Brinchi (RSM): “Voglio convincere il 43% dei romani ad usare il trasporto pubblico”

Roma Servizi per la Mobilità è sempre più centrale nella nostra vita di tutti i giorni. E’ da questa agenzia che dipendono molte scelte strategiche relative a trasporti, strade, mezzi pubblici. Con il collega Roberto abbiamo incontrato il presidente Brinchi per un lungo colloquio che è stato pubblicato anche sulle pagine di Quattroruote. Ve lo riproponiamo perché contiene molti spunti interessanti. F. G.

Stefano Brinchi

 

“Il mio obiettivo è quello del Pums e cioè portare la percentuale di romani che usano il trasporto pubblico al 43% nei prossimi dieci anni”.

Stefano Brinchi, alla guida di Roma Servizi per la Mobilità da marzo del 2018, scandisce con decisione il traguardo del suo mandato. Ingegnere, 45 anni, una carriera quasi tutta interna alle strutture capitoline di trasporto, prima in Sta e poi Atac, è stato responsabile della Pianificazione e Mobilità del Trasporto Pubblico. Anche il Pums è in buona parte opera sua, dato che ne ha coordinato la segreteria tecnica.

“Dunque anche da lei arriva una dichiarazione di guerra all’auto privata?”
“Partiamo col dire che non è pensabile ipotizzare l’eliminazione di una componente del traffico perché gli spostamenti sono legati alle esigenze e alla condizione psicologica di ciascuno. Tra l’altro Roma è una città a “macchia di leopardo” con zone a bassa densità abitativa difficilmente servibile con trasporto pubblico a frequenza. In quelle zone l’accessibilità deve essere sempre e comunque garantita, la strada ci deve essere e quindi anche il mezzo privato. Dopodiché io devo lavorare per realizzare infrastrutture e dare le regole. Se offro un’alternativa credibile, nel senso che i tempi di percorrenza siano ragionevoli, il cittadino la prenderà in considerazione non perché l’ho imposta ma perché è conveniente”.
In realtà i romani non riescono a fidarsi del mezzo pubblico per la disastrosa situazione di Atac, come pensa di far cambiare loro idea?
“Oggi la componente auto negli spostamenti pesa per il 50%, le moto per il 15% e il Tpl è al 29. Questi numeri sono frutto di quello che è stato fatto in termini di opere e di scenario futuro. Noi possiamo agire con delle nuove regole, per esempio sulla sosta tariffata per rispondere al fatto che una vettura resta parcheggiata per il 95% del tempo. Poi ci sono azioni legate al road pricing o alla pollution charge e altre scelte legate alle infrastrutture di trasporto pubblico. Non si tratta quindi di fare una battaglia all’auto ma di convincere l’automobilista che utilizzare sempre la sua vettura è costoso e incide sulla vita degli altri perché occupa lo spazio pubblico che è limitato”.

Non ha risposto però su Atac. Fino a che l’azienda non potrà costituire una vera alternativa che scelta ha chi deve spostarsi a Roma?
“Rispondo citando il mio caso personale: in ufficio vado quasi tutti i giorni in metro. La rete del Tpl potrebbe essere più ampia ed efficiente, ma bisogna distinguere tra servizio sociale e servizio di trasporto pubblico che deve stare sul mercato. Da una parte si chiedono linee per accogliere anche un solo passeggero/giorno, dall’altra si misurano le efficienze delle aziende valutando quanto i ricavi da tariffa riescono a coprire i costi. Servizi di TPL “forti” possono sicuramente costituire la vera alternativa, per questo abbiamo rimesso in campo i progetti per i prolungamenti delle linee sotterranee esistenti e la realizzazione di nuove tratte come la linea D. In ogni caso stiamo facendo il massimo per aumentare i km di piste ciclabili e convincere i cittadini a utilizzare mezzi in condivisione”.

A questo proposito, lei crede nel car sharing, nello scooter sharing ?
“Ci credo moltissimo. Sono convinto che sarà sempre più protagonista negli spostamenti e non solo per i giovani che già oggi la usano in maniera semplice. Io stesso passo dalle moto di ZigZag o eCooltra, alle auto di Enjoy, Car2Go, Sharen’go, Popmove o alle nostre auto comunali in sharing”.

 

A proposito dello sharing comunale, sembra non piacere più ai romani. Come mai?
“Noi offriamo un servizio diverso da tutti gli altri”.

Si ma perde più di un milione di euro.
“Non è proprio così. Non so chi vi ha dato questi numeri”.

Sono sulla delibera che rinvia il servizio fino al 31 dicembre e che parla di soli 3.500 utenti. E’ un’attività che sta morendo?
“Guardi, a noi il car sharing costa in servizi (noleggio auto, pulizia vetture, ecc) circa 725 mila euro l’anno, ma ne incassiamo quasi 600 mila, quindi non sta morendo. Anzi, continua ad essere una validissima alternativa di mobilità. Con la nostra auto puoi arrivare ad Ostia, tenerla fino a sera, perché non abbiamo una tariffa composta solo sul tempo di utilizzo. Poi ci sono i parcheggi riservati, la possibilità di utilizzare le preferenziali. Io ci sto facendo una battaglia, perché per me questo è un servizio che va assicurato a prescindere dai costi. E’ concepito non per fare ricavi, come è giusto che sia un servizio per la collettività.

Quindi sta dicendo che il Car Sharing comunale verrà rinnovato anche per il 2020 e il 2021?
“Lo spero proprio. Sono gli elementi che metteremo a disposizione dell’amministrazione per poter prendere la decisione migliore”.


C’è qualcosa in vista sui semafori intelligenti?
“Assolutamente sì. Stiamo aggiudicando una gara che prevede la sincronizzazione semaforica di diversi assi stradali tra i quali: viale Palmiro Togliatti, via Prenestina, Porta Maggiore-Termini, corso Trieste -viale Libia-Val Melaina. Quello del tram 8 l’abbiamo completato anche se i vantaggi ancora non si vedono perché i tram sono costretti ad andare piano per problemi di vibrazioni agli edifici di viale Trastevere”.

Parlavamo di car sharing ma a Roma manca per gli spostamenti minori il bike sharing. Avete dei piani in proposito?
“Da poche settimane è stato lanciato un avviso pubblico per riportare il flusso libero a Roma. Sarà diverso dai precedenti perché vi saranno degli spazi riservati dove lasciare le bici e ci saranno molte rastrelliere distribuite in città. Nell’avviso è previsto che i mezzi abbiano il Gps contrariamente ai sistemi precedenti e questo potrebbe ridurre il vandalismo. C’è poi un sistema di sharing tradizionale previsto nella riforma degli impianti pubblicitari che però non ha concluso tutti i passaggi”.

Per la verità i passaggi sono completati, mancano solo i bandi. Perché tutto questo ritardo, per una riforma approvata nel 2014 alla quale contribuì anche l’M5S?
“Prendo l’impegno di parlarne con l’Amministrazione Comunale e terrò aggiornati i vostri lettori”.

Sembra che la ciclabilità non sia stata una priorità di questa amministrazione, non è stato più nominato il bike manager…
“La interrompo perché noi crediamo molto nella ciclabilità, tanto è vero che Roma Servizi per la Mobilità è diventata stazione appaltante per le piste ciclabili e ne stiamo realizzando come mai era stato fatto in passato. Abbiamo concluso quella sulla Nomentana, manca poco per la Tuscolana, sono appena partiti i lavori sulla Prenestina che saranno di circa 6km tra Porta Maggiore e la Togliatti. Poi sto firmando i contratti per cinque progetti di ricucitura e spero entro l’anno di portare a termine il collegamento tra Battistini e l’ospedale Gemelli”.

Come vorrebbe che fosse la Roma del 2030 dal punto di vista della mobilità?
“Con assi stradali dove ciascuno ha il suo spazio: le auto sul loro, i pedoni sui marciapiedi e le bici su corsie riservate. Perché è sulla mobilità muscolare che dobbiamo puntare. Per farlo dobbiamo insegnare ai nostri figli a comportarsi in maniera sostenibile. Se li porti a scuola in macchina, loro faranno lo stesso con i loro bambini. L’anno scorso siamo andati nelle scuole a spiegare a 4mila ragazzi come ci si può spostare in città senza inquinare. E quest’anno spero arriveremo a 12mila studenti raggiunti. Io non ho trovato un solo bambino che non fosse attento a quello che dicevamo. Gli adulti invece hanno ancora molto da imparare”.

 

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