Prendiamo spunto dalle ottime riflessioni degli amici di Carteinregola per tornare a parlare dell’ennesimo pasticciaccio che ha visto protagonista l’amministrazione comunale riguardo l’ATAC.

Non potremmo essere più d’accordo con Anna Maria Bianchi Missaglia in quello che scrive. Ecco l’incipit del suo pezzo che vi invitiamo a leggere tutto:

 

Quando si arriva al punto di piegare  la verità alle ragioni della propaganda, si profilano tempi assai oscuri per la città e per i cittadini. Chiediamo alla Sindaca Raggi e alle tante persone serie e rispettose dell’interesse pubblico che lavorano con la  maggioranza capitolina di riportare questa amministrazione sui  binari della trasparenza e della responsabilità, anteponendo le ragioni del bene pubblico a quelle della popolarità del MoVimento. Solo chi rispetta la verità e la dignità dei cittadini può chiedere aiuto per portare Roma fuori dal pantano in cui continua a dibattersi.

 

Ed è il vero punto che coglie il pezzo che ci interessa, al di là delle ampollose dichiarazioni che il Sindaco Raggi ama sciorinare. Scrive ancora l’estensore dell’articolo:

 

Perché il vero punto è: cosa intende fare questa Amministrazione – facendolo rapidamente – per affrontare una situazione del trasporto pubblico ormai abbondantemente oltre il punto di non ritorno,  che a quanto pare sta per implodere definitivamente?

 

Una volta che Rota ha deciso di abbandonare l’incarico che aveva (ed il fatto che lo avesse fatto da tempo senza che l’amministrazione avesse sentito il bisogno di comunicarlo è l’ennesimo tradimento della solo sbandierata “Trasparenza e Partecipazione”) il problema non è tanto chi abbia tradito la fiducia di chi, bensì il cosa si intenda fare per provare a risanare un cadavere come ATAC. Passato oltre un anno di governo cittadino, il vedere che siamo tornati alla casella di partenza, con un vertice aziendale tutto da ricostruire fa venire lo sconforto, oltre che rafforzare la convinzione che l’unica strada è quella indicata dai Radicali Italiani.

Ora ATAC ha un nuovo presidente e amministratore delegato, Paolo Simioni, con Manuel Fantasia che ha visto drasticamente ridimensionato il suo ruolo (e vorremmo vedere). Si può ragionevolmente sperare che questo nuovo vertice collegiale riesca a prendere finalmente le redini di un’azienda che i più danno ormai per abbondantmeente defunta? No, ragionevolmente no.

 

Tornando però al pasticciaccio Rota, volevamo spendere qualche parola sul ruolo che vi ha svolto il presidente Enrico Stefàno, chiamato in causa da Rota per aver ricevuto presunte raccomandazioni.

Stefàno noi l’abbiamo conosciuto fin dai tempi di Bastacartelloni, quando da consigliere di minoranza partecipava con assiduità e appassionato spirito di servizio alle riunioni della commissione commercio dove si discuteva la riforma dei cartelloni pubblicitari.

L’abbiamo poi apprezzato come consigliere di maggioranza e presidente della commissione mobilità, unico dei quattro consiglieri M5S della passata legislatura a mantenere il contatto con i cittadini e le associazioni. Siamo personali testimoni dell’impegno che Stefàno mette nel suo incarico di presidente di commissione, e di quanti progetti di miglioramento reale della mobilità a Roma stia portando avanti, laddove troppi suoi colleghi continuano a rimestare l’acqua nel paiolo o addirittura si sono schierati palesemente a protezione di qualche lobby ai danni di Roma e dei cittadini.

Quando abbiamo letto le dichiarazioni con cui Rota accusava Stefàno di avergli raccomandato una società di bigliettazione ed alcuni giovani dirigenti di ATAC siamo rimasti molto perplessi, convinti che certi metodi non siano proprio nelle corde di un neofita, seppur appassionato politico, come Stefàno.

Leggendo poi le precisazioni di Stefàno e la chat che egli stesso ha voluto pubblicare per dimostrare in che modo aveva accennato a Rota della società di bigliettazione, la nostra convinzione si è rafforzata: quelle di Stefàno saranno state solo proposte o sollecitazioni prive di qualsiasi intenzione impositoria, proposte che invece una persona navigata come Rota avrà interpretato come le solite segnalazioni che i politici si aspettano vengano soddisfatte.

Sul punto non ci sembra ci sia nulla da approfondire quindi ed anzi riteniamo anche la querela presentata da Stefàno un inutile strascico ad una polemica sterile: sarebbe bastato a Stefàno aggiungere, oltre alla chat pubblicata, che Rota deve aver male interpretato le sue parole ma che la cosa finiva lì, avevndo tutti ben più importanti problemi da affrontare.

Ed è proprio relativamente a questi più importanti problemi che invece a nostro avviso Stefàno dovrebbe dare qualche spiegazione convincente.

Perché se lo riteniamo, come scritto, del tutto innocente rispetto alle infamanti accuse avanzategli da Rota, non riusciamo a capire come gli sia venuto in mente di rispondere lui alle interviste rilasciate da Rota.

A nostro avviso Bruno Rota aveva ragione da vendere nelle interviste rilasciate e l’amministrazione avrebbe dovuto rispondere nel merito delle sue accuse, sul fatto che le deleghe gli siano state date con enorme ritardo e soprattutto sul mancato appoggio che le sue proposte, dolorose ma apparentemente improrogabili (a detta praticamente di tutti a parte l’ex amministratore unico di ATAC, Manuel Fantasia, il Sindaco Raggi ed i suoi supporter), hanno ricevuto.

Invece, oltre a non rispondere a Rota nel merito, nessuno si è peritato di avanzare proposte alternative alle sue per salvare una società stramorta ma che apparentemente l’attuale amministrazione vuole resuscitare come un novello Lazzaro.

Perché allora Stefàno ha voluto rispondere a Rota con un messaggio diretto, accusatorio e privo di elementi seri di contraddittorio? Forse Stefàno non sapeva che Rota le deleghe se le è dovute sudare per mesi? O che Rota aveva già rappresentato le sue perplessità ed anzi già presentato le sue dimissioni?

La risposta di Stefàno sarebbe dovuta venire dall’assessore Meleo, da lei sì che ci saremmo aspettati una mossa tanto inutile e contraddittoria, tutta informata alla politica (si fa per dire) del Sindaco Raggi la quale, piuttosto che puntare alla soluzione dei problemi, continua a concentrarsi sulle persone mostrando una totale avversione per chiunque non sia yes-man o yes-woman.

Da Stefàno ci saremmo invece aspettati un discreto silenzio di fronte all’ennesimo fallimento dell’amministrazione in carica per cercare di risanare ATAC, avendo capito che anche la presentazione di una proposta alternativa vorrebbe dire mettersi contro il Sindaco.

A noi sembra che una persona appassionata e capace come Enrico Stefàno abbia deciso che è meglio cercare di portare avanti tanti piccoli progetti di miglioramento della mobilità, piuttosto che mettere bocca sulle questioni più grandi dovendosi mettere in contrapposizione con tutti gli incapaci dal Sindaco in giù. Se però questo è l’approccio scelto, suggeriremmo a Stefàno di tenersi alla larga dalle beghe che il Sindaco stesso si crea con la propria incapacità ed indecisione. Non si faccia coinvoglere nelle polemiche stupide e sterili e non si faccia trovare quando qualcuno, il Sindaco o qualcun altro dei suoi scherani, gli chiede di tirare una bordata a questo o quello. Tenga spento il cellulare qualche volta, che è meglio.

 

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2 risposte

  1. Io invece, in tutta sincerità, non capisco la difesa “a prescindere” di Stefàno da parte di questa testata, non capisco l’assunto che sia meglio degli altri e non confondibile con il resto della ciurmaglia dei pentacretini… vi siete resi conto che, a un’intervista critica nel merito dei problemi rilasciata da Rota, lui ha risposto (in perfetto stile grillino) con insinuazioni e attacchi personali, conditi dalla malafede – consistente nell’ignorare volutamente l’enorme ritardo nel rilasciare le deleghe all’ex dg? Come ha fatto questo a diventare “Stefàno non doveva rispondere a Rota?”
    Ancora convinti della buonafede del suddetto anche dopo il ridicolo video pubblicato a difesa delle vergognose navette sostitutive della Metro A o avete capito che, nel meraviglioso mondo pentagrullino, o sei fuori di testa (come ad esempio Gatta, la fantastica nuova assessora – sigh) o sei cacciato via?

  2. … Tutto questo sorvolando per amor di patria sul fatto che non c’è niente di normale, corretto e trasparente se un consigliere comunale si sente autorizzato a ricevere e – men che meno – a indicare ai vertici di ATAC DITTE CHE PARTECIPANO ALLE GARE INDETTE DALLA PARTECIPATA FACENTE CAPO AL COMUNE MEDESIMO…
    Non so se sia più grave non capire l’enorme conflitto d’interessi o – come minimo – l’enorme ingerenza che si crea o far finta di non capirlo da parte dell’ineffabile Stefàno

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