Bancarelle Eur Fermi 4

 

Nel luglio del 2013, esattamente tre anni fa, sul blog bastacartelloni citammo uno studio che dimostrava come la produzione di merce contraffatta è un problema di salute pubblica. Ogni kg di scarpe prodotte provoca mezzo kg di diluenti, collanti e solventi che vanno smaltiti. La gran parte di questo materiale tossico viene interrato nelle cosiddette “terre dei fuochi” in Campania, dove il cancro al fegato ha una incidenza del 300% maggiore rispetto al resto di Italia.

La merce contraffatta viene prodotta soprattutto in Cina e in alcune aree della Campania e viene venduta in tutto il mondo. In Italia, il record di vendita di abbigliamento, apparecchiature elettriche e calzature contraffatte è a Roma.

Nella capitale passa il 20,5% della contraffazione di tutta Italia e la merce la troviamo ogni giorno sulle bancarelle che invadono le strade commerciali, dall’Appia Nuova, a viale Trastevere, a via Cola di Rienzo.

Il dato emerge da un rapporto del Censis commissionato dal Ministero per lo Sviluppo Economico e dimostra ancora una volta come a Roma esista un mercato parallelo dello shopping. Accanto ai negozi tradizionali sempre più in crisi per la concorrenza dei centri commerciali e delle bancarelle, si registra un incremento esponenziale della vendita ambulante: da una parte gli abusivi che stendono il loro telo sul marciapiede pieno di finte borse Vuitton e dall’altra la grande maggioranza riguarda le bancarelle autorizzate appollaiate su ogni marciapiede romano. Ambulanti abusivi e regolari insieme costituiscono ormai un terzo (secondo alcuni studi anche di più) dell’intero commercio romano. Una filiera che alimenta evasione fiscale, concorrenza sleale nei confronti di chi paga le tasse e – come dimostra lo studio citato all’inizio – crea problemi di salute pubblica.

Di fronte a questioni così rilevanti si potrebbe dire che lo schiaffo al decoro provocato da queste bancarelle diventa quasi secondario. Eppure in campagna elettorale, dell’ambulantato si è parlato poco o niente. A parte la nostra domanda durante il confronto tra Raggi, Giachetti e Fassina organizzato alla Città dell’Altra Economia, non ci sembra che i candidati abbiano compreso l’emergenza.

I rapporti dei centri studi, le ricerche dei medici, le statistiche delle associazioni di categoria (secondo Federmoda si tratta di racket) non sono sufficienti per la politica. Nel programma di Giachetti sono indicati una serie di provvedimenti seri ma il candidato Pd non ha insistito sul tema. Nel programma della Raggi non si fa accenno alcuno, anzi alcuni parlamentari 5stelle sembrano non aver compreso affatto la questione.

Vedremo cosa farà il nuovo Sindaco ma riportare la legalità nel settore non è più solo una questione di decoro.

 

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