La sfida di diarioromano: essere la voce del cambiamento

Rifiuti Roma

 

Grazie a Dio gli uomini non posso ancora volare e sporcare i cieli così come fanno con la terra”, scriveva il filosofo americano Thoreau a metà dell’ottocento. E sebbene non poteva immaginare che cinquant’anni dopo sarebbe iniziata l’avventura dell’aviazione, aveva ben compreso che la tendenza dell’uomo è quella di mancare di rispetto all’ambiente che lo circonda. Se Thoreau si fosse materializzato nella Roma del 2015 non avrebbe trovato frase o aggettivo per descrivere lo stato della capitale d’Italia. Una città allo sbando dove chi vuole rispettare le regole si sente un diverso e chi vuole provare a cambiare le cose si sente solo.
Diarioromano nasce con uno scopo ambizioso: radunare i pochi diversi per farli sentire meno soli.
Ma saremo davvero così pochi a voler vivere in un posto migliore, dove non è il prepotente e il furbo ad avere sempre la meglio? A giudicare dal successo dei blog antidegrado in questi ultimi anni pare di no. Sembra siano tanti gli abitanti della capitale ad aver avuto uno scatto di orgoglio, a voler difendere la città da chi la violenta quotidianamente. Anche se ancora in numero non sufficiente per segnare la svolta, i blog e alcune associazioni sono l’esempio della voglia di cambiamento. E del desiderio di proporre, di agire concretamente.

La storia di una piccola associazioni ne è la conferma: gli illusi che si sono riuniti in Bastacartelloni hanno portato a casa il risultato insperato della riforma della pubblicità esterna a Roma. Non da soli, certo! L’apporto di altre realtà come Vas, il comitato Cartellopoli, Cittadinanzattiva sono stati determinanti. Ma i fatti dimostrano che quando i cittadini iniziano a studiare le carte, a proporre soluzioni concrete, a mostrare gli esempi di quanto fatto in altre nazioni, a sedersi al tavolo con l’amministrazione, questa non può restare a guardare. Tra coloro che hanno deciso di iniziare l’esperienza di diarioromano, alcuni provengono da Bastacartelloni. Ed è in quel solco che continueremo a muoverci, non limitandoci alla denuncia ma provando a presentare idee e proposte.

Roma che agli inizi degli anni 2000 era presa a modello per il suo Pil crescente e la disoccupazione inferiore alla media del Paese, mostra oggi dati impietosi con ben il 33,2% dei giovani entro i 29 anni senza lavoro e una crescita economica pari a zero.

Bancarelle Cipro 3

Non è colpa solo della crisi nazionale e mondiale. Il caso Roma è frutto anche del particolare disagio della capitale dalla quale gli investitori italiani e stranieri fuggono. Chi scommette in nuove attività commerciali se 4 prodotti su 10 sono venduti su bancarelle (autorizzate o illegali) senza scontrino? Chi impianta nuove attività turistiche se i visitatori sono preda di tassisti abusivi, venditori di merce contraffatta o scippatori in metropolitana? Chi investe nel terziario se gli spostamenti da un capo all’altro della città sono impossibili a causa della sosta selvaggia e dell’inefficienza dei trasporti?

Il degrado della città è dunque la prima causa del disagio economico e di conseguenza di quello umano. Riportare la percentuale del commercio ambulante a cifre fisiologiche; evitare che ogni vetrina sia sfregiata dall’acido e che ogni muro sia imbrattato dalle bombolette; favorire la pubblicità legale impendendo quella abusiva di manifesti e adesivi; ridisegnare le strade per fluidificare il traffico e impedire la doppia fila; liberare i monumenti dai suk improvvisati sono ingredienti indispensabili per la ricetta che farà rinascere la città.

Ed è di questi e di molti altri temi che ci occuperemo con il vostro aiuto. Perché diarioromano sarà per prima cosa un luogo di confronto e di dibattito, sempre civile, sempre aperto alle opinioni e ai consigli. Senza paura di dar fastidio ad una lobby o ad un partito. Perché dietro di noi non c’è nessun finanziatore, nessun padrino ma solo la forza delle idee e della volontà.

La grande stampa, troppo spesso, si limita a lasciare che le piaghe infette di Roma vadano in cancrena. Noi vogliamo aiutare a cicatrizzarle. Quando il degrado supera i limiti e gli uomini per bene non fanno nulla, sono questi ad essere i veri colpevoli.

Buona lettura e buona partecipazione.

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6 risposte

  1. Fiumi di inchiostro sono stati versati su questo e altri aspetti incredibili e paradossali del degrado insopportabile che soffoca la nostra città.
    Tra le tante domande senza risposta c’è quella relativa alla spudorata evasione fiscale totale delle 10.000 bancarelle autorizzate che si consuma sotto gli occhi di tutti.
    PERCHE’ viene tollerato tutto ciò?

  2. Cavolo, complimenti per questo blog. Non o anmcora avuto il tempo di leggere tutto ma me lo voglio guardare con attenzione

  3. Con il Giubileo del 2000, no se se per maggiore capacità degli amministratori o se solo per fortuna, Roma ha fatto grandi passi in avanti, sino a raggiungere (o quasi) le principali capitali europee.

    Da oramai dieci anni, invece, è tutto fermo, mentre gli altri vanno avanti. Il gap sembra incolmabile e lo scoramento fa venire voglia di mollare tutto, nella nostra più totale e colpevole indifferenza. Camminiamo per strada e, facendo finta di nulla, facciamo lo slalom tra buche sui marciapiedi, deiezioni dei cani, cartelloni abusivi, macchine in doppia fila e bancarelle che ostruiscono il passaggio, mentre i vecchi ed inquinanti furgoni dei titolari di quelle stesse bancarelle (per lo più dipendenti dal racket romano … e non solo) bloccano strade, visibilità e panorama. Senza scandalizzarci, assuefatti allo schifo. Chi ha la fortuna di non essere disabile fa finta di nulla … solo qualche persona anziana, di tanto in tanto borbotta. Ma oggi anche i più giovani si sono stancati di questo degrado. Più hai la fortuna di viaggiare e più diventi insofferente. Chi può, oggi, prova a “scappare” o a far si che i propri figli possano “scappare”. Che peccato, Roma è pur sempre una delle città più belle del mondo.

    Ma la vostra idea mi sembra fantastica e ci deve stimolare tutti a non diventare rinunciatari. Vogliamo e dobbiamo contribuire a darvi una mano sino a quando anche questa iniziativa non si tradurrà in cose concrete, così come è stato per i cartelloni pubblicitari. Tutto questo potrà diventare una grande “ricchezza”. Ricchezza civile, del buon vivere, dalla salute, dello spirito e dell’estetica. Ricchezza per i nostri figli e perché no … anche economica.

    Forza!

    1. Grazie del contributo Federico. Hai colto esattamente lo spirito della nostra iniziativa.
      Io l’ho provato il vivere altrove, all’estero, e non mi ha soddisfatto. Chiaramente dipende dai luoghi e dalle persone, ma senz’altro vale la pena di battersi per rendere Roma il posto fantastico che potrebbe essere in cui vivere.

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