Ambulanti: il I Municipio ha un piano ma potrebbe rivelarsi un flop

Secondo una bozza, nel 2024 tutto sarà messo a gara e potrebbero sparire 300 postazioni. La novità anche per mercati, edicole e fiorai

Al momento non c’è nulla di deciso ma solo un testo che dovrà essere vagliato dal Campidoglio e poi percorrere un lungo iter. A quanto rivela il quotidiano la Repubblica, il I Municipio vorrebbe rivoluzionare il commercio ambulante sul proprio territorio e avrebbe inviato questa bozza di delibera all’assessorato capitolino al commercio e al Sindaco.

La parte centrale della città è quella più colpita dalla gran quantità di bancarelle, spesso posizionate senza regole e decoro. Inoltre la “liberalizzazione” dovuta alla normativa Covid che ha permesso ai tavolini di distribuirsi ovunque ha peggiorato ulteriormente la situazione. Per questo motivo, la presidente Lorenza Bonaccorsi e l’assessore alle Attività Produttive del I Municipio, Jacopo Scatà, hanno predisposto un testo che parte dall’applicazione della direttiva Bolkestein. Su questo punto occorre fare un passo indietro e risalire alla precedente amministrazione 5Stelle che ha registrato un comportamento schizofrenico: per i primi quattro anni e mezzo, si sono detti decisamente contrari alla messa a bando del commercio ambulante (così come previsto dalla Bolkestein), salvo fare inversione a U negli ultimi sei mesi quando la Sindaca Raggi divenne una delle maggiori sostenitrici dei bandi.

Lo fu al punto tale da disapplicare la normativa nazionale che consentiva di prorogare le attuali licenze fino al 2032 e di chiedere subito gare pubbliche. Il mandato della Raggi finì prima di poter essere messa alla prova ma è da qui che sono ripartiti al I Municipio. Secondo quanto riporta la Repubblica, infatti, la presidente Bonaccorsi avrebbe scritto una nota nella quale è sottolineato “che la direttiva Bolkestein ha fatto decadere tutte le licenze al 31 dicembre 2023 e c’è dunque un anno di tempo per rimettere a gara le postazioni“. La novità introdotta dalle nuove norme sarebbe quella di non dover più garantire a chi perde la licenza un’altra postazione sullo stesso territorio e con la medesima visibilità.

Per fare un esempio: le bancarelle (oscene) che sono fisse davanti alla Coin di via Cola di Rienzo, qualora perdessero quella postazione non dovrebbero essere ricollocate in un altro luogo dalle analoghe potenzialità commerciali (tra l’altro impossibile da trovare). Alla luce di questa importante novità, chi oggi ha la licenza per via Bocca di Leone, piazza delle Coppelle e via dei Santissimi Quattro, potrebbe essere trasferito altrove in luoghi più isolati.
Dovrebbero poi andare a bando i banchi di libri di piazza Fontanella Borghese, gli ambulanti di via Montebello, San Saba e via Sommelier.

A San Cosimato, gli attuali 25 banchi dovrebbero essere ridotti a 15, mentre novità merceologiche (alimentare e non) sono previste per Campo de’ Fiori.

Capitolo a parte per i mercati coperti e rionali: a via Andrea Doria, delle 273 postazioni ne andrebbero a gara 220; 102 su 102 al Mercato Testaccio e bandi pure per Esquilino, via Sabotino e via Cola di Rienzo.

Infine il capitolo edicole e fiorai. Tra le prime ne sono sopravvissute 159 ma solo 88 si trovano in postazioni regolari dal punto di vista delle norme. I fiorai sono 222 e solo 77 risultano compatibili col Codice della Strada. Tutti gli altri? Potrebbero essere eliminati, tanto che secondo i calcoli del Municipio dopo le gare ci saranno circa 300 licenze in meno rispetto ad oggi.

Ma il diavolo si annida nei dettagli. Ammesso che si arrivi davvero alle gare (cosa del tutto auspicabile perché non è un giusto tenere fuori per sempre giovani generazioni), occorre vedere come queste saranno scritte:

  1. Occorre evitare la concentrazione di licenze nelle mani di un piccolo gruppo di famiglie oligopoliste e serve mettere dei paletti ben precisi alle volture per evitare di far vincere prestanome che poi passano le licenze ai soliti amici.
  2. Se non si interviene con un vero riordino delle tante figure che operano tra gli ambulanti (rotazioni, urtisti, stagionali, itineranti, etc), è inutile agire solo sullo spazio nel quale possono lavorare. I controlli saranno impossibili.
  3. Le concessioni dovranno avere una durata stabilita fin dall’inizio, che tenga conto dell’attività svolta. Altrimenti le proroghe infinite saranno una certezza.
  4. I criteri di redazione dei bandi non devono essere predisposti in modo tale da premiare solo chi già opera da anni (vedi il caso di piazza Navona), altrimenti il bando sarebbe una formalità utile a gettare fumo negli occhi dell’Unione Europea ma poi lascerebbe tutto come sta.

Insomma bene che dal I Municipio si muovano per un riordino del settore ma attenzione a non fare operazioni di facciata che si tradurrebbero in un flop per la città.

 


Di recente sullo stesso tema diarioromano ha scritto

La praticamente inutile delibera sulle bancarelle proposta dalla maggioranza | Diarioromano

Bancarelle di Cola di Rienzo: mezzo passo avanti (ma manca molto) | Diarioromano

Bancarelle e minimarket: quando è il Tar a fare le leggi | Diarioromano

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I nostri ultimi Tweets

Grande intervento di riqualificazione del Giardino Einaudi, nei pressi di piazza della Repubblica. Si riuscirà a mantenerlo decoroso al termine dei lavori o lo rivedremo sprofondare nel solito degrado? #fotodelgiorno

A Monteverde prosegue la realizzazione di attraversamenti pedonali più sicuri. Operai al lavoro in questi giorni nel quadrante via Zambarelli-via Catel #fotodelgiorno

Presidi organizzati dalle associazioni nei luoghi degli investimenti. “Ad essere vittima potrebbe essere chiunque di noi, se le cose non cambieranno”, ma le cose non cambiano. #vittimedellastrada #pedoni

Load More

Suggerimenti di lettura
Ultimi commenti

Altri articoli nella stessa categoria