ATAC Fase2 – Le stazioni Metro da evitare come la peste

Una simulazione degli accessi alle fermate della metropolitana di Roma con le nuove regole mostra in alcuni casi attese anche di ore. La sopravvivenza affidata agli stessi utenti

Il test alla stazione Metro San Giovanni è stato un flop clamoroso, ma è il massimo che riesce a fare ATAC, né proverà a fare di meglio. Come al solito toccherà agli utenti inventarsi un modo per sopravvivere alla giungla urbana.

 

Abbiamo preso i dati ufficiali relativi a tutti gli ingressi in tutte le stazioni Metro di Roma nel 2018 (ultimi disponibili), e abbiamo fatto una simulazione per capire le stazioni più critiche, in base ad alcune stime statistiche (solo ATAC comunque conosce i dati reali sui picchi di accessi e l’andamento esatto in base alle fasce orarie).

Le banchine sono lunghe 120 metri e sono larghe almeno 3 metri, in teoria potrebbero posizionarsi almeno 120 persone, vediamo come andrebbe con 90, se tutto funzionasse alla perfezione.

 

Sulla Metro A la stazione più critica è Termini.

 

Se il flusso fosse quello di sempre, la mattina si creerebbero code di oltre 2,3 km con attese di almeno 42 minuti. Se il flusso fosse ridotto al 70% (cioè il 30% in meno), la situazione non diventerebbe critica, purché la Metro sia regolare e si facciano entrare almeno 90 persone per volta. Le altre stazioni critiche sono San Giovanni, Flaminio (e, col ritorno dei turisti, Ottaviano).

 

Passiamo alla Metro B. Anche qui la stazione più critica è Termini.

 

Qui la fascia oraria più critica è nel pomeriggio, con code di oltre 2,3 km e attese di almeno 70 minuti. Se il carico fosse ridotto al 70% (ipotesi verosimile), non dovrebbero verificarsi particolari criticità, SE e SOLO SE sarà possibile accedere in 90 per volta, e la Metro sarà regolare. Le altre stazioni critiche sono Tiburtina, Piramide (e, col ritorno del turismo, Colosseo).

 

Passiamo alla Metro C. Con la sua frequenza a 9 minuti è la più critica in assoluto, sebbene i problemi siano tutti e solo al capolinea San Giovanni. Qui potrebbero formarsi code già dalla mattina, e arrivare a livelli insostenibili per ora di pranzo (abbiamo omesso i numeri dalle 5:30 alle 12:30 perché essendo un capolinea di arrivo e non di partenza in quella fascia oraria, non è possibile usare uno schema standard di calcolo).

 

Chi si mette in coda alle 16:30 potrebbe entrare in Metro alle 21. È assolutamente necessario aumentare il numero di accessi consentiti almeno a 150 per volta (nell’ipotesi di afflusso al 70%), e l’ampia banchina lo consentirebbe. Considerati i numeri in gioco, chiunque debba prendere la Metro C a San Giovanni farebbe meglio ad andare alla stazione di Lodi o trovarsi una qualsiasi altra alternativa.

Roma pagherà a carissimo prezzo tutti i ritardi legati allo sviluppo della Metro C.

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