questa del documento sono importantissime e indispensabili per costruire una speranza per il futuro.

Se la giunta resterà sorda anche a questo appello non si dovrà stupire se sarà ricordata come la peggiore dal dopoguerra.