1,5 milioni spesi per far parcheggiare i furgoni sui marciapiedi

La sistemazione di via del Babuino risale al 2014 e fu fatta su impulso dell’associazione di strada che voleva farla finita con la doppia sosta selvaggia che rendeva la strada un tappeto di lamiere impossibile da godersi camminando.

In passato via del Babuino si presentava con due marciapiedi molto risicati e prevedeva la sosta delle auto sul lato sinistro della strada. Considerata l’ampiezza della carreggiata, era prassi avere anche la sosta in doppia fila sempre presente.

Nel 2004 l’allora Sindaco di Roma Veltroni decise che la sosta delle auto fosse incompatibile con il prestigio della strada e ne decretò l’eliminazione, provvedendo nel contempo a far dipingere due strisce bianche continue sulla carreggiata a delimitare quelli che, nelle sue intenzioni, avrebbero dovuto essere dei marciapiedi allargati. Peccato che gli automobilisti interpretarono subito le due strisce continue come delle nuove delimitazioni della sosta, che a quel punto appariva consentita su entrambi i lati della carreggiata.

L’eterogenesi dei fini perfetta: si decide di eliminare la sosta su una strada ma si ottiene di raddoppiarla!?!

 

 

Per anni la situazione d’illegalità creatasi è andata avanti, con la Polizia Locale che anziché reprimere il fenomeno lo ha nei fatti tollerato in maniera imbarazzante.

 

Per risolvere quella situazione che appariva oggettivamente intollerabile l’ipotesi più plausibile era quella di procedere con l’allargamento dei marciapiedi, per dare un giusto spazio ai pedoni, istituendo di nuovo la sosta su un lato della strada, con una carreggiata ridotta che non avrebbe consentito la sosta in doppia file. Il problema divenne allora su quale lato prevedere la sosta dei veicoli: sul lato sinistro, com’era prima dell’intervento di Veltroni, o su quello destro, come suggerirebbe la logica considerando il senso di marcia? Ovviamente gli esercenti del lato destro spingevano per un ritorno al passato mentre quelli del lato sinistro per l’ipotesi contraria.

Si è andati avanti con una tale inconcludenza fino a quando a qualcuno venne in mente di proporre un approccio salomonico: niente sosta su un lato solo della strada bensì piccoli spazi di sosta su entrambi i lati, in maniera alternata.

L’idea evidentemente piacque all’amministrazione Marino che decise di investirci una discreta sommetta (1,5 milioni di euro se ricordiamo bene) ma soprattutto propose la cosa sotto lo slogan di “pedonalizzazione del Tridente”, abbinando al progetto la realizzazione della prima (e ancora unica) Isola Ambientale di Roma, ossia la ZTL A1.

In realtà non ci fu alcuna pedonalizzazione dell’area del Tridente ma anzi alcune strade passarono da pedonali a regolarmente transitabili (via del Gambero ad esempio).

Riguardo via del Babuino, senz’altro la strada beneficiò dell’eliminazione dell’invadente sosta su entrambi i lati, ma fin dall’inizio si capì che la sistemazione realizzata poneva dei problemi per l’attività di carico e scarico merci a servizio dei numerosissimi esercizi commerciali lì presenti. Le aree di sosta previste si rivelarono fin dall’inizio insufficienti a soddisfare il traffico dei tanti veicoli commerciali, i quali approfittarono subito dei bassi marciapiedi realizzati.

A oltre cinque anni da quell’intervento la situazione è rimasta la stessa e basta farsi un giro per via del Babuino a qualsiasi ora per trovare veicoli in sosta sui marciapiedi. La cosa non solo crea problemi al transito pedonale, ma rappresenta un rischio per la pavimentazione dei marciapiedi che non è stata pensata per dover sostenere il peso di veicoli commerciali.

Ecco qualche foto presa recentemente.

 

 

Si noti in basso il moncone del cartello stradale che doveva dare fastidio a qualcuno

 

 

 

Da una parte l’amministrazione Marino, che come detto promosse l’intervento nel 2014, non calcolò in maniera corretta le esigenze della movimentazioni di merci nell’area né pensò a prevedere qualche soluzione più sostenibile per la stessa.

Dall’altra l’amministrazione attuale non è stata mai in grado neanche di valutare la situazione dell’unica Isola Ambientale esistente a Roma, provando a farla funzionare al meglio per poi poterla replicare. Da anni si sta lavorando all’istituzione di altre Isole Ambientali, quella a Monti su tutte, con la quasi certezza che anche lì si riscontreranno i problemi irrisolti a via del Babuino e nel Tridente.

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Una risposta

  1. Aggiungerei che l’isola ambientale, vista come area omogenea difesa dal traffico dei non residenti, in cui trovano contemperamento i diversi interessi di residenti e commercianti, è durata ben poco: ognuno ha ricominciato a tirare l’acqua al suo mulino senza occuparsi minimamente di chi abita nella strada vicina. Via della Frezza, prima zona di parcheggio ma anche di negozi vivi, oggi dopo la “riqualificazione “ di Roma sei mia 😳 è un mortorio; i posti macchina riservati, faticosamente reperiti per recuperare almeno in parte quelli persi al Babuino, sono spariti; i cinematografari prendono periodicamente possesso di Largo Augusto Imperatore, via dei Pontefici e dei posti riservati su Lungotevere. Ultima novità: sono stati tolti (dal Comune o in autonomia da qualcuno?) quasi tutti i cartelli di riserva per carico e scarico presenti sul Babuino e qualche esercente ha trovato l’escamotage di parcheggiare su quelle piazzole carrelli bici legati tra loro, per prenderne possesso. La fantasia non ha limiti!
    Ma è anche finita ogni possibilità di interlocuzione, sia col Comune che col Municipio. E se non è possibile ragionare la conclusione non può che essere la solita: ognuno pensa a se stesso e chi se ne frega della città. E l’esodo dei residenti è ormai inarrestabile; ma forse qualcuno preferisce un centro storico in mano ai turisti e ai bancarellari, per non parlare degli artisti di strada, ad un pezzo di città abitato e proprio per questo vivo.

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