Qui a diarioromano non ci siamo mai andati teneri con i vigili, pur sapendo che la quasi totale inefficacia della Polizia Locale romana non dipende solo da agenti disillusi e con poca voglia di fare (al meglio), come la vulgata riporta ormai da anni.

D’altro canto siamo stati ben felici di riportare le gesta di qualche agente che ha dimostrato come in realtà il proprio servizio possa essere svolto con passione ed efficacia, pur nelle difficili condizioni date.

E trattando di vigili abbiamo in passato consultato più volte il sito web di un piccolo sindacato autonomo dei vigili romani, il SULPL, per avere un punto di vista dall’interno che, seppur naturalmente di parte, abbiamo trovato in genere ragionevole ed utile.

Ci torniamo oggi per riprendere un loro post del 2 febbraio scorso in cui parlano di una curiosa iniziativa del Comandante Clemente. Seguono foto e testo (qui il post originale).

 

Clemente

Metti una domenica a Piazza Venezia durante il blocco della circolazione.

Queste sono immagini pubblicate da alcuni giornali.

Chi viene ripreso di spalle è il comandante del Corpo. L’intento, crediamo, dovrebbe essere quello di far vedere un comandante “che scende in strada” al fianco dei suoi uomini e donne.

L’intento sarà pure lodevole ma secondo noi svilisce in primis la sua figura. Ottiene forse l’effetto contrario.

Innanzi tutto non vediamo colleghi al suo fianco e questo rende più distante il suo operato da quello dei lavoratori.

Sembra che qualcuno possa dire:”Lo vedi? Lui lavora mentre gli altri no…”. Questo nonostante il comando si sia prodigato nel dire che 2500 sono stati i controlli domenica.

Sicuramente siamo dei malpensanti, ma purtroppo la storia degli ultimi tempi ci ha insegnato a diffidare dell’acqua fredda dopo esserci abbondantemente scottati con l’acqua calda.

Una domanda poi ci sorge: Il comandante generale dei Carabinieri avrebbe mai operato in questo modo? Il capo della Polizia Pansa? Il comandante generale della Guardia di Finanza?

A causa della nostra scarsa memoria, non ricordiamo scene del genere.

Forse perchè sono ruoli diversi quelli di chi comanda di chi lavora in strada. Non a caso neanche l’abbigliamento è quello consono a questo tipo di controlli stradali, ma viene fornito al comandante un abbigliamento di rappresentanza.

Capiamo forse che la passione di un uomo come il comandante possa essere quella di essere in prima linea in strada, ma quello è, possibilmente, un ruolo dirigenziale intermedio. Potrebbe essere quello di un vice comandante. Ripetiamo, non certo quello del vertice della struttura.

Non si capirebbe come mai infatti dobbiamo pagare tanti soldini di stipendio al comandante quanti basterebbero per pagarci circa 8 colleghi neoassunti.

Ecco.

Forse i cittadini avrebbero preferito 8 agenti in più in strada a fare i controlli per il blocco della circolazione più che un “comandante cappottato”.

 

Nel merito tendiamo a concordare col testo del post: pur avendo avuto modo in passato di verificare (ed apprezzare) la passione “verace” che caratterizza il Comandante Clemente, pensiamo che nel suo ruolo egli debba dirigere il corpo di Polizia Locale, dando chiare indicazioni ai suoi sottoposti che a loro volta dovrebbero condurre e motivare l’azione dei singoli agenti. Inevitabilmente il tempo che il Comandante passa a seguire le singole azioni operative (e tante volte lo abbiamo visto in strada a contrastare l’abusivismo commerciale) è tempo sottratto alla sua indispensabile attività direttiva.

Come si noterà il testo è sottilmente polemico ma misurato e tutto sommato rispettoso del Comandante, dimostrando che nella Polizia Locale romana non devono mancare forze positive e ragionevoli con cui cercare di ricostruire un corpo che non ha mai raggiunto livelli così bassi di inefficacia e scarsa considerazione da parte dei cittadini.

D’altro canto però la critica contenuta nel post dimostra che a oltre due anni dalla sua nomina al comando del corpo, il Comandante Clemente ancora non è riuscito a farsi accettare in qualche modo dalla gran parte dei suoi uomini.

È vero che ci si è messa anche la storia del salario accessorio che rischia di colpire pesantemente le buste paga dei dipendenti comunali, vigili inclusi, mantenendoli quindi in stato di perenne agitazione o scontento. Ma indubbiamente il Comandante Clemente non rappresenta ancora quella guida autorevole e riconosciuta di cui tutti i vigili avrebbero bisogno. È un peccato perché la persona è di sicuro valore e potrebbe effettivamente aiutare tutti gli agenti a riguadagnare rispetto e considerazione agli occhi dei cittadini.

Considerato che il Commissario Tronca nulla pare abbia fatto per migliorare l’immagine e l’efficacia della Polizia Locale, c’è solo da sperare che la nuova amministrazione riesca in questo, magari dando un nuovo e diverso slancio all’azione del Comandante Clemente.

 

Chiudiamo con una nota scherzosa che il Comandante ci perdonerà. Nella foto di spalle lo si vede con la paletta in una mano ed il cellulare nell’altra. Ricordando che recentemente egli era stato caustico con un cittadino che abusava del cellulare alla guida, ci chiediamo se anche lui non tenda ad abusarne nell’uso.

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