Ancora asfittico il dibattito sul futuro sindaco di Roma

Dopo la ricandidatura della Raggi, né il PD né il centrodestra hanno fatto progressi per presentare una valida offerta politica alle prossime elezioni. L'unica speranza al momento è nell'area liberal del centrosinistra

Novità quotidiane per le elezioni comunali del prossimo anno, ma l’impressione è che tutti o quasi i partiti stiano ancora cincischiando in attesa dell’esito delle regionali+referendum del 20 e 21 settembre pp.vv.

 

L’ultima novità, di ieri, è la possibile “fuga solitaria” dell’area liberal del centrosinistra romano, quella costituita da Italia Viva, Azione! e +Europa, letta su un lancio dell’«Agenzia DIRE». L’elemento comune di queste formazioni è il rifiuto pregiudiziale di qualsiasi accordo con il M5S a Roma e vedere il PD cercare possibili convergenze con l’attuale alleato di governo ha fatto dire ieri a Riccardo Magi, esponente di spicco di +Europa, che nessuna ipotesi è esclusa.

Dice Magi: “Rimandando tutto a dopo le elezioni si perde solo tempo prezioso e utile ad aprire un confronto sui temi, gli obiettivi e le candidature, quindi io al momento io non escludo nulla. Di certo c’è che il Pd sta perdendo tempo e che questa indecisione e’ una grave irresponsabilità politica. Noi intanto continuiamo a lavorare sui grandi temi di Roma, sui problemi e sulle soluzioni per risolverli“.

 

Il giorno prima era stata la volta di Giovanni Caudo, attuale presidente del Municipio III nonché ex assessore all’urbanistica nella giunta Marino, che aveva annunciato la sua disponibilità a partecipare alle primarie del centrosinistra. Una candidatura di peso quella di Caudo, perché ha le competenze e l’esperienza giusta per affrontare un compito improbo come governare Roma e perché ha già dimostrato di saper battere alle primarie i candidati del PD.

Da notare la malizia de La Repubblica che riprendendo la notizia della candidatura di Caudo, uscita originariamente su Il Tempo, mette nel titolo l’inchiesta in cui il professore è coinvolto. Si tratta dell’indagine sulle torri dell’EUR, un progetto seguito da Caudo quando era assessore all’urbanistica, che dura da cinque anni e per la quale il professore ha incontrato più volte il pubblico ministero.

Se dopo cinque anni non c’è stato alcun rinvio a giudizio, non crediamo che questa indagine possa essere considerato un problema per la candidatura di Giovanni Caudo. Ma soprattutto, se Repubblica ha deciso di assumere un’atteggiamento giustizialista, perché non comincia a ricordare quotidianamente che a Roma abbiamo le due più alte cariche cittadine al momento a processo? Per ottobre è attesa la sentenza di secondo grado per il sindaco Raggi, accusato di falso, mentre il presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, è a processo per corruzione.

 

Tornando alle elezioni del prossimo anno, mancano ancora il posizionamento del PD, che ondeggia tra il nulla cosmico degli esponenti romani e le dichiarazioni anti-Raggi di Zingaretti, e l’individuazione di un candidato credibile per il centrodestra.

Quello che però manca davvero in tutti gli schieramenti è un dibattito pubblico dove presentare la propria comprensione dei problemi di Roma e spiegare come li si intende affrontare.

 

A metà agosto avevamo dato conto di alcune prese di posizione che ci sembravano andare nella direzione giusta in vista delle elezioni del 2021. C’era stato Enrico Stefàno che aveva manifestato la sua contrarietà ad una riproposizione di Virginia Raggi come candidato sindaco in assenza di una riflessione sull’esperienza di governo a Roma del M5S.

“… mi sarebbe piaciuto avviare una seria riflessione interna e un ampio dibattito per discutere di cosa a Roma ha funzionato e cosa no, di quali e quanti errori sono stati commessi (perché ne sono stati commessi) e come evitare di ripeterli in futuro. Degli obiettivi raggiunti e quelli mancati. Tanto per dirne una da oltre due anni siamo senza Assessore ai Rifiuti…” aveva scritto Stefàno nel suo post. Peccato che la sua proposta sia stata semplicemente ignorata dal M5S.

 

Dello stesso tenore è stata la proposta di Gianni Cuperlo, esponente di spicco del PD, che ai suoi compagni di partito ha scritto:

Lasciate stare per qualche settimana il valzer dei nomi, conservate gazebo e primarie e costi e alleanze per il dopo, e prima di ogni altra cosa convocate una grande assemblea popolare in ciascuno dei Municipi e invitate la rete più vasta di associazioni, forze economiche e del lavoro, il volontariato, chi anima cultura e sport, i soggetti degli spazi pubblici e costruiamo una grande opera di ascolto e raccolta di ciò che dal cuore della città si chiede a un’altra stagione.

Come previsto però anche la proposta di Cuperlo non ha ricevuto alcuna considerazione in un PD che pur annaspa per trovare un modo decente di presentarsi alle elezioni del 2021.

 

Purtroppo bisognerà aspettare l’esito delle esezioni regionali di fine settembre per sperare di vedere qualche movimento concreto nei partiti maggiori a Roma. A quel punto mancheranno meno di otto mesi alle elezioni, un tempo alquanto breve per poter mettere insieme una macchina ed una squadra credibili per governo della capitale d’Italia.

 

Forse non sarebbe proprio una cattiva idea se l’area liberal del centrosinistra prendesse l’iniziativa e cominciasse un ascolto dei cittadini e delle realtà associative a Roma allo scopo di presentare una proposta per il governo della città. In un’iniziativa del genere potrebbe probabilmente confluire anche Giovanni Caudo e la cosa potrebbe finalmente aggregare il vasto elettorato di centrosinistra che mai voterebbe (o rivoterebbe) il M5S e tantomeno lo stesso PD che cinque anni fa defenestrò Marino per via notarile.

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