Prendiamoci cura del Tevere: l’esempio di due associazioni

Qualche giorno fa gli amici di Retake Roma hanno lanciato un hashtag chiedendo alla Sindaca e alla Sovrintendenza di salvare Ponte Cestio dal degrado. Su Twitter abbiamo incalzato sia la Raggi, sia la Sovrintendenza ad occuparsi anche dei ponti Sisto, Matteotti, Cavour, Nenni, Mazzini, Flaminio e del Porto di Ripa Grande proprio di fronte al Mibact.

 

La questione Tevere è ancora lontana dall’essere risolta. Gli argini sono ridotti ad un letamaio, con una vegetazione incontrollata e scritte vandaliche ovunque. Mentre Parigi o Torino vivono il loro fiume con rispetto e attenzione, Roma continua a considerarlo una discarica o, nel migliore dei casi, un orpello inutile. Troppe volte ci siamo appellati al presidente Zingaretti, ai vari candidati alla Regione Lazio o al Campidoglio. Ma al di là di promesse generiche non si è mai registrato un intervento concreto. L’unica sollevazione popolare e di cultura si è avuta nei confronti del vandalismo sull’opera di Kentridge, che più volte è stata oggetto di scritte e sfregi. Quello che dispiace è invece notare la totale indifferenza per il vandalismo che è disseminato a pochi metri dalla stessa opera, lungo i muraglioni del Tevere. Il magnifico Ponte Sisto usato come lavagna dai graffitari, gli altri ponti utilizzati come dormitori per senzatetto, le banchine ricoperte di rifiuti non attirano la stessa, doverosa, attenzione dell’opera di Kentridge.

L’opera di Kentridge vandalizzata
La normale situazione sono Ponte Sisto

 

Per fortuna c’è chi ha fatto del Tevere una ragione di vita. E allora vogliamo riassumere brevemente alcune delle iniziative delle due associazioni più presenti per la tutela del fiume e della sua bellezza.

Agenda Tevere. Non si può che cominciare da questa Onlus che si ispira a quanto fatto dalla Central Park Conservancy di New York. La città americana viveva un profondo declino fino agli anni 80, quando il combinato disposto del lavoro del Sindaco Giuliani (che applicò la cosiddetta teoria delle finestre rotte) e un movimento di cittadini operosi è riuscito a cambiarne il volto. Agenda Tevere ha un obiettivo: trasformare le banchine in una delle più suggestive passeggiate metropolitane del mondo. Sono 74 gli iscritti ad oggi, comprese 22 associazioni e presto anche la nostra testata aderirà al progetto. Tantissime le iniziative portate avanti in questi ultimi 12 mesi e chi volesse leggerle tutte può cliccare qui. Ne citiamo solo alcune tra le quali: creare sull’Isola Tiberina un’ampia banchina per eventi; riqualificare la Riva dè Cocci all’altezza di Testaccio, sostenendo il lavoro della Città dell’Altra Economia e della Cooperativa Villaggio Globale; assegnare la manutenzione del Parco Tevere alla Magliana al gestore di un chiosco che le istituzioni non hanno individuato; riqualificare l’area sotto il Ponte della Musica oggi abbandonata; risanare la discarica illegale sotto Ponte Marconi e crearci un luogo di insegnamento per la mobilità ciclabile. Su ognuno di questi progetti lavorano due o tre rappresentanti di Agenda Tevere, assieme ad esponenti di altre associazioni. Un vero esempio di cittadinanza attiva da seguire e imitare.

L’area sotto Ponte della Musica

 

Associazione Amici del Tevere – Consorzio Tiberina. Si tratta di un consorzio di cittadini e imprese che lottano ormai da tempo perché anche Roma abbia il suo Contratto di Fiume. Si parte dal presupposto che un fiume attraversa più città, più Regioni e che sia dunque gestito da tanti organismi pubblici che spesso non sono coordinati tra loro. Basti pensare alle Regioni, alle Autorità di Bacino, agli Enti di tutela, ai Comuni e così via. Ecco che quindi un contratto (che per sua natura è volontario, quindi chi vi aderisce lo fa perché ci crede) può permettere una collaborazione più concreta tra istituzioni, enti pubblici, privati e cittadini. In Italia il rischio idrogeologico resta elevato e troppe catastrofi si sarebbero potute evitare se l’alveo dei fiumi fosse stato gestito. A Roma se ne parla da tanto ma finalmente siamo arrivati alla firma di un primo passaggio importante: domani, 21 aprile, in occasione del Natale della capitale, sarà firmato un primo contratto. Riguarda il tratto di Tevere compreso tra Ponte Milvio e Ponte Sublicio, quindi nei territori del 1° e 2° Municipio. Chi fosse interessato a partecipare, l’appuntamento è alle 10.30 all’edificio ex Gil di Largo degli Ascianghi. Oltre alle presidenti dei due Municipi Alfonsi e Del Bello, parteciperà l’assessore Regionale Valeriani. Incerta la presenza dell’assessore comunale Montuori, ma questa non è una novità.

Riguardo al contratto, è interessante notare che già durante la sindacatura Marino era stata annunciata una imminente firma. Ma quella giunta non riuscì a fare in tempo a portare avanti il progetto. In questi ultimi mesi, la Raggi ha presentato un manifesto di intenti per il contratto di fiume. Una cosa molto simile a quella impostata da Marino della quale probabilmente ha ripreso i contenuti. C’è da sperare che il programma venga portato avanti. In un nostro articolo del gennaio scorso, abbiamo raccontato le grandi potenzialità di questo manifesto al quale hanno aderito le principali istituzioni e molte realtà private e associative. Addirittura è stato premiato dalla Fondazione Obama come esempio di partecipazione civica.

Il Tevere ha tanto bisogno di attenzioni. La sua potenzialità turistica è del tutto inespressa: il paragone con la  Senna, navigata dai Bateaux Mouches o col Tamigi, lungo il quale sono sorti splendidi quartieri, è improponibile. I due milioni e 200 mila euro stanziati da Zingaretti (proprio in campagna elettorale!) per la pulizia degli argini sono una goccia nel fiume ma soprattutto non contemplano la rimozione delle scritte e dei graffiti dai muraglioni. Come se quello spettacolo sia diventato ormai parte integrante del panorama fluviale. Quanta strada ancora c’è da percorrere e per fortuna che ci sono le associazioni civiche, sempre più intenzionate a voltare pagina.

 

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