Bolkestein. Oggi primo test: il M5S sta con la città o con gli ambulanti?

Bancarelle cipro 2015 6

 

Potrebbe essere una prova importante quella di oggi in aula. Il M5S dovrebbe uscire dall’ambiguità di queste settimane sul tema Bolkestein e decidere se applicare anche a Roma la direttiva europea che prevede la messa a bando di tutte le licenze di ambulanti o se chiederà un rinvio.

La mozione è stata presentata dall’opposizione e ha come primo firmatario il consigliere Cozzoli Poli, da sempre schierato a favore dell’ambulantato e per la conservazione dello status quo. Per non convergere su un testo scritto da un rappresentante del centro-destra, Andrea Coia, presidente pentastellato della Commissione Commercio, ha predisposto un’altra mozione, dai contenuti praticamente identici. Coia, infatti, è a capo della corrente di maggioranza che vuole escludere le bancarelle dai bandi e con loro anche gli stabilimenti balneari che stanno invece a cuore a Paolo Ferrara, capogruppo grillino. Entrambi rappresentano una istanza che sembra molto forte nel MoVimento e che si potrebbe definire di “conservazione”. Lasciare, cioè, che chi ha detenuto le licenze da ambulante in questi ultimi 30 anni (poche famiglie tra le quali i Tredicine) continui ad operare per altri 30. Non toccare i gestori degli stabilimenti balneari di Ostia (alcuni dei quali finiti sotto inchiesta per associazione mafiosa) e permettergli di sfruttare le loro concessioni per chissà quanto tempo ancora.

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Andrea Coia e Virginia Raggi

 

Vi è poi un’altra anima nel MoVimento, al momento minoritaria, che vorrebbe invece riformare entrambi i settori e che ritiene la Bolkestein l’occasione giusta per farlo. L’assessore al Commercio Adriano Meloni e il consigliere Enrico Stefàno sono gli esponenti più in vista di questa corrente.

Meloni ha già dato mandato ai suoi uffici di riprendere il lavoro avviato dalla sua predecessore, Marta Leonori per arrivare ad un bando per tutti gli ambulanti entro marzo 2017.

Stefàno non hai fatto mistero delle sue perplessità su come il commercio in strada si svolge a Roma tanto da aver pubblicato sul suo profilo Facebook un video sull’invasione dei banchi in Prati.

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Un immagine tratta dal video di Enrico Stefàno

 

Ieri il Messaggero, in un lungo articolo di apertura, anticipava l’arrivo di una norma “Salva-Tredicine”, lasciando intendere che ci sono alte possibilità che vinca la linea Coia, quella della conservazione. Il voto della mozione predisposta da Coia dovrebbe slittare a giovedì proprio per dare il tempo al presidente della commissione commercio di convincere e “normalizzare” gli indecisi. Perfino Di Maio e altri leader nazionali hanno partecipato alla manifestazione no-bolkestein organizzata dal M5S e dai sindacati degli ambulanti in piazza della Repubblica. Facendo leva su questa argomentazione, Coia starebbe facendo proseliti tra i consiglieri comunali che finirebbero per mettere i bastoni tra le ruote al lavoro dell’assessore Meloni.

E qui si avverte tutta la mancanza di una vera guida politica del Campidoglio. La Sindaca dovrebbe intervenire e spiegare perché non solo non si può disattendere una direttiva europea recepita dal nostro ordinamento, ma soprattutto la grande occasione per ridare decoro alle nostre strade. E invece Virginia Raggi tace e perde l’ennesima occasione per dimostrare di essere una vera innovatrice. La sua totale assenza su temi così importanti si fa sentire e la confinerà sempre più ad un ruolo marginale. Non sarà la Sindaca protagonista che tutti si aspettavano, la prima donna al Campidoglio alla quale sono state dedicate paginate sui giornali di tutto il mondo.

Evidentemente lo spirito riformatore del 5stelle è già esaurito ancor prima di nascere. I cittadini chiedono di non vedere più le strade ridotte come un immondo suq, ma vogliono banchi decenti con merce di qualità. Non vogliono più furgoni in tripla fila che bloccano il traffico e occupano la carreggiata. Se hanno votato per la Raggi è per voltare pagina sui tanti odiosi oligopoli che da sempre governano Roma. E invece con questa mozione si sta regalando di nuovo il 40% dell’intero commercio capitolino alla famiglia Tredicine e a pochi altri.

 

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8 risposte

  1. In realtà si chiede una giusta ed inevitabile proroga di tre anni. Tempo minimo per individuare soste ed eventuali ottimizzazioni. A differenza di quello che si dice in questi giorni negli ultimi due anni non è stato fatto nulla . O quasi. Per dirla chiaramente, anche voi avrete letto le dichiarazioni di marino che diceva che aveva tolto le bancarelle al pantheon….cosa non vera !
    Poi se volete andare dietro al fatto quotidiano potete dire che i camion bar votano si al referendum e dopo questi scoop però fatemi il piacere di togliere ogni minimo punto di serietà alla faccenda !

  2. se si concretizzasse una proroga ovvero la mancata applicazione della direttiva UE (che non può certo essere costituita da una mozione ma occorre una delibera di giunta o di consiglio) il giorno dopo verrebbe aperta una procedura d’infrazione dalla Commissione UE. Sulla stessa materia la Commissione ha già aperto procedure d’infrazione e comminato sanzioni ad altri paesi europei inadempienti che “c’hanno provato”. Ad esempio, nei confronti della Spagna è stata già comminata una sanzione di oltre 100 milioni di Euro.
    Una sanzione a carico del Comune di Roma sarebbe più che scontata.
    Ora, il nostro ordinamento prevede l’azione di rivalsa da parte dello Stato per le somme dovute per le sanzioni UE provocate dagli enti locali, rivalsa nei confronti degli stessi enti (nel caso Comune di Roma); la Corte dei Conti apre d’ufficio il procedimento nei confronti dei singoli amministratori che hanno con i loro atti provocato la sanzione.
    In Italia è già successo e sta succedendo per la sanzione comminata dall’UE per le discariche non bonificate.
    Perciò Coia e compagnia rischiano parecchio, forse non se ne rendono conto ma rischiano assai, molto di più dei vantaggi che ottengono dal sostegno alla causa degli ambulanti…..
    Perciò, comitati ed associazioni romane un’ora dopo che il Comune di Roma emanasse un atto di proroga dell’applicazione della direttiva UE o un atto che ne inficiasse la sua applicazione, potrebbero sollecitare, con una semplice mail, la Commissione UE ad intervenire e la Corte di Conti ad aprire un’istruttoria che comunque sarebbe avviata d’ufficio.
    Non solo, ma può essere sollecitato l’intervento dell’ANAC poichè il bando per le licenze è materia che rientra nei contratti pubblici e quindi soggetta al controllo dell’ANAC medesimo.
    Ma veramente Coia e compagnia vogliono rischiare tutto questo per Tredicine?? Veramente la Raggi vuole definitivamente “sputtanare” la sua neonata amministrazione ed il M5S?
    Se lo fanno non sono solo incompetenti ma assai poco intelligenti…..

  3. se si concretizzasse una proroga ovvero la mancata applicazione della direttiva UE (che non può certo essere costituita da una mozione ma occorre una delibera di giunta o di consiglio)”

    Guarda, senza che rispondo a tutte le tue inesattezze, mi fermo alla prima . Occorre una delibera di giunta o di consiglio ? cheee? Penso che la tua affermazione si commenti da sola. L’eventuale proroga potrà essere decisa solo dal governo!

    No perchè anche ai balneari verrà applicata una deroga di qualche anno. Le cose vanno fatte bene. Se aggiungi che siamo l’unico paese (con la spagna ) che la sta applicando agli operatori su area pubblica comprederai che non esiste nessuna procedura di infrazione.

  4. veramente è la totale ignoranza delle procedure amministrative e delle normative che si commenta da sola.
    comunque, che i sostenitori anti-direttiva procedano pure, se hanno coraggio, fra qualche tempo vedremo chi ha ragione e chi dovrà pagare.
    Però se poi l’ANAC interviene un’altra volta (vedi Piazza Navona) e vi “sega”, allora abbiate la decenza di tacere, cari sostenitori dell’ambulantato.
    Rammento, infatti, che all’epoca della questione piazza navona, scrissi un commento nel quale dicevo che l’ANAC sarebbe intervenuto e lei MrFixit rispose una cosa del genere: “ma che stupidaggini dici!”.
    Bè, mi sembra che poi sia andata esattamente come avevo detto; vuole ripetere l’esperienza?

  5. andando a memoria l’unico scambio di battute era quando sostenevi che la Naim era stata fatta fuori dalla lobby delle bancarelle del lungotevere e non ti bevevi la storia della Alfonsi. Te lo dico simpaticamente.
    “stupidaggini dici?” non parlo mai in questi termini semmai di inesattezze . Non sono un tredicine e non so niente di piazza Navona quindi evito giudizi. Semmai vorrei sottolineare che l’anac ha annullato il bando predisposto dal municipio e qui dovrebbe essere facile individuare i responsabili !

    Tra l’altro fatti un giro in regione e vedrai delegazioni e sit in anche li.

    Tu insisti su procedure amministrative come se il comune potesse autonomamente disattendere la normativa europea. Secondo te perchè il fatto la butta sul referendum costituzionale ? strumentalizzazioni inutili quanto sbagliate. Noi non ci arrendiamo !

  6. qui non c’entrano nè Il Fatto nè il Governo.
    Esiste una direttiva UE che deve essere applicata dal Comune di Roma, e le possibilità sono solo queste:
    -che la applichi emanando un bando pubblico entro i termini previsti;
    – che non la applichi, non procedendo con il bando, o con altri provvedimenti (provvedimenti: delibera di giunta o di consiglio comunale) con i quali si proroga la scadenza el bando, si dettano normative diverse da quelle previste nella direttiva , ecc. ecc.
    In questo secondo caso scatterebbe una procedura infrazione da parte della Commissione UE, con le conseguenze che ho indicato nel commento precedente.
    Il sindaco, la giunta ed il consiglio comunale, possono liberamente scegliere quale strada seguire; se disattenderanno la direttiva UE ne subiranno le conseguenze non solo sul piano politico, ma anche sul piano amministrativo e finanche personale (addebito di danno erariale).
    Se si sentono tanto coraggiosi e ricchi per pagare le sanzioni, possono tentare la prima strada.
    Vedano un po’ loro cosa gli conviene fare……

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